La Calabria terra di nessuno

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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filippo_veltri.jpgLa Calabria diventa sempre di più terra di nessuno. Il caso della recente legge regionale che modifica la disciplina sulle autorizzazioni e gli accreditamenti degli erogatori privati del Servizio sanitario regionale è il chiaro sintomo di tutto questo. Parole dure sono quelle del prof. Ettore Jorio, docente all’Unical.Un gruppo di consiglieri di vario schieramento decide di fare un blitz nell’ultima seduta del Consiglio. Predispongono in fretta e in furia una proposta legislativa, poi approvata dal massimo consesso. Dal testo approvato emerge una ratio che  stravolge le fondamentali regole giuridiche. Seguiamo il ragionamento di Jorio.

“La prima. Quella afferente alla intrasferibilità, sia inter vivos che mortis causa, delle autorizzazioni amministrative e degli accreditamenti. Viene infatti dedotta, dalla lettura del disposto, la palese confusione della trasferibilità dell’azienda civilisticamente intesa con i provvedimenti amministrativi sottesi al suo esercizio, da rilasciarsi, ex novo, a cura della Regione, ricorrendone le condizioni giuridiche e di merito (tra le quali non ultima l’accertata moralità dei soggetti subentranti). Un riconoscimento, questo, da perfezionarsi con il rilascio di nuovi provvedimenti amministrativi di specie. Quindi non autorizzazioni sanitarie all’esercizio e accreditamenti cedibili bensì aziende ad essi riferibili. La seconda. Quella che sottrae alla vigilanza dell’istituzione preposta (la Regione) al rilascio dei provvedimenti autorizzativi e di accreditamento (peraltro, definito istituzionale) l’esame critico di tutti gli atti (del tipo le fusioni, le trasformazioni, le cessioni di quote, il cambio della ragione sociale) intesi a modificare, anche radicalmente, gli elementi soggettivi che sono posti alla base del rilascio delle primitiva autorizzazione e del successivo accreditamento”.

Jorio così conclude: “il commissario governativo Luciano Pezzi, al quale va la mia stima e il mio più sincero augurio di buon lavoro, avrà un bel da farsi. Sarà comunque impossibilitato, prescindendo dalla formula (infelice) del provvedimento di nomina (che rimane comunque un atto amministrativo!), ad intervenire con procedure tendenti a falcidiare la legge di che trattasi. Invero la stessa dovrà, per come merita, essere impugnata dal Governo a tutela delle violazioni all’ingrosso perpetrate dal Consiglio regionale morente”.

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