Lamezia, Panedigrano: la ‘ndrangheta c'è

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Lamezia Terme – “Chi non ricorda le scritte: Dio c’è! Ci sono tornate in mente ora che con l’avvicinarsi delle elezioni comunali son ricominciati gli omicidi e le intimidazioni estorsive di stampo mafioso, perché qualcuno vuol ricordarci che a Lamezia la Mafia c’è!”. Così si legge nella nota inviata da Nicolino Panedigrano.

“E dunque omicidi ed estorsioni non servono solo a regolare conti interni ed a riappropriarsi del controllo del territorio, ma anche e soprattutto per far sapere ai futuri amministratori che costoro ci saranno anche in prosieguo e di certo non da semplici spettatori.

Non basta allora che le indagini della DDA abbiano inferto un durissimo colpo alla cosca Giampà, né che, da parte sua, quest’ultima avesse in precedenza sgominato spietatamente la cosca Torcasio, perché con le cosche che tendono sempre a riorganizzare le proprie file e col sistema di potere mafioso dei Iannazzo ancora in piedi la città non può permettersi il lusso di abbassare la guardia.

L’aggressione portata in pieno centro di Nicastro ad una storica Farmacia, fondata da un farmacista che in vita fu nettamente schierato dalla parte dei ceti popolari, dovrebbe spingere tutti i candidati a Sindaco, ma in primo luogo quelli di centrodestra, a pronunciarsi contro questi vili atti mafiosi e soprattutto ad espungere dalle loro coalizioni anche quella cosiddetta zona grigia, che in questo periodo si va annidando in alcune loro liste.

In una città come la nostra, con un Consiglio Comunale sotto perenne vigilanza del Prefetto ed a costante rischio di scioglimento per infiltrazioni mafiose, non ci possiamo consentire nessuna “distrazione”. La pulizia va fatta per benino, da cima a fondo. A partire da quegli amici, clienti e commensali, che magari la vulgata popolare fa anche passare come bravi figlioli; perché chi si candida ad amministrare Lamezia deve essere ben consapevole che la ndrangheta si nutre e si propaga proprio col sostegno di tanti cosiddetti colletti bianchi”.

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