Siderno, quando perde la democrazia

Scritto da  Pubblicato in Filippo Veltri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

filippo_veltri.jpgPier Domenico Mammì, candidato del Pd alle primarie di coalizione del centrosinistra per il sindaco di Siderno, si è ritirato dalla competizione. Notizia di alcuni giorni fa.

Macrì, medico dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, era stato vittima, una settimana fa, di un atto intimidatorio. Ignoti avevano lasciato sulla sua auto una tanica di liquido infiammabile e due proiettili. La decisione di ritirarsi dalle primarie di coalizione, in programma il prossimo 22 febbraio, è stata comunicata dallo stesso Macrì, il quale nel corso di una conferenza stampa ha spiegato di "avere aderito alla volontà della sua famiglia. Una decisione – ha detto – sofferta ma meditata". Può darsi che quelle intimidazioni erano scollegate dall’impegno pubblico che Mammì si accingeva a rivestire ma se lo stesso interessato nel giro di un paio di giorni ha deciso di gettare la spugna un collegamento deve pure esserci.

Siderno non è un comune qualsiasi della locride: commissariato per mafia da un paio d’anni, l’ex sindaco arrestato e ancora carcerato, decine di inchieste della Dda di Reggio Calabria sul ruolo delle cosche di ‘ndrangheta nella comunità, sulla pervasità mafiosa nelle istituzioni così come nell’economia e nella vita civile. Mammì aveva scelto come slogan quello del ritorno ad una Siderno normale ma è evidente a tutti come quello che sta accadendo tutto è tranne che normale.

Sarebbe opportuno che chi di dovere entrasse più decisamente in questa storia, a pochi mesi dal voto che riconsegnerà la cittadina alla normale vita democratica. Mammì come il sindaco in carica di Tropea, anche lui medico e anche lui vittima di una pesante intimidazione (ha detto però che non intende andarsene) sono gli esempi di come dovrebbe andare avanti la politica calabrese: professionisti cioè prestati alla politica e alle istituzioni, quella benedetta società civile che decide di sporcarsi le mani e di non stare sempre a lamentarsi sulle tante cose che non vanno. Ma se poi non c’è il supporto concreto dello Stato la democrazia muore lo stesso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA