Olio, il paradosso dell'Italia

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

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Addio alla dieta mediterranea con gli italiani che hanno tagliato del 25 per cento negli ultimi 10 anni gli acquisti di olio di oliva e i consumi a persona sono scesi a 9,2 chili all'anno, dietro la Spagna con 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata alla Giornata nazionale dell'extravergine italiano dalla quale si evidenzia il rischio di effetti negativi per la salute per la scomparsa dalle tavole di uno dei prodotti base della dieta mediterranea, riconosciuto unanimemente come elisir di lu"A pesare sono tra l'altro i recenti scandali sulle truffe dell'olio che hanno aumentato la diffidenza come pure la diffusione di prodotti di importazione di bassa qualita' che disorientano i consumatori" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si tratta di "una situazione intollerabile in un Paese come l'Italia che e' l'unico al mondo a contare su 533 varieta' di olive e 43 oli tutelati dall'Unione Europea".

I 250 milioni di ulivi diffusi su tutta la penisola proprio quest'anno hanno garantito una produzione da record dal punto di vista qualitativo, grazie ad una stagione caratterizzata da condizioni climatiche prevalentemente favorevoli e dalla sostanziale assenza di problemi fitosanitari rilevanti. Il pericolo della mosca olearia e' stato scongiurato soprattutto grazie alle alte temperature che si sono registrate nei mesi estivi, il cui protrarsi, pero', unitamente alla prolungata assenza di precipitazioni, ha ostacolato in alcune zone il normale sviluppo vegetativo degli oliveti, impedendone la piena carica produttiva. Questo ha fatto si' che, pur essendo le previsioni di produzione in netto rialzo rispetto alla annata precedente, si presagisca una raccolta comunque inferiore alla media. Dalla ponderazione delle stime delle diverse regioni si perviene quest'anno a una crescita attesa media del 46% rispetto alla campagna 2014-2015, per un valore assoluto che si attesterebbe a circa 299 mila tonnellate, secondo l'Unaprol. Il segno positivo e' registrato in tutte le regioni olivicole italiane, con l'eccezione della Sardegna. In queste condizioni per approfittare dell'ottima annata Made in Italy, il consiglio di Coldiretti e' quello di guardare con piu' attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui e' esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. Se si vuole comperare un buon extravergine italiano - conclude la Coldiretti - bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione". 

L'olio di oliva tunisino inonda l'Italia, dove importazioni dal Paese nordafricano sono aumentate del 734 per cento nel 2015, ovvero di oltre otto volte rispetto alle quantita' rispetto allo scorso anno. Emerge da una analisi di Coldiretti presentata alla Giornata nazionale dell'extravergine italiano, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi. "Quest'anno - sottolinea Coldiretti - si sono registrati sbarchi record di olio dalla Tunisia che diventa il terzo fornitore dopo la Spagna, la quale perde terreno anche a favore della Grecia, con l'aumento del 517 per cento delle spedizioni elleniche verso l'Italia nello stesso periodo. Il risultato e' che nel 2015 l'Italia si conferma il principale importatore mondiale di olio di oliva nonostante l'andamento positivo della produzione nazionale". 

"Una situazione che - secondo Coldiretti - rischia di peggiorare ulteriormente dopo il via libera annunciato dalla Commissione Europea all'aumento del contingente di importazione agevolato di olio d'oliva dal Paese africano verso l'Unione europea fino al 2017, aggiungendo ben 35.000 tonnellate all'anno alle attuali circa 57.000 tonnellate senza dazio gia' previsti dall'accordo di associazione Ue-Tunisia".. Sotto accusa e' la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicare per legge l'origine in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati e' pero' quasi impossibile leggere le scritte "miscele di oli di oliva comunitari", "miscele di oli di oliva non comunitari" o "miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari" obbligatorie per legge nelle etichette dell'olio di oliva. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente. In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato.

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