La valanga sull’hotel Rigopiano ai piedi del Gran Sasso. Considerazioni

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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 Esprimiamo vicinanza sincera alle popolazioni del Centro Italia dove la terra continua a tremare con le scosse che si susseguono senza fine. Noi che abitiamo in una regione, la Calabria, dalla zolla ballerina, sappiamo cosa significhi terremoto: siamo stati colpiti più volte negli affetti e nelle cose senza poter fare niente. In qualche modo con la solidarietà altrui ci siamo rialzati. Solidarietà ricambiata nell’ottica, appunto, di un’Italia solidale. Giorni fa sono partiti dalla nostra regione uomini e mezzi e sono già operativi nelle zone disastrate. Facciamo gli auspici più calorosi per il ripristino di una situazione tranquilla; ci auguriamo il cambiamento immediato in positivo per poter ricominciare una vita normale. A far da compagno senza cuore ai movimenti tellurici abruzzesi e marchigiani il maltempo. Vere e proprie tormente di neve hanno messo in ginocchio gente laboriosa. Per ultimo la valanga rovinosa e la frana devastante, entrambe provocate  probabilmente dalle ennesime scosse; una dopo l’altra hanno travolto l’hotel Rigopiano e gli ospiti sono rimasti intrappolati sotto, ricoperti non solo dalla neve, ma da tutto il materiale trasportato dalla slavina.  “[Secondo i Carabinieri ] la slavina di 100 mila tonnellate di neve si è abbattuta sull’hotel a oltre 100 km orari (Corriere della Sera)”. Da quello che abbiamo appreso attraverso la stampa e la tv  pare che qualcosa non sia andata per il verso giusto nel funzionamento della struttura sistemica della Protezione Civile: tempi lenti con cui si è attivata la macchina dei soccorsi per raggiungere l’albergo; la turbina spazzaneve è arrivata dopo oltre 15 ore. Un’e-mail, inviata dall’hotel nel primo pomeriggio (in alcune foto pubblicate si legge l’ora precisa dell’invio in altre no) di mercoledì 18 gennaio alle autorità competenti, pare sia stata sottovalutata. Tra le 16.30 e le 17.00 dello stesso giorno il disastro.

Alcune firme illustri, già venerdì scorso, avevano seppellito “trenta disgraziati morti”, mentre finora, nel momento in cui stiamo scrivendo, risultano 12 vittime, 17 dispersi, 9 estratti dalle macerie in buone condizioni e due sopravvissuti. Salvati tre cuccioli di pastori abruzzesi. Bastava aspettare un po’a scrivere. Infatti è avvenuto il MIRACOLO. Così abbiamo letto su alcuni quotidiani, come se fosse stata l’opera di un Trascendente benevole. Invece è stato (e continua ad essere) l’impegno instancabile degli uomini  della Protezione Civile che è riuscita in parte a riparare eventuali errori.  Gli uomini della Protezione Civile hanno dimostrato di crederci fino all’ultimo ai soccorsi. Non si sono mai scoraggiati. Tuttora squadre organizzate si alternano continuando a fare buche soprattutto con le pale, le mani, con l’utilizzo di sonde e strumentazioni elettroniche per localizzare i cellulari dei dispersi. Instancabili, sono speranzosi di salvare altre vite. Nonostante la gravità della calamità, certa politica o alcuni politici hanno fatto polemica forse per tornaconto elettorale, usando strumentalmente la denuncia della tragedia. Di cattivo gusto alcune “passerelle televisive” sul dramma che si sta vivendo nelle zone colpite dal sisma. Certuni non hanno avuto pudore nel lanciare genericamente accuse contro eventuali o addirittura improbabili responsabili,  invece di protendere  verso la solidarietà e la coesione in un momento così difficile per la Nazione, come del resto ha raccomandato Mattarella: “Paese unito di fronte alle calamità. Soccorritori immagine emblematica di un impegno condiviso”. E poi Gentiloni: “Poteri straordinari alla Protezione Civile”. E ancora Piero Grasso: “Protezione  Civile sempre più efficiente per non restare impantanata nella burocrazia”                                    

 Per ciò che attiene alle responsabilità, la Procura di Pescara ha già aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo colposo; l’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Cristina Tedeschini, coadiuvata dal pm Andrea Papalia. Per non essere condizionati dai “criticoni del giorno dopo” riportiamo qualche dichiarazione dei magistrati che hanno fatto un sopralluogo alle falde del Gran Sasso: “Il nostro dovere è fornire una ricostruzione che sia la più accurata possibile (…) Le prime domande (…) meritevoli di risposte: esistono responsabilità umane connesse a questo fatto? Quelle persone dovevano essere lì quando è avvenuta la disgrazia? Quell’albergo doveva essere aperto? Se le persone a un certo punto volevano andar via, cosa ha impedito che ciò avvenisse (abr24.it)”. Ma, se certa stampa si sovrappone alle indagini, si può creare solo confusione e correre il rischio di lanciare accuse di inefficienza alla Protezione Civile che molti Paesi ci invidiano. Per quel poco che abbiamo letto, si tratta di una struttura complessa, organizzata a sistema, che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ma si articola o si dirama a livello orizzontale fra gli enti  locali (es. un sindaco è pure autorità di protezione civile). Tra le tante attività interviene sulle calamità naturali o catastrofi, ma compiti importanti sono previsione, prevenzione, soccorso, ripristino. Naturalmente è di fondamentale importanza la gestione dell’emergenza alla quale partecipano: Forze armate, Forze di polizia, Croce Rossa Italiana, associazioni di volontariato …  In questo sistema complesso può succedere che qualche elemento non funzioni, specialmente nelle emergenze. In tal caso bisogna individuare le responsabilità perché la macchina sia sempre al massimo dell’efficienza. Sicuramente ha operato per il verso giusto ad agosto e ad ottobre e in tanti altri fatti tragici. Forse bisogna aumentare gli sforzi per la messa in sicurezza del territorio italiano, nella maggior parte fortemente sismico, e attuare cultura ecologica nelle scuole. In questo la Protezione Civile potrebbe svolgere un ruolo importante nel senso che ha una competenza sul campo riguardo a smottamenti, frane, disboscamenti, abusivismo, dissesto idrogeologico … Prima di sparare sulla Protezione civile aspettiamo i risultati dell’inchiesta dei magistrati.

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