Il contrappasso

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

maria_arcieri.jpg

“In verità le cose che nella vita sono tenute in gran conto si riducono a vanità, o putredine di nessun valore; botoli che si addentano, bambocci litigiosi che ora ridono, poi tosto piangono” (V, 33). Questi accenti sconsolati e disincantati, sono dell’imperatore romano Marco Aurelio. Pensiamo cosa potrebbe avvenire un giorno nell’aldilà o riteniamo di essere immortali? Chiediamo a noi stessi se esiste la legge del contrappasso. Riflettiamo su quello che ci è successo nella vita. Bertran de Born è uno dei pochi personaggi dell’inferno di Dante che spiega il suo contrappasso. La sua colpa era di aver seminato discordia, creando una divisione tra un padre e un figlio. Il suo corpo fu diviso in due pezzi. La genialità dell’autore della Divina Commedia divide la legge in analogia o per contrasto. E in entrambi i casi è potente come idea. Per analogia, la pena è uguale al peccato, per contrasto è l’opposto del peccato.

“La putredine della materia, che è il sostrato di ogni cosa, è acqua, polvere, ossicini o fetida sozzura” (IX, 30). “Le vivande cotte ed altri commestibili del genere bisogna rappresentarseli quali il cadavere di un pesce, di un uccello o di un porcellino; e il Falerno quale succo d’uva; e la porpora quali peli di pecora bagnati nel sangue di una conchiglia; e il coito quale lo sfregamento di un budellino e l’emissione di un po’ di muco accompagnato da uno spasimo” (VI, 13) Marco Aurelio.

Crediamo che possa esistere una legge del contrappasso? Dal latino contra e patior, soffrire il contrario. Il principio regola la pena e colpisce i rei, con il contrario della loro colpa o per analogia. E’ una legge che fa paura e fa ancor di più fa riflettere.

Seneca, scrittore e filosofo, la applica nella satira “Apokolokyntosis” all’imperatore romano Claudio nell’oltretomba che con l’applicazione della legge del contrappasso viene affidato a uno dei suoi liberti, perché aveva avuto la fama di esser vissuto in mano a loro e condannato a giocare a dadi con un bussolotto forato. Siccome da imperatore imbrogliava e ne usciva sempre vincitore, ora perderà per l’eternità. Oggi in termini più semplicistici è come chi mangia solo caviale e nell’aldilà dovrà cibarsi solo d’immondizia. Come sarebbe la nostra vita al pensiero di essere puniti con questo metodo?

Esempi: i lussuriosi travolti da passioni amorosi saranno travolti da una bufera e gli ignavi costretti a correre per l’eternità dietro a un vessillo bianco. Cosa sarà di noi? “Statevi quieti” ripeteva sempre mia nonna. Ha vissuto fino a 99 anni e sarà sicuramente in Paradiso…anche lì vige una legge ma non è feroce come quella del contrappasso…

© RIPRODUZIONE RISERVATA