… e lo Stato paga

Scritto da  Pubblicato in Pino Gullà

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Puntuale il Lametino online registra l’ennesima truffa aggravata ai danni dello Stato. Coinvolti un funzionario regionale in servizio presso la Protezione Civile, già arrestato, e altri indagati ai domiciliari. Sulle misure cautelari, dichiarazione di Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro che ha condotto le indagini insieme alla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria e alla Guardia di Finanza di Catanzaro: “ E’ la terza incursione nella pubblica amministrazione” da quando si è insediato; siccome il procuratore capo è arrivato in Procura da poco tempo, il virgolettato si può tradurre in maniera più diretta: “ E siamo già alla terza!”. In realtà conosceva già la situazione e per tale motivo aveva   pensato ad un pool, con i sostituti e la Guardia di Finanza; un gruppo mirato ad indagare sulla pubblica amministrazione, coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri il quale, a sua volta, sull’episodio truffaldino ha detto: “L’indagine testimonia una serie di rapporti di collusione tra soggetti intranei [quelli delle zone grigie] alla pubblica amministrazione e soggetti esterni …”. Considerati i tanti articoli scritti in passato su corruzione e malaffare in genere, si correrebbe il rischio di essere ripetitivi scrivendo sullo stesso fenomeno delinquenziale.

 Ma viene in soccorso l’ultima lettura, La democrazia mafiosa di Claudio Cavaliere; l’autore della ricerca individua le origini e le ragioni storiche del problema svelando, nell’avvio repubblicano dell’Italia, la disonestà di una parte della pubblica amministrazione, terra di conquista delle organizzazioni criminali; addirittura con la nascita della Regione Siciliana a statuto speciale ancor prima del referendum nel giugno del 1946. A tal riguardo, il senatore Giuseppe Alessi, già primo presidente di quella Regione nell’immediato secondo dopoguerra, poi deputato e quindi a Palazzo Madama, negli anni Sessanta relazionò su Mafia ed enti locali alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia.  Alcuni stralci: “Il Comune è considerato egoisticamente come centro di potere e non di servizi”. Peggio nell’ente Regione dove denuncia la creazione di alcune cosche burocratiche, permeando le quali si manovrano i vasti interessi regionali. Come ha documentato il parlamentare, fin dal 1947 prese forma la burocrazia regionale dell’Isola, accentramento burocratico e centro di potere della vita economica attraverso il clientelismo che dava lavoro nel settore pubblico. Un lavoro sulla carta, di fatto inesistente:  assunzioni senza criterio in enti o società; stipendi vistosi per un personale squalificato che faceva la fila ogni mattina dinnanzi alla sede dell’ente solo per apporre la firma ed andare via, non avendo né funzioni né tavolo di lavoro. Per certi versi sembra un personale politico simile a quello degli attuali “furbetti del cartellino”. Negli anni ’70 gli enti pubblici erano 54 mila con un numero di dipendenti superiore a quelli dello Stato.

 Questo modo di essere del potere politico e burocratico si è diffuso nel Meridione e nell’Italia tutta. Carlo Levi ne L’orologio, pubblicato nel 1950, descrive in modo impietoso la Roma ministeriale: “Un Ministero (…) è la raccolta miracolosa di tutte le miserie, di tutti i vizi, di tutte le bassezze (…) Tutto è tenuto insieme da uno spirito di casta (…) Un ministro troppo giovane vorrebbe fare qualcosa? Le pratiche scompaiono: gli impiegati corrono ad avvertire i colleghi di altri Ministeri di bloccarle al passaggio e tutto è inghiottito dalle sabbie mobili”. Vengono alla ribalta della cronaca gli scandali e la corruzione, sempre più facenti parte di un sistema di potere burocratico, corrotto ed inefficiente. Comincia la decadenza politica del Paese: si affievoliscono gli obiettivi condivisi, il bene comune e si fa strada il proprio tornaconto; disaffezione, negligenza spianano la strada a tutte le possibili illegalità. Il malaffare occupa certi settori del mondo politico e alcuni enti pubblici tramite la burocrazia corrotta. Le conseguenze di tale situazione si manifestano nella scarsa partecipazione democratica in occasione degli appuntamenti elettorali. I cittadini perdono man mano fiducia nella politica come strumento di progresso o di rinnovamento e aumenta l’astensionismo. Dagli anni ’90 ad oggi la situazione risulta peggiorata per come raccontano le cronache giudiziarie. Nonostante si continui efficacemente nell’azione di contrasto da parte dei Magistrati e delle Forze dell’Ordine, gli episodi corruttivi si moltiplicano come una specie di gemmazione perversa e patologica. Se non interviene la buona politica a cambiare il modo di essere di partiti e movimenti, assisteremo ad un numero interminabile di azioni di contrasto di Magistratura e Forze dell’Ordine senza risolvere il problema alla radice. E’ importante fare presto! Sono a rischio democrazia e legalità.

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