Elogio della fragilità. E dello smarrimento

Scritto da  Pubblicato in Francesco Bevilacqua

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francesco_bevilacqua.jpgNella faggeta, che si risveglia dopo l'inverno. Elegante e semplice come una cattedrale gotica. Dovrei star fermo. Ma non so resistere. Mi inoltro verso il cuore del bosco. Come una navata profonda, infinita. Il dolore al piede è silente. Ho dismesso da poco le stampelle. Ma non so ancora se sono guarito. Un gruppo di giovani ha organizzato un raduno per salvare la faggeta di Condrò dal taglio. Ho evitato di venire al mattino per non esser tentato dall'escursione in programma. Ma ora, al pomeriggio, prima della conversazione, non resisto al richiamo. Piano piano, come un pellegrino, sfilo fra i giganti arborei. Il ruscello mormorante accanto. Le rupi maculate di muschi e felci sparse sui declivi. Tutto ruota intorno a me. Come in un vortice lento, ipnotico. Fragile e smarrito: così mi sento! Torno sui miei passi. Col terrore che dal piede possa giungere una fitta. Gli altri sono in cerchio attorno al fuoco. Parlano del bosco come di qualcuno da sottrarre all'insolenza di altri umani. Mi dico: compassione ci vuole. Per sé e per gli altri. E rispetto, e comprensione, e cortesia, e amore.

L'insolenza tutto distrugge. Insolenza è la parola d'ordine delle nostre società spietate. La fragilità e lo smarrimento sono antidoti dell'insolenza. Fragile e smarrito è chi non riga dritto, chi subisce, chi non canta col coro, chi pensa eccentrico. E soffre. Il fuoco riscalda l'aria diaccia di questa parentesi invernale a inizio primavera. Gli altri discutono. Naufrago nei miei pensieri. Solo essendo fragili si può comprendere la fragilità altrui. Solo smarrendosi si può cercare la via. Il pomeriggio trascolora lentamente. Le voci si susseguono accorate. Fragilità e smarrimento affliggono. Ma sono anche doni incommensurabili. Perché è grazie ad essi che ci è consentito scoprire nel volto del nostro prossimo quegli stessi doni. E divenirne partecipi. Perché è grazie ad essi che possiamo osservare uomini e donne e luoghi col cuore colmo di commozione. Non c'è compassione per gli altri senza fragilità. Non c'è orizzonte di  volti e isole e terre e continenti, senza smarrimento.

 

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