Nomination per il Maestro Arlia e Duettango per l'Orpheus Award

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Lamezia Terme - Istituito nel 2009 nell’ambito dall'Accordion Art Festival - l'Orpheus Award è un premio della critica dedicato alle produzioni discografiche; a giudicare i dischi concorrenti autorevoli giornalisti e critici musicali sulla base di nominations per 3 diverse categorie: Classica, Jazz, World. Quest'anno, per la categoria classica, la nomination è per Duettango, votato all'unanimità dalla giuria come migliore disco in classifica.  

Duettango, nato nel 2008 grazie ad un'intuizione del pianista e direttore d'orchestra calabrese Filippo Arlia, è oggi una delle formazioni cameristiche al mondo più impegnate nell'interpretazione della letteratura di Astor Piazzolla. 

“Nel 2017 – sottolinea il maestro Filippo Arlia -  in occasione del XXV anniversario della morte dell'indimenticato compositore argentino  Duettango ha pubblicato il primo album discografico distribuito in 16 paesi nel mondo. Un disco – prosegue Arlia - che aveva giá debuttato in Carnegie Hall a New York nel 2016 con un grande successo di pubblico e di critica e che è stato presentato in diretta RAI Radio3 dal Quirinale”. 

“La nomination per l'Orpheus Award – continua - è l’ultimo riconoscimento in ordine di tempo e naturalmente questo non può che riempirmi di orgoglio non solo e non tanto sotto il profilo personale quanto soprattutto per il fatto di essere riusciti, rimanendo in Calabria, a dare della nostra regione un’immagine diversa e “musicalmente” in grado di catturare l’attenzione nazionale ed internazionale. È una soddisfazione per me e lo è anche per l’intero Istituto Tchaikovsky che ho l’onere e l’onore di dirigere”. 

Un successo, quello di Duettango, merito anche della lungimiranza e della competenza della prestigiosa etichetta italiana Foné Records guidata da Giulio Cesare Ricci.

"La nostra etichetta - ha sottolineato Ricci -  si distingue ormai da decenni sul mercato discografico grazie alla grande qualità artistica e tecnica dei prodotti presentati. Ho deciso di pubblicare Duettango perché la sfida di Filippo Arlia - e cioè dimostrare che il pianoforte può dialogare alla pari con il bandoneon senza essere semplicemente un nobile comprimario - mi ha particolarmente appassionato". 

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