La "Summer arena" di Soverato si scalda con la musica di Max Gazzè

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Soverato - L'incipit è per i fan più accaniti, quelli che lo seguono da sempre: “Sirio è sparita” è infatti la canzone con la quale Max Gazzè ha scelto di aprire il suo concerto alla “Summer arena” di Soverato nella notte di San Lorenzo. Il brano è datato 1996, inserito nel suo primo album “Contro un'onda del mare”. La scelta, alla fine, non sorprende perché l'esibizione di Gazzè riunisce oltre vent'anni di successi.

Al numeroso pubblico offre sia pezzi meno noti della sua produzione sia quelli che sono diventati dei veri tormentoni e che fanno alzare in piedi anche gli spettatori meno avvezzi a lasciarsi coinvolgere. Ci sono estratti del suo nono e ultimo lavoro discografico, “Maximilian”, come “Mille volte ancora”, “Teresa”, “Disordine d'aprile”, suonata in versione acustica con Tommaso Di Giulio, il giovane cantautore che ha scritto il testo e che ha anche aperto il concerto di Gazzè.

Ci sono le canzoni presentate a Sanremo, come “I tuoi maledettissimi impegni” del 2013, che riflette, con l'immancabile ironia, sull'alienazione dell'uomo moderno. O come “Sotto casa”, arrivata settima sempre in quell'edizione del Festival, che ha riscosso poi grande successo grazie alla melodia che resta impressa e che ha fatto ballare proprio tutti. Si balla anche con “La favola di Adamo ed Eva”, in cui si esalta Massimo Dedo: da applausi i suoi virtuosismi con il trombone. Ma è tutta la band che si dimostra di livello: Giorgio Baldi e Francesco De Nigris alle chitarre, Cristiano Micalizzi alla batteria, il vibonese Clemente Ferrari alle tastiere, Arnaldo Vacca alle percussioni.

L'arena canta con i classici “Il solito sesso”, “Vento d'estate”, “Cara Valentina”, applaude quando ricorda la sua collaborazione con Niccolò Fabi e Daniele Silvestri in “L'amore non esiste”, si entusiasma con “Ti sembra normale”, si emoziona con “Mentre dormi” e “L'amore pensato”. La notte di Soverato è caldissima ma la temperatura non fa scemare la voglia di far festa. E quando, sotto il palco, qualcuno dello staff fa segno che ci si può avvicinare per “abbracciare” Max, in un attimo le poltrone si svuotano. Parte “La vita com'è” ed è un tripudio di cori e balli. E colori, grazie a un bel gioco di luci che ha caratterizzato tutto il concerto. La chiusura è con “Una musica può fare” e con gli applausi convinti dei presenti arrivati da tutta la Calabria per assistere a questa esclusiva regionale del Festival d'Autunno.

Una “summer edition” che, così come ha spiegato nella sua presentazione iniziale Antonietta Santacroce, direttore artistico del Festival, si è chiusa nel migliore dei modi, con un cantautore che «rappresenta bene l'hastag “ilritmoalcentro”, coniato per questa XV edizione per sintetizzare l'idea di un cartellone con artisti la cui musica è assolutamente coinvolgente". 

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