Elezioni politiche, Renzi a Lamezia: “Ai giovani serve lavoro ben pagato, ribellatevi contro clientela dei sussidi”

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Lamezia Terme – Bagno di folla a Lamezia Terme per la tappa calabrese del tour elettorale del segretario nazionale di Italia Viva Matteo Renzi. Giunto nella città della Piana per sostenere i candidati del Terzo Polo riuniti dietro il claim “Italia sul serio” alle politiche del 25 settembre, il senatore è stato accompagnato dai coordinatori regionali di Azione e Italia Viva Fabio Scionti ed Ernesto Magorno e dall'ex sottosegretaria di Stato Maria Elena Boschi capolista alla Camera nelle listino plurinominale. Presenti tra gli altri anche la deputata reggina Federica Dieni, l'ex senatore vibonese Brunello Censore e l'ex consigliere regionale e sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta. Sollecitato dai cronisti l'ex premier ha replicato alle dichiarazioni espresse nei suoi riguardi da Giuseppe Conte durante una iniziativa elettorale a Palermo. “Giuseppe Conte ha detto che se il Parlamento cambierà una legge dello Stato, la sua legge sui navigator, è pronto alla “guerra civile” - ha dichiarato Renzi. Giuseppe Conte – ha aggiunto l'ex sindaco di Firenze - ha detto che io devo andare a Palermo senza scorta a confrontarmi con lui sul reddito di cittadinanza. Senza scorta? Un ex premier che minaccia violenza fisica? Un linguaggio di odio e di aggressione verbale fatto da chi ha occupato le più alte cariche dello stato? Questo riferimento alla violenza fisica è scandaloso. Invito Conte a un confronto civile in televisione, se è capace di dibattere senza minacciare aggressioni. Averlo mandato a casa per portare Draghi a Palazzo Chigi resterà per sempre uno dei più alti servizi che ho reso al mio Paese”.

Reddito di cittadinanza

“Io sono per il lavoro non per un reddito di cittadinanza fatto in questo modo – ha aggiunto Renzi. Vogliamo dare una mano a chi non riesce ad arrivare a fine mese, chi è povero deve essere sostenuto ma bisogna aumentare gli stipendi, creare posti di lavoro, bisogna combattere la criminalità. Non si può educare all'odio e alla violenza. Il presidente Conte ieri ha insultato noi ma soprattutto ha insultato le istituzioni di questo Paese. Bisogna dire si alle opere pubbliche in Calabria come nel resto del Paese. Vi ricordate quando ci dicevano che sbagliavamo sul Tap (il gasdotto Tans-Adiatrico, ndr)? Se li avessimo ascoltati in Puglia oggi avremmo un Paese costretto a battere i denti. Per fortuna che c'è qualcuno che dice si alle opere indispensabili.

Penso – ha detto ancora Renzi – che sia giusto dare una mano a chi non ce la fa, quando io sono diventato presidente del Consiglio, Letta mi ha lasciato la campanella, vi ricordate quel momento? Per la povertà c’erano 20 milioni di euro, quando io ho lasciato la campanella a Gentiloni sulla povertà c’erano due miliardi e settecento milioni. Cosa vuol dire? Che bisogna metterli i soldi per la povertà per trovare posti di lavoro, ma quello che serve è un lavoro e un lavoro pagato bene. La differenza che porta via il Mezzogiorno dal ricatto morale dell’assistenzialismo”. “Allora – ha spiegato Renzi – creiamo posti di lavoro, evitiamo che i vostri giovani debbano andare via perché se noi non facciamo le infrastrutture necessarie, diciamo no a tutto, costringeremo i ragazzi calabresi ad andarsene dalla Calabria, come già stanno facendo”.

Renzi dal palco ha poi infiammato lo scontro con il Movimento 5 Stelle, ricordando un incontro passato con Federico Cafiero De Raho, ex procuratore di Reggio e ora candidato capolista alla Camera per il Movimento 5 Stelle. “Federico Cafiero De Raho e io eravamo insieme, e lo ricordo cosa diceva sul reddito di cittadinanza e sulle sue storture. Rispetto a quello che diceva lui, io sto dalla parte dei più favorevoli, poi è chiaro che per una candidatura si cambiano tante idee ma c’è una cosa su cui io non cambio idea: Federico Cafiero De Raho ha detto una cosa sacrosanta, ha detto che il termovalorizzatore è l’unico strumento per contrastare la criminalità organizzata sui rifiuti, bene. Il M5S ha mandato a casa Mario Draghi per non fare il termovalorizzatore, quindi possiamo dire – utilizzando le parole di Cafiero De Raho – che il Movimento 5 Stelle ha fatto un favore alla criminalità”.

Il nodo infrastrutture

“E' necessario portare l’alta velocità in Calabria, basta ricordare la nostra battaglia, certo aprire le strutture museali, non solo le strutture infrastrutturali. Questo vuol dire il porto di Gioia Tauro, vuol dire investire sullo scalo di Lamezia Terme, questo vuol dire investire sulla Statale 106 Jonica a fare l’investimento che noi abbiamo sbloccato. Ma questo è ciò che serve creare lavoro, poi non ti do una mano se il reddito diventa lo strumento per il quale sto a casa e io ti passo a nero poi la sera per andare in pizzeria 50 euro per fare serata. Ma questo è normale non è colpa di chi lo fa ma il frutto di una visione sbagliata sui navigator, dopodiché si può pensarla come si vuole”.

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Magorno: “La Calabria si è fermata a Renzi”

Introdotto dal senatore Magorno, il quale ha usato l'espressione “La Calabria si è fermata a Renzi” in quanto – ha sostenuto che quello del senatore fiorentino è stato l'unico governo ad aver pensato alle sorti del Mezzogiorno e della regione, l'ex premier ha affermato: “Facciamo in Calabria un bel confronto su chi ha fatto qualcosa per questo Paese e questa Regione facciamo un confronto civile senza scorte e senza evocare le scorte. Qui è il futuro del vostro paese in ballo o di quei ragazzi giovani, ribellatevi a chi vorrebbe formare in carne del reddito di cittadinanza, a chi vorrebbe ricattare mentalmente con l’idea che tanto c’è il sussidio, provateci dobbiamo dare opportunità alle ragazze e ai ragazzi calabresi, non “tranquilli, vi sistemiamo, vi accontentiamo, vediamo un sussidio” e li condanniamo alla povertà perché prendere 500 euro significa essere condannati alla povertà per sempre, per sempre alla mercé del potente di turno. Ribellatevi a chi vi vuole trasformare in clientela e non in cittadini”.

La solidarietà a Gratteri

“Credo che sia giusto che arrivi una parola chiara e forte di abbraccio affettuoso al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che è stato oggetto di minacce, uno può condividere o meno le opinioni di Gratteri, quando lui dice che la Cartabia è stato il ministro peggiore non sono d’accordo con lui, anche se non ho svuotato la Cartabia io con il ministro Cartabia ho avuto diverse questioni non dirò mai che è la peggiore, anche perché avendo visto Bonafede era semplice come risposta, però Nicola Gratteri ha ricevuto delle minacce ed è giusto che tutti coloro che vanno a visitare in campagna elettorale, non solo luoghi, Regioni e Province della Calabria, facciamo sentire a Nicola Gratteri tutto l’affetto e la solidarietà delle istituzioni”.

Bruno Mirante

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