Esame di coscienza ambientale per la salvaguardia del creato

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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pino_gulla.jpg“Anche la cura della casa comune è un’opera di misericordia”. E’stato il messaggio di papa Francesco il primo giorno di settembre, nella “Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato”, istituita con la pubblicazione della “Laudato si’”, la sua enciclica ambientale. L’opera di misericordia va perseguita per salvaguardare la casa comune. “Distruggere il pianeta è un peccato che va confessato ed espiato”. Per Papa Bergoglio ai tanti peccati e/o ingiustizie di ogni genere di cui pentirsi vanno aggiunti quelli perpetrati come danni arrecati all’ambiente. Il Pontefice si è rivolto alle altre confessioni religiose, come è successo qualche settimana fa ad Assisi, e verso i laici, alla ricerca di un dialogo con i popoli della Terra, chiamando a raccolta gli uomini della politica, della economia e della cultura in modo da realizzare uno sviluppo sostenibile per tutti. Il messaggio di Sua Santità è stato un compendio della “Laudato si’” che, pur essendo pastorale, fa tesoro delle conquiste scientifiche e delle nuove verità in campo filosofico, politico, economico ed ecologico. E sull’enciclica di Bergoglio vorremmo soffermarci, scorrendo le pagine già lette per sottolinearne alcune significative in sintonia con le problematiche emergenziali della intera umanità. Abbiamo scoperto molti punti in comune con Destra e Sinistra Addio, il libro di Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la decrescita felice, di cui abbiamo già scritto sull’ultimo numero de il Lametino. Inoltre “Laudato si’”  ci ha ricordato il seminario Economia e Decrescita  del 2012 su Georgescu Roegen e Latouche nella Scuola di Alta Formazione “Francesco Fiorentino” di Lamezia Terme. “E’ arrivata l’ora di accettare una certa decrescita (p.172)”, così il vicario di Cristo. Papa Francesco collega religione, filosofia, economia, politica sullo stesso paradigma di Edgar Morin, iniziatore della Filosofia della Complessità. A tal riguardo va menzionato un altro seminario della Scuola “Francesco Fiorentino”: La filosofia e gli altri saperi del 2006. In proposito abbiamo scelto questo breve passaggio della Laudato si’: “… diventa attuale la necessità impellente dell’umanesimo che fa appello ai diversi saperi … (p. 134)”.

 L’edizione San Paolo dell’enciclica contiene la “Guida alla lettura” affidata a un “lettore non credente”, Carlo Petrini, presidente e fondatore di Slow Food, associazione internazionale no profit che valorizza il cibo nel rispetto di chi produce in armonia con l’ambiente. La prefazione parla di analisi lucidissima del Santo Padre e di richiamo forte al dialogo fra tutti i popoli: “Dobbiamo sentirci uniti da una stessa preoccupazione”, appunto la problematica ambientale che viene sottolineata nella disamina dei diversi capitoli. Come evitare la completa rovina dell’umanità? Stiamo correndo verso il baratro di un suicidio annunciato nel consumare pervicacemente più risorse di quanto il nostro Pianeta possa offrire. Il rimedio si trova realizzando “un’ ecologia integrale ( … ) inseparabile dalla nozione di bene comune ( … ) che svolge un ruolo centrale e unificante nell’etica sociale (p.144)”. Altrimenti, se si continua così, noi scompariremmo, anche se la Terra (Gaia) continuerebbe a vivere come sostiene Lovelock (v. articolo online precedente).

 L’incipit dell’enciclica è a pag. 27: Francesco I di Roma canta i versi di Francesco d’Assisi, il Cantico delle creature. La casa comune: Laudato si’, mi Signore, per sora nostra matreTerra, / la quale ne sustenta et governa / et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Ma “questa sorella protesta per il male che le provochiamo”. Da qui l’esortazione ad “interagire” responsabilmente con le altre specie viventi per consegnare il Pianeta alle generazioni future in condizioni di vivibilità. Innanzitutto il senso di responsabilità è necessario nel “coltivare e custodire” con l’ecologia integrale un sistema così complesso da non essere ancora compreso completamente dalla scienza, considerato misterioso per chi non crede, intimamente e spiritualmente intuito da chi ha fede. Per concretizzare le soluzioni sono necessarie tanta etica e tanta buona politica, a livello locale e globale. Nel contempo deve prendere piede un movimento mondiale di opinione che denunci le ingiustizie umane e il degrado ambientale con un richiamo forte alle proprie ed altrui responsabilità nell’interesse di tutti.

 Fin dalle prime pagine papa Francesco fa riferimento ai suoi predecessori, evidenziando il filo rosso tra passato e presente della Chiesa cattolica per quanto riguarda l’attenzione sull’ambiente. Ed ecco virgolettata l’Octogesima adveniens, la lettera apostolica di Paolo VI, in occasione degli 80 anni della Rerum Novarum di Leone XIII sulla giustizia sociale: “[L’uomo] attraverso un uso sconsiderato della natura, rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione (p. 28 )”. E poi Giovanni Paolo II: “[L’essere umano sembra] non percepire altri significati del suo ambiente naturale, ma solamente quelli che servono ai fini di un immediato uso e consumo ( p. 29 )”. E Benedetto XVI nel discorso del 2007 al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede: “… correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente (p. 30 )”. Quindi il Messaggio per la giornata di preghiera per la salvaguardia del creato, il primo settembre del 2012, del Patriarca ecumenico ortodosso Bartolomeo che  metteva in risalto “il nostro apporto, piccolo o grande, allo stravolgimento e alla distruzione dell’ambiente (p. 32)”.

  Nei vari capitoli vengono ricordate tutte le Conferenze dei vescovi che hanno affrontato il problema ecologico nelle diverse regioni del mondo (Africa, Episcopato Latino Americano e dei Caraibi, Filippine, Bolivia, Germania, Patagonia, Usa, Canada, Giappone, Brasile, Paraguay, Nuova Zelanda, Portogallo, Messico, Australia). La Chiesa globale cattolica è concentrata sulla grave emergenza da risolvere. Il vescovo di Roma insieme agli altri vescovi del mondo lancia l’allerta sui guasti ambientali del Pianeta. Nelle sue parole riecheggiano i passati argomenti seminariali della Scuola “Francesco Fiorentino”: “La frammentazione dei saperi ( … ) spesso conduce a perdere il senso della totalità ( … ) e impedisce di individuare vie adeguate per risolvere i problemi più complessi del mondo. ( … ) Il tutto è superiore alla parte ( … ) Concepire il pianeta come patria (…) Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio sull’economia e sulla politica (…) La finanza soffoca l’economia reale ( … ) L’obiettivo è la massimizzazione dei profitti ( … ) Il modello della tecno scienza [applicato] a tutta la realtà umana ( … ) è solo un segno del riduzionismo ( … ) Nella modernità si è verificato un notevole eccesso antropocentrico”. E potremmo continuare. Abbiamo bisogno di conoscenza e “di tutto ciò che è stato prodotto nelle [diverse] aree del sapere, comprese la filosofia e l’etica sociale” per rimettere in equilibrio gli ecosistemi; poi non devono mancare gli  uomini armati di buona volontà in grado di realizzare quanto programmato. Ecco l’ecologia integrale di papa Francesco: “E’ fondamentale cercare soluzioni integrali ( … ) Non ci sono due crisi separate, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale ( … ) [Si richiede] un approccio integrale per combattere la povertà ( … ) e nello stesso tempo prendersi cura della natura”. Saremo pronti e preparati a seguire papa Francesco nella ricerca di un nuovo Paradiso terrestre?                                        

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