“Chiudiamolo questo Comune, tanto non se ne accorge nessuno”

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di Claudio Cavaliere

Lamezia Terme - Mettiamola così, con ironia perché è l’unica cosa che ci rimane. C’è in città un livello di frustrazione ottimale, la necessaria dose di sconfitta che serve ai bimbi per diventare adulti. È l’unico modo per poter fotografare quello che sta accadendo senza cadere nell’invettiva. La cosa logica da dire sarebbe: “Chiudiamolo questo Comune, tanto non se ne accorge nessuno, non fa alcuna differenza, anzi forse la fa in positivo. Senza burocrazia impazzita, pronta solo ad esaudire formalismi privi di senso che non si comprende chi debbano garantire.”

Ci sono impattato anch’io, per le bollette Tari arrivate anche ai miei genitori pensionati che ogni anno devono fare domanda di esenzione e guai a dimenticarlo. Perché è ovvio, c’è sempre la possibilità che un pensionato sociale vinca al superenalotto, o erediti dallo zio d’America una fortuna. Ogni anno, entro quarantacinque giorni dall’approvazione del bilancio devono far domanda di esenzione. E già, perché i pensionati sociali ottantenni l’unica cosa che si chiedono è: “Chissà quando verrà approvato il bilancio comunale, a gennaio ad aprile o a settembre? …”.

Che poi appena ti lamenti e fai notare l’incongruenza di una data ballerina tutti alzano le spalle, piccoli ingranaggi di un meccanismo che forse nemmeno loro comprendono ma che nessuno pensa davvero di modificare. E giù a citare regolamenti, commi, ma mai il buon senso di chi pure vi lavora nel settore e dovrebbe capirle alcune cose perché testimone quotidiano. In una democrazia, se pure commissariata, i cittadini sono responsabili di ciò che una amministrazione fa e dice a loro nome. E allora la domanda cui rispondere è secca, banale. Sta restituendo decoro e dignità alla città questa esperienza commissariale? Credo proprio di no.

E non è necessaria la consapevolezza di sapere di muoversi su un filo, di esporsi a facili critiche di chi può obiettare: “Preferisci una amministrazione mafiosa?”. Ma la risposta sta in chi è venuto con un compito preciso e non lo sta perseguendo, di chi doveva dare ordine e sta incrementando il disordine, di chi doveva produrre fiducia e sta producendo disincanto. Di una amministrazione che non riesce nemmeno a pagare le spese corrente di utenze e dopo l’energia elettrica è entrata in regime di salvaguardia anche per il gas senza che di questo risponda nessuno. Volare basso non è un reato, ma nemmeno una virtù.

C’è una collettiva rinuncia alla civiltà che si sta facendo largo che non è solo nell’evidenza dei beni culturali chiusi, inutilizzabili, nello sbando evidente di una struttura comunale senza direttive, indirizzi, di problemi che vengono elencati ma non affrontati. C’è, mi pare, una carenza assoluta di prospettiva che fa si che questo tempo venga vissuto come una parentesi, come necessario per quanto accaduto, che è il passato. E soprattutto senza che in giro ci siano strumenti, metodi, idee, indirizzi capaci di dare una svolta.

 

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