Le convulsioni del Pdl

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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Il Pdl calabrese, visto che non vuole essere di meno del Pd calabrese, è entrato nella fase delle convulsioni interne. Nonostante governi la Regione, la gran parte degli enti locali, degli enti intermedi, goda delle postazioni di sottogoverno da Castrovillari a Villa San Giovanni, da più settimane nel partito berlusconiano è in atto una neanche troppo sottile e larvata guerra di nervi. Ovviamente sulla linea di trincea c’è il Governatore Coordinatore Peppe Scopelliti, sotto il fuoco da Cosenza a Reggio. In attesa di capire cosa ne sarà del Pdl a livello nazionale e di posizionarsi di conseguenza, le varie anime pro e contro Scopelliti provano ad imitare i loro omologhi del Pd in uno scontro fratricida che non promette nulla di buono. Il calcolo di Scopelliti è assai ambizioso: se si rompe l’antica gabbia del Pdl e si riforma una nuova Forza Italia lui non vuol chiudersi in un’altra gabbia, sia pure dorata come il tramontante berlusconismo, che riporti ai vecchi simboli della Destra italiana dalle cui fila egli pur sempre proviene.

A destra e a sinistra si annuncia un complicato periodo di vuoto e sospensione, e Scopelliti avverte “l’intuizione del Cavaliere resta valida, mettere insieme esperienze diverse per dare una casa ai moderati. E la cosa più credibile resta quella del Pdl”. Non la casa giusta ma quella più credibile: quel di meglio che al momento passa il mercato. Scopelliti sembra saperlo che il tratto di Berlusconi sarà breve e propone il moderatismo (lontanissimo dal berlusconismo) come schema ideologico del suo futuro. Speriamo che Scopelliti sappia che è molto più facile uscire dalla vecchia area obsoleta dell’impresentabile destra italiana che non entrare nell’area del moderatismo. Un progetto che in Italia fino ad ora non è riuscito a nessuno. A questo il Governatore Coordinatore deve aggiungere la specifica calabrese e cioè la complicanza del rapporto con l’alleato Udc, su cui egli ha scommesso forte: non può rompere il giocattolo ma deve saper frenare e fermare gli impulsi distruttivi di alcuni suoi amici del Pdl, e dare risposte ai fratelli-coltelli del centro cattolico. I quali, a loro volta, non sanno che pesci prendere perché non è chiaro (anzi…) che fine farà la corsa con l’alleato montiano, che rischia di mangiarsi quel che resta del partito di Casini.

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