Piccioni: quella di Iannicelli non è satira. La replica, è forse proibito fare campagna elettorale per la propria moglie?

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Lamezia Terme – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Lamezia Insieme con Piccioni su un opuscolo satirico in campagna elettorale.

“Fare passare per satira l’opuscoletto diffuso in questi ultimi giorni di campagna elettorale e  stampato come  supplemento alla rivista “Storicittà” è offensivo per l'intelligenza di tutti. Fa specie che un periodico di un certo prestigio, dove negli anni sono state raccolte bellissime testimonianze della storia locale, sia oggi diventato uno strumento di propaganda elettorale spudorata a sostegno di Pasqualino Ruberto. Sfogliando l’opuscolo diffuso gratuitamente in questi giorni ci troviamo di fronte a una manifestazione di “bassissimo pensiero”, a una rappresentazione distorta della realtà, che utilizza un periodico con tutt’altro fine editoriale come ultima spiaggia per cercare di smuovere qualche voto. E se qualcuno volesse accusarci di essere malpensanti o di non avere il senso dell’umorismo, la prova del nove è il facsimile della moglie del direttore, candidata in una delle liste a sostegno di Ruberto, che sbuca dalle pagine dell’opuscolo: altro che ridere, altro che satira!!!

Questa è una macchina da guerra elettorale, che non ha rispetto dei lettori e degli elettori. Il vero fine di quell’opuscoletto è far passare tra i cittadini lametini l’idea che “sono tutti uguali”, che tutti sono brutti, sporchi e cattivi, eccezion fatta per quel Pasqualino Ruberto raffigurato nel retro di copertina come il “Protettore dei Disoccupati lametini”, esaltato in tutte le pagine per le sue capacità taumaturgiche di creare posti di lavoro e celebrato per le sue fantomatiche qualità. Nell'opuscoletto, non particolarmente divertente, Ruberto viene addirittura santificato, paragonato all'eroe dei due mondi, a Robin Hood e addirirttura ad Arturo Perugini (che sicuramente si starà rigirando nella tomba) ma mai accostato al personaggio che più gli si addice, che è in realtà quello di Pinocchio.

Ruberto infatti, con grande cinismo, negli ultimi anni ha speculato sul bisogno di centinaia di giovani e delle loro famiglie distribuendo soldi non suoi, ma delle collettività, non per creare buona e vera occupazione, buoni servizi alla popolazione, ma unicamente per costruirsi una base di consenso elettorale finalizzata alla sua candidatura a sindaco. Non è un caso che molti di questi giovani o dei loro familiari si trovino oggi direttamente candidati nelle liste a suo sostegno. Ma non contento di questo, e di tutti gli altri scandali che lo hanno accompagnato nella sua lunga e per niente brillante vita politica, legandosi di volta in volta allo Scopelliti di Reggio Calabria o al Salerno di Serra San Bruno, continua nel vergognoso tentativo di prendere in giro i lametini.

Se a parlare di satira, Orazio, Lucilio, Giovenale e tutti gli altri si rivoltano nella tomba, qualche impiegato del Minculpop - siamo convinti - si complimenterebbe con il direttore del periodico e con i sodali di Ruberto che hanno organizzato questa sceneggiata elettorale di basso livello, fatta solo per gettare fumo negli occhi degli elettori lametini. Noi però al direttore del periodico vogliamo porre ancora qualche domanda: “chi ha pagato la produzione di questo opuscolo, in carta patinata quindi con costi piuttosto elevati, visto che viene distribuito gratuitamente in numero molto superiore alla rivista cui si riferisce come allegato? In attesa di una risposta, visto che le vignette non ci fanno ridere, per goderci qualche momento di svago ci basta ascoltare gli ultimi proclami elettoralistici di Pasqualino Ruberto, tra cui la promessa dei fantomatici  “5000 posti di lavoro in 5 anni”, una proporzione addirittura superiore all’altrettanto fantomatico milione di posti di lavoro promesso a suo tempo da Berlusconi.

La realtà la conosciamo tutti: Ruberto è balzato agli onori delle cronache nazionali non per le sue qualità amministrative ma per le inenarrabili imprese alla guida di Calabria Etica. Altro che 5.000 posti di lavoro!!! In attesa che dal 1 giugno la satira ritorni ad essere satira, che i periodici culturali ritornino a fare i periodici culturali, ci lascia l’amaro in bocca una campagna elettorale che nel centrodestra è stata assolutamente priva di contenuti e proposte per la città e fatta solo di urla, veleni e proclami per gettare fumo negli occhi dei cittadini con tutti i mezzi possibili.  Fino addirittura a trasformare una rivista di un certo prestigio, che aveva un suo pubblico affezionato e super partes, in uno strumento di propaganda elettorale piegato alle necessità contingenti di un candidato sindaco alla disperata ricerca di voti".

Riportiamo di seguito la replica di Massimo Iannicelli all’assessore Rosario Piccioni

“Con riferimento al comunicato stampa diffuso dall'assessore Rosario Piccioni e da voi pubblicato, nel quale si menziona il supplemento editoriale «Lamezia Satyricon», di cui sono autore, editore e direttore responsabile, faccio presente che le sue considerazioni sono del tutto personali e contengono anche una serie di inesattezze che vorrei rettificare per salvaguardare l'onorabilità e la credibilità dell'attività giornalistica svolta dal sottoscritto. «Lamezia Satyricon» è presente sulle pagine di Facebook da oltre un anno e le vignette date alle stampe nel summenzionato numero speciale sono state già tutte pubblicate sul citato social network: basta selezionare la pagina e scorrerle una per una. La raccolta data alle stampe contiene le vignette più visualizzate e rappresentano solo una piccola parte delle centinaia sino ad oggi messe in rete.

È strano che Piccioni se ne sia accorto solo adesso. Forse dimentica di aver cliccato pure lui «mi piace» qualche volta su qualcuna di esse, come pure ha fatto il Sindaco Speranza... Stress da campagna elettorale? Ma ciò che più di tutto ignora sono gli oltre 3000 «mi piace» sulla pagina da parte di altrettanti utenti che a migliaia, giorno dopo giorno, visitano questa ricercatissima e seguitissima pagina. Sono numeri che tutti posso verificare. Riguardo ai costi non sono obbligato a precisare nulla perché si tratta di un'impresa editoriale privata che non gode di alcun contributo pubblico. Ma se proprio vuole saperlo il solerte assessore Piccioni, che assieme alla sua giunta ha lasciato un debito milionario nei conti della casse comunali, l'iniziativa è costata soltanto 1.560 euro! Piuttosto ricordi quanto ha speso il Sindaco per la lettera di commiato che spedirà subito dopo le elezioni ai Lametini! Per quanto attiene al facsimile di mia moglie, ognuno fa la propaganda elettorale che meglio crede. C'è chi fa comizi altisonanti con tanto di camper e veline, stampa migliaia di fac-simili, manifesti, santini e gira per ore e giorni con velette motorizzate in lungo e in largo per la città.

È forse proibito fare campagna elettorale per la propria consorte? Riguardo alle altre accuse sui “veri” fini di questa iniziativa, lascio ogni giudizio ai lettori che mi hanno subissato di richieste. Dispiace averne stampate poche copie: noi non possiamo contare su alcun tipo di finanziamento pubblico. L'accostamento di «Lamezia Satyricon» con il candidato Pasqualino Ruberto, infine è solo un'insinuazione di Piccioni: nel numero sono presenti vignette che riguardano tutti e sei candidati ed anche altre figure di politici. Se questo significa essere di parte... Mi sembra che questo attacco del nostro Assessore, sia alquanto strumentale e lesivo della libertà di espressione sancita persino dalla Costituzione Italiana. Vorrei infine ricordare, che ben quattro candidati a sindaco, ad eccezione (guarda caso) di Ruberto e di Mascaro, mi hanno pubblicamente dimostrato per iscritto sul mio diario facebook tutta la propria solidarietà e l'invito a continuare ad andare avanti nella mia attività di giornalista satirico, a seguito delle minacce a desistere da questo libero impegno”.

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