Calabria: E… Il sogno di Alessandro il Molosso svanì a Pandosia

Scritto da  Pubblicato in Francesco Vescio

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francesco_vescio.jpgGli anni intorno alla seconda metà del IV secolo a.C. furono abbastanza difficili per gli Italioti (Elleni abitanti nelle attuali regioni meridionali di Puglia, Lucania, Campania e Calabria) e per i Sicelioti (Elleni abitanti in Sicilia). Gli Elleni, in tempi storici, cioè non mitici [C’è un’antica ed ampia tradizione letteraria su tale argomento, N.d.R], avevano fondato colonie in tutte le regioni sopra menzionate per lo più nell’VIII e VII secolo a.C., ma non avevano mai controllato tutto il territorio delle stesse, se non nell’attuale Calabria, dove avevano fondato numerose città – stato (pòleis) lungo le zone costiere dello Ionio prima e del Tirreno successivamente. Nei secoli i rapporti dei coloni ellenici  con gli abitanti delle diverse regioni, autoctoni o immigrati, come i Cartaginesi in Sicilia, erano stati molto differenziati: alleanze, guerre, fusioni si erano verificate in modo continuo anche se con modalità diverse, da indagare caso per caso. In Sicilia i Cartaginesi, che occupavano la zona occidentale, tentarono una politica espansionista ; alcune città siceliote si rivolsero ad un ottimo comandante corinzio Timoleonte, il quale riuscì a fermarli  sconfiggendoli presso Segesta. Anche Taranto era minacciata da Lucani e Iapigi ed anch’essa chiese aiuto ad un comandante proveniente dalla madrepatria Sparta, l’intervento fu affidato ad Archidamo III, ma questi fu sconfitto nel 338 a.C. In tale contesto va collocata la spedizione di Alessandro il Molosso in Italìa (così gli Elleni chiamavano le regioni dell’odierna Itàlia meridionale da loro colonizzate); la stessa si svolse dal 334 al 331/330 a.C.

Egli era re dell’Epiro (Paese dell’attuale Penisola Balcanica, corrispondente, grosso modo, all’odierna Albania), in quel tempo era molto importante, anche perché era fratello di Olimpiade, moglie di Fiippo II, re di Macedonia, sovrano molto potente nel mondo ellenico di allora; era, in altri termini, zio di Alessandro Magno, il fondatore del grande impero ellenistico. Ma Alessandro  il Molosso non fu affatto fortunato come il nipote; l’accostamento tra i due fu fatto già nell’antichità; i due brani seguenti di Trogo-Giustino, (XII 2, 1-2  e XII 2,12) lo confermano: “Inoltre Alessandro, re di Epiro, invitato in Italia dai Tarantini che invocavano il suo aiuto contro i Bruzzi [i Bretti], era partito con così grandi ambizioni, come se, nella spartizione del mondo, ad Alessandro, figlio di sua sorella Olimpiade, fosse toccato in sorte l’Oriente e a sé l’occidente; era convinto, infatti, che avrebbe avuto occasioni non minori di imprese, in Italia e in Africa e in Sicilia, di quanto la sorte ne riservava a suo nipote in Asia e in Persia…  Combatté [Alessandro il Molosso] anche contro Bruzzi e Lucani e conquistò molte loro città; con i Metapontini e con i Peucezi e con i Romani siglò invece un patto di amicizia” (Da “Lorenzo Braccesi – Flavio  Raviola, La Magna Grecia, Il Mulino, Bologna,2008, pp.166 – 167). I primi successi e le ambizioni del re misero in allarme Taranto, che si ritirò dall’alleanza; lui continuò a combattere e tutto finì nel modo seguente: “…alla fine [ Alessandro il Molosso ] andò a stabilirsi su tre alture abbastanza distanti l’una dall’altra, non lontano dalla città di Pandosia da cui si possono controllare sia il territorio dei Lucani che quello dei Bruzi: da lì poteva far partire scorrerie in ogni parte del territorio nemico…


…Il re si volse indietro e si rese conto di essere incalzato da un schiera compatta di nemici; allora strinse la spada e spronò il cavallo in mezzo al fiume: era quasi uscito fuori dal guado quando uno dei fuoriusciti lucani lo trapassò con un giavellotto scagliato da lontano… (Tito Livio, Storia Di Roma Dalla Fondazione, a cura di Gian Domenico Manzucato, Newton & Compton Editori, Roma, 1977, pp.173 – 175 – Libro VIII,24 -25). I testi sopra citati sono una testimonianza della grande risonanza che la spedizione di Alessandro il Molosso ebbe sia fra i Greci sia fra i Romani.

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