Il mio ricordo di Paolo VI

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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"Ed ora le nostre labbra, chiuse come da un enorme ostacolo, simile alla grossa pietra rotolata all’ingresso del sepolcro di Cristo, vogliono aprirsi per esprimere il «De profundis», il grido cioè ed il pianto dell’ineffabile dolore con cui la tragedia presente soffoca la nostra voce. E chi può ascoltare il nostro lamento, se non ancora Tu, o Dio della vita e della morte? Tu non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo Uomo buono, mite, saggio, innocente ed amico; ma Tu, o Signore, non hai abbandonato il suo spirito immortale, segnato dalla Fede nel Cristo, che è la risurrezione e la vita. Per lui, per lui”.

Il papa della mia nascita è venerabile dal 20 dicembre 2012, dopo che papa Benedetto XVI ne ha riconosciuto le virtù eroiche. Ed è stato beatificato il 19 ottobre 2014 da papa Francesco. Non potevo non ricordarlo nel mio blog e soprattutto non potevo non citare Giovanni Battista Montini, Papa Paolo VI, quando dovette affrontare nel marzo di quell’anno il sequestro del suo amico di una vita, Aldo Moro. E fece un gesto storico clamoroso. Scrisse una lettera agli “uomini delle Brigate Rosse”, dicendo di “inginocchiarsi” dinanzi a loro per chiedere la liberazione di Moro. Una liberazione “senza condizioni”. La lettera non ebbe effetto. 

Il Papa fece raccogliere una grossa cifra di denaro per la libertà di Moro. Il 9 maggio di quell’anno, nel bagagliaio di una R4 rossa, lo statista democristiano venne ritrovato assassinato. “Dies amara valde”, giorno di infinita tristezza, risuonò sulle labbra dell’anziano Pontefice. Paolo VI celebrò i funerali in Laterano per Moro. Un funerale senza il morto, perché la famiglia decise di proteggere e tumulare a Torricola Tiberina. Il Papa nell'omelia sembrò quasi che fece un rimprovero a Dio per non aver permesso il salvataggio di Moro.  Trapelò nelle sue parole il dolore che si fece preghiera e speranza. Conosco questo pezzo di storia perché la mia guida spirituale mi disse mesi fa di leggere questa commovente omelia di un grande papa che, per fortuna è stato beatificato.

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