Lamezia, ripercussioni dopo il voto nazionale

Scritto da  Pubblicato in Tonino Iacopetta

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di Tonino Iacopetta

Quanto è accaduto con il voto delle elezioni nazionali di febbraio scorso non riguarda solo l’Italia ma anche quello che potrà succedere qui in città. Già da qualche giorno prima del voto ho cominciato a chiedermi, tenendo fermo che le percentuali si basano in riferimento a cento e non più, come sarebbe stato possibile che qualche partito vincesse, scontando il successo elettorale di Grillo, l’avanzata del PDL e la tenuta quantomeno sicura del centro sinistra, più tutti gli altri partiti e le altre coalizioni. E infatti non ha vinto nessuno checché ne possa dire Bersani. Non a caso il Presidente Napolitano, a cui spetta di garantire il rispetto delle regole costituzionali, ha fatto sapere che non sta in piedi l’idea di un governo Bersani, che pure ha ottenuto la maggioranza relativa, che non abbia poi la fiducia del Parlamento, cosa che Grillo, non si sa se per ignoranza o per altro, ha escluso dicendo che voterebbe caso per caso. Del resto, qualcuno a governare bisogna chiamare e si comincerà, com’è logico, con Bersani, il quale per quello che abbiamo già anticipato, dovrà passare la mano e poiché non mi pare che l’elettorato italiano abbia votato per questa soluzione, non sarà neppure possibile un Governo di larghe intese e poiché ancora sarebbe inutile riandare a votare con questa legge elettorale tra qualche mese (per ottenere l’identico risultato) si dovrà per forza pensare ad un governo a tempo, retto da una personalità di spicco che possa approvare in primis una legge elettorale ad altre misure urgenti: diciamo tra due anni, due anni e mezzo. Esaurita questa parte generale, veniamo a Lamezia e alla Calabria dove, che comica!, tutti dicono di aver vinto, addirittura anche chi non esiste più. Il 28% di Grillo significa invece che hanno perso milioni di voti tutti i Partiti che c’erano prima di Grillo, caro PDL e caro PD; a me interessa poco chi è il primo Partito a Lamezia, se poi ha perso migliaia e migliaia di voti, caro PDL e liste annesse, che vi siete potuti giovare della presenza solitaria di qualcuno di voi alla SACAL o in Calabria Etica e via dicendo. Ho parlato con esponenti di Partiti diversi e quello che mi ha colpito di più è stato il modo dignitoso di accettare la sconfitta, sia pure relativa dell’UDC, il quale se per la Camera si presentava anche con un simbolo, al Senato era con Monti. Io mi sto ancora scervellando per capire dove volesse arrivare Casini e che significato possa avere presentarsi con liste diverse che dicono esattamente la stessa cosa e mi pare già un miracolo che Casini non sia finito in pensione definitiva come Fini e Di Pietro, del resto per qualche virgola. Pier Ferdinando, d’ora in poi, dovrà tenersi nel portafoglio un’immaginetta di Franco Talarico che ha salvato il Partito e insieme Casini; il successo, perché di successo di tratta dell’UDC a Lamezia ma anche a Catanzaro e provincia si chiama Francesco Talarico. Ora, se teniamo conto che da parte dell’UDC, pur avendo posizioni strategiche di esse non c’è stato alcun sfruttamento, vedi la più che corretta gestione di Terina da parte del segretario dell’Udc lametino, Nicotera, è chiaro che se si perdono in città solo 800 voti, rispetto alle migliaia di altri grandi partiti, è un successo. Certo, se l’UDC esisterà ancora con il suo simbolo e non verrà assimilato nel Centro montiano, dovrà strutturarsi diversamente perché attualmente ha poca organizzazione parlo di Lamezia, senza ripartizioni di competenze, magari da incanalare in dipartimenti e così via. Ma ragioniamo ancora più alla grande, tenendo sempre presente la nostra Lamezia e ne viene fuori che oggi Franco Talarico, qualora rimarrà l’UDC, così com’è, deve avere un ruolo nazionale diverso, da leader o poco meno, ma anche in un futuro e probabile unico partito di centro, potrà affiancare Monti e Casini, che non penso si metta da parte. E ancora Lamezia; per dove il PDL si è prenotato il posto di sindaco per avere vinto le elezioni che ha vinto però Grillo, lo sanno tutti. E qui sta la vera novità perché io d’ora in poi, se vorrò continuare a parlare anticipatamente di sindaci futuri a Lamezia, dovrò tenere conto anche dei grillini. Sì, è vero che Grillo è un virus e però è anche una risorsa, perchè anche essendo grossolano, interpreta l’esasperazione della gente che continua a stringere la cinghia. E pensare che c’è ancora chi si ostina a pretendere i lauti rimborsi elettorali, si vede proprio che allora non si è capito niente della lezione di Grillo: evidentemente, tra un paio di anni lo vogliono Presidente del Consiglio e così finalmente vedremo chi ha vinto le elezioni.

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