Continuità, discontinuità o rottamazione nella politica italiana

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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pino_gull.jpgNon venite a raccontare storie… Forse la rottamazione vale solo per la vecchia guardia del Pd. Certamente non è stata prevista per il Cavaliere di Arcore. Sembrava  politicamente finito. Risuscitato. A chi il merito  di cotanto miracolo? I cattivi (della sinistra e non) lo hanno attribuito al segretario del Pd, il regista dell’operazione politica. Altri che sia stato costretto al dialogo per poter concretizzare riforme condivise. Percorso obbligato. Non esisteva altra strada. In ogni caso  è balzata agli occhi la capacità  di comunicare e  d’intendersi tra i due, pur essendoci  quarant’anni circa di differenza. Renzi  non ha avuto nemmeno bisogno di segnare la discontinuità (a cui afferma di tenere molto) per mettere in atto la sintonia immediata con uno che è stato al potere da 20 anni. Neanche amore scoppiato all’improvviso per una certa politica. Al contrario, continuità e frequentazione. I due si conoscono da tempo. Il primo incontro avvenne nel 2005, per come riportato dalla stampa, quando l’allora trentenne presidente della provincia di Firenze, andò in Prefettura a trovare  Berlusconi, capo del governo. Dopo due ore di piacevole conversazione, così lo salutò: “Caro Renzi, ma come fa uno bravo come te a stare con i comunisti”.

Poi nel 2010 la visita ad Arcore da parte di Renzi, nell’intanto diventato sindaco della Città del Rinascimento italiano. Dal “lei” si è passati a “tu”. Solidarietà reciproca sui problemi da risolvere: una parte dei rifiuti del Napoletano da smaltire in Toscana; il ticket per il soggiorno dei turisti a Firenze da inserire nel “Milleproroghe”. Il titolo dell’articolo di Repubblica del 7 dicembre 2010 riferiva la seguente frase di Berlusconi rivolta a Renzi :“Tu mi somigli”. Insomma la buona comunicazione  e la sintonia tra i due  vengono da lontano, pur nell’ambito di ruoli ben precisi. Carlo Rossella, nella trasmissione Agorà di qualche settimana fa, ha detto chiaramente dell’apprezzamento di Berlusconi verso il segretario del Pd: “Lo considera un liberal. Se Renzi vincerà le elezioni non sarà un problema per il Cavaliere". Toti, il nuovo consigliere politico del leader di Forza Italia, davanti alle telecamere di Porta a Porta, ha affermato inequivocabilmente che molto simili sarebbero le idee di Berlusconi e di Renzi. Senz’altro le analogie risaltano nell’uso accorto del mediatico, con le varianti riguardanti la scenografia, l’ambientazione e gli interni. Non abbiamo mai visto Berlusconi twittare davanti alle telecamere, la Leopolda è diversa dai palchi, palcoscenici e gigantografie delle adunate berlusconiane. L’uso della bicicletta, del taxi e del treno per gli spostamenti è discontinuamente renziano. In tal caso il termine rottamazione per le macchine di lusso, cosiddette presidenziali, è senz’altro più appropriato.

E’ stato notato che il Cavaliere, in un primo momento, è apparso in tv con minore frequenza, e non era sembrato preoccupato del maggiore spazio mediatico conquistato dal segretario del Pd. Discontinuità. Immediatamente dopo ha fatto capolino la continuità. Mentre partecipava ad una manifestazione in Sardegna, è tornato al  comizio show che gli è caratterialmente più congeniale, con le inevitabili battute: “Non rottamiamo nessuno (…) Toti  è venuto per amor mio, ma preciso che non siamo gay”.  Così abbiamo letto sui giornali. Di seguito l’intervista al leader di Forza Italia sul Corriere della Sera di Alan Friedman. Anche il Cavaliere, dunque, si muove tra continuità e discontinuità. Questo modo di procedere ha consentito l’accordo sulla legge elettorale tra i due. La proposta  ha superato alla Camera le prime prove in Commissione e successivamente in Aula. Speriamo che le prossime sedute parlamentari possano perfezionare quello che per adesso rimane un accordo sulle riforme elettorali e costituzionali; in primis tra Berlusconi, Renzi e i relativi partiti di appartenenza, solo con qualche mal di pancia all’interno degli stessi, ma emarginando leader e altre formazioni politiche, seppur minori. Come andrà a finire?

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