Primarie: la debacle del Pd a Lamezia

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In un certo senso il clamoroso esito delle primarie di Lamezia, con la sconfitta del candidato del Pd e la vittoria di Sonni addirittura al primo turno, tanto clamoroso non è, se solo si pensa allo stato penoso in cui versava (e quindi versa ancora) il partito di Renzi un mese fa. Al punto da venire commissariato (da Roma? Da Catanzaro? Da Diamante? Boh…nessuno lo sa ancora…) perchè c’erano ben 5 candidati dello stesso partito che volevano correre per le primarie. Addossare al povero Pino Soriero, quindi, la colpa esclusiva della sconfitta di Richichi ci appare alquanto ingeneroso. Dovrebbero per primi riflettere i così detti maggiorenti del Pd lametino, per mesi e mesi alle prese con le rispettive candidature, autocandidature, spezzettamenti, liti, contrapposizioni, divisioni, lacerazioni, primogeniture e chi più ne ha più ne metta.

L’esito di tutto questo non poteva che essere quello della sconfitta, clamorosa questa si’ nelle proporzioni, dell’altrettanto povero Richichi, convinto a gettarsi nella mischia senza forse rendersi conto che si trattava, in realtà, di un’arena come ai tempi dei Romani in cui in una bella domenica d’aprile al fine si è consumato il tutto. Vendette compreso. Ora tocca a Sonni tentare di rimettere insieme i cocci di un centrosinistra diviso e slabbrato, tentare di parlare con Grandinetti e Piccioni assieme (impresa tutt’altro che facile) e arginare l’armata di Mascaro che è in campo da mesi nella battaglia vera per il Sindaco. Se a Sonni non riuscirà l’impresa della riunificazione delle varie anime disperse della sinistra e del centro allora il 31 di maggio si preparano davvero le sorprese clamorose dopo il decennio Speranza. (fv)

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