Lamezia: Officina Democratica appoggia candidato unico Pd ma non condivide metodo

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Lamezia Terme - “Il cambiamento che è stato espresso con il recente voto europeo e regionale ha dato la misura delle responsabilità in gioco: quel voto ha chiesto al Partito Democratico di superare la legittima, naturale vocazione ad essere partito di governo, perché quel voto ha chiesto al Pd di diventare il partito della speranza, un partito capace di mobilitare intelligenze, competenze e passioni, superando la cultura della contrapposizione e dell’indifferenza”. Così scrive Officina Democratica.

“Con quel voto gli elettori hanno chiesto al Pd di essere un partito capace di dare una visione nuova della società; una forza politica che sappia indicare una strada e di regalare un sogno. L’appuntamento con le elezioni amministrative per noi a Lamezia Terme non poteva, né dev’essere, un esercizio di tatticismi di partito, ma un vero progetto politico per costruire tutti insieme il futuro della Città. Per tutti noi la Città è il luogo per eccellenza dell’incontro tra le persone, è la comunità ove rivedere l’agire politico ripartendo dal territorio e quindi costruire il futuro, coniugando quotidianità, valori e progetti più ampi, sopratutto riportando il cittadino al centro dell’iniziativa e della proposta politica. Abbiamo accolto con entusiasmo la prospettiva delle primarie di coalizione per la scelta del Candidato Sindaco. Abbiamo accettato anche lo sdoppiamento tra primarie di partito e primarie di coalizione. E questo perché siamo consapevoli che le Primarie sono un efficace strumento di democrazia e di coinvolgimento popolare.

Le Primarie aperte a tutti i cittadini che si riconoscono nella Costituzione, nei valori del Centrosinistra e nei contenuti di un Manifesto Politico, sono - infatti - un momento in cui la politica si apre alla partecipazione ed al confronto. Con le primarie la politica si mette in gioco.  Con le primarie i cittadini si riappropriano della politica. La costruzione di una classe dirigente, in grado di elaborare un progetto per la città e di avere capacità di realizzare un buon governo, passa inevitabilmente per una vera partecipazione e per il diretto coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini.

Abbiamo quindi individuato e proposto Paolo Cosentino quale nostro interprete di questa voglia di cambiamento, di impegno e passione politica, di competenza al servizio del partito e della comunità, chiedendo solo di poterci misurare, di fare scegliere agli elettori del centrosinistra chi dovesse rappresentarli, di dare un seguito all'entusiasmo e al sano protagonismo che i lametini hanno messo in campo con la loro larga partecipazione alle primarie per la scelta del candidato a governatore della regione. Non possiamo, quindi, non dire che le modalità di individuazione del candidato di superamento del Pd mortifica questa visione della politica. Non possiamo omettere di evidenziare come gli elettori del Partito democratico sono confusi e sfiancati dallo stillicidio di questi giorni. Non possiamo nascondere che riteniamo dannoso e controproducente non fare emergere il candidato unico dal vaglio delle primarie. Non possiamo evitare di registrare come la base del partito non accetti la propensione a decidere in pochi per tutti.

Non possiamo non rilevare come lo Statuto del Partito - che appariva fino a poche ore prima, la stella polare - sia stato di fatto abrogato, se non cancellato. Non possiamo non rendere palese il rammarico per la gestione di questa fase, che avrebbe dovuto contrassegnare la maturità di una classe dirigente protesa a preparare e rafforzare una vittoria che solo poche settimane addietro appariva, se non certa, ma molto probabile. Con la stessa franchezza, non possiamo non sottolineare che l’appartenenza ad un partito non può che portare alla determinazione di sostenere senza tentennamenti il candidato individuato dagli organismi statutari del Partito Sopratutto la lealtà e l'onestà intellettuale, che caratterizza da sempre il nostro agire, orienterà le nostre decisioni, nella consapevolezza che il nemico da battere non può essere un compagno di partito, ma il malaffare, il trasversalismo, il verticismo”.

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