La storia di Nicola Sesto, dai palazzetti di Lamezia alla vittoria della Coppa Italia in volley

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Lamezia Terme - Una sana ventata di lametinità nella finale della Coppa Italia di volley maschile, Serie A2, giocatasi venerdì sera a Cuneo davanti a duemila spettatori e trasmessa in diretta su Raisport. Alla fine della sfida, vinta 3-1 dagli ospiti della Conad Reggio Emilia, ad alzare al cielo il trofeo tricolore è stato, assieme a capitan Garnica, il suo vice Nicola Sesto, aitante centrale nato e cresciuto a Lamezia Terme da dove, all'età di 18 anni, ha spiccato il volo per una lunga carriera che lo ha portato a girare in lungo ed in largo l'Italia. "A Lamezia sono quasi uno sconosciuto - ci dice sorridendo Sesto - perché vi ho giocato solo un paio di anni a livello giovanile".

L'amore per la pallavolo non è sbocciato subito per Nicola

"Essendo mio padre presidente di una consolidata società di atletica, la Libertas Lamezia, sin da piccolo ho iniziato a praticare tale sport. Solo a 17 anni ho cominciato a frequentare con assiduità il palazzetto, attratto dalle gesta dell'allora squadra cittadina di volley militante in A. Iniziai così a giocare nel settore giovanile della Raffaele Lamezia, con la cui squadra arrivammo a disputare le finali nazionali di categoria. Fu la mia fortuna dato che in quell'occasione fui adocchiato dai tecnici della formazione di Cuneo i quali mi proposero di trasferirmi in Piemonte. Li feci due ulteriori anni nel vivaio, quindi sei stagioni in B1 tra Gioia del Colle e Brolo. Poi solo A2 tra Isernia, ancora Brolo, Matera, Ortona, Tuscania Volley e, con l'intermezzo di un anno, nel quale sono ritornato ad Ortona, ben quattro annate consecutive con la Conad Reggio Emilia".

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Per un curioso scherzo del destino, l'atleta lametino ha dunque alzato la Coppa Italia proprio ai danni della squadra che lo ha cresciuto, pallavolisticamente parlando, e poi lanciato ad alti livelli. "Non posso che essere grato alla società piemontese. Proprio dalla determinazione con la quale mi vollero e dall'attenzione che dimostravano nei miei confronti durante gli allenamenti, iniziai a capire che avevano deciso d'investire sul sottoscritto e quindi presi coscienza che potevo fare una carriera importante. Ringrazio pure i miei genitori per avermi consentito di fare l'ultimo anno delle superiori a Cuneo e quindi diplomarmi. Quanto alla carriera nella pallavolo, alla lunga i tanti sacrifici ed il duro lavoro fatto in palestra mi hanno premiato. Ai ragazzi lametini che si cimentano in qualsiasi sport dico che per riuscire ad emergere e a rimanere ad alti livelli, la testa e la mentalità fanno la differenza quanto il fisico. Allenarsi sempre con grande intensità e non sentirsi mai arrivati, insomma". Vibo Valentia da ormai diversi anni ha spezzato l'egemonia che per molto tempo a livello pallavolistico ha invece avuto Lamezia.

Sesto ha le idee chiare su cosa non abbia più funzionato nella città della piana

"Troppo campanilismo e rivalità tra le tante società cittadine di volley. Lamezia può fare molto di più e quindi tornare ai massimi livelli, ma solo a patto di unire le forze e fare una vera programmazione a lungo termine. I progetti a vincere di uno-due anni, per poi di nuovo scomparire, non servono a niente". Costruire partendo da fondamenta solide, quindi, come quelle dell'ormai completato nuovo, avvenieristico, palazzetto di via del Progresso. "Ho avuto modo di vederlo solo esternamente e devo ammettere che sono molto curioso di poterlo presto ammirare anche internamente. È una struttura molto bella ed importante. Mi auguro venga utilizzata per eventi di ogni genere e quindi non solo prettamente sportivi. L'importante è che non rimanga la solita cattedrale nel deserto; sarebbe davvero grave".

Nonostante da ormai quattro anni di fatto trapiantato in Emilia, il legame con Lamezia non si è mai indebolito

"Resta sempre casa mia. Li ho i miei affetti più cari: la famiglia e gli amici storici. Tant'è che ogni estate tornò giù. Ho inoltre mantenuto i rapporti con tutti gli allenatori avuti a livello giovanile". Restando in tema, venerdì sera Nicola Sesto non è stato l'unico lametino ad aver preso parte alla finale di Coppa Italia giocatasi nel palasport cuneense. Il secondo arbitro di gara era infatti Alessandro Cavalieri, altro nostro concittadino. "Prima del fischio d'inizio abbiamo più volte incrociato i nostri occhi, niente di più essendo ovviamente entrambi molto concentrati sulla sfida che ci attendeva. Al termine sono stato travolto dalla gioia dei nostri tifosi e quindi non sono riuscito a salutarlo. In campionato, comunque, ci aveva già arbitrato diverse volte. Colgo l'occasione per fare anche a lui i complimenti". La conquista di questa Coppa Italia di A2 è stato qualcosa di storico, e allo stesso tempo quasi insperato, per la Conad Reggio Emilia. "La società non aveva ancora mai vinto questo trofeo. Partivamo sfavoriti, peraltro, considerato che da quinti abbiamo dovuto giocare in trasferta sia i quarti, che semifinale e finale. Abbiamo capito che potevamo farcela quando in semifinale siamo riusciti a vincere a Bergamo, ovvero in casa della favorita principale. La compattezza e l'unione del nostro gruppo alla lunga hanno fatto la differenza. Siamo una squadra con forti valori umani e morali. L'aver vinto la coppa ora ci consentirà di disputare, ad aprile, la Supercoppa Italiana contro la squadra che in campionato chiuderà in prima posizione la regular season".

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Nicola Sesto è il secondo pallavolista lametino che vince la Coppa Italia di serie A

Ci era già riuscito Antonino Ferraro, nel 2003, con la Tonno Callipo Vibo Valentia. Prima di salutarci, Sesto ci anticipa che "a breve come squadra saremo ricevuti e premiati, per il trofeo vinto, dal Governatore della Regione Emilia Romagna Bonaccini. Non nascondo che sarebbe bello ricevere un riconoscimento anche dall'amministrazione comunale di Lamezia, visto che in citta', probabilmente, in tanti neanche mi conoscono".

Ferdinando Gaetano