Documento dirigenti PD: scomparso luogo confronto, inspiegabile sovrapposizione tra partito ed istituzioni

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Catanzaro - La situazione del Pd regionale, del Governo regionale e dell'imminente fase congressuale nel partito sono stati oggetto di una riunione di dirigenti del partito appartenenti a varie componenti svoltasi a Lamezia. A conclusione dell'incontro é stato approvato un documento che é stato condiviso da tutti i partecipanti e sottoscritto, tra gli altri, a nome di tutti, da Mario Franchino, Agazio Loiero Demetrio Naccari Carlizzi, Peppino Vallone, Sandro Principe e Cesare Marini.

"Il Mezzogiorno - si afferma nel documento - attraversa un grave crisi che è anche di rappresentanza politica. Il suo isolamento si traduce nella perdita della speranza sociale e nella degradazione dei diritti sociali a diritti inesigibili su molti territori. La Calabria non fa eccezione ed anzi ogni indicatore economico e sociale denota il deterioramento delle aspettative e della prospettiva così da alimentare la fuga dai servizi e la mobilità esterna delle persone alla ricerca di futuro altrove. Come non reagire in maniera straordinaria ad una disoccupazione che si è raddoppiata negli ultimi sei anni e nella fascia di età 35-44 sfiora il 70%? Il Partito democratico calabrese, invece, dopo le sistematiche sconfitte elettorali delle ultime tornate, non ha reagito e non ha proposto alcun messaggio per rappresentare i calabresi e aiutare il Governo regionale ad uscire dall'inefficacia delle politiche sin qui adottate. A dire il vero il Pd non si è neanche riunito ed ha cancellato tutti gli spazi democratici. È scomparso il luogo del confronto e si è così affievolita la spinta al cambiamento che animava i democratici dopo la sciagurata parentesi del governo Scopelliti. Il rischio che si paventa è quello di un isolamento nel Pd nazionale, di una pericolosa divaricazione ed isolamento dalle forze sociali e dagli attori locali in Calabria, giustamente critici per l'assenza di una strategia condivisa e di un metodo comune di lavoro. A questo corto circuito concorre un sorprendente appiattimento ed una inspiegabile sovrapposizione tra partito e istituzioni, tra ruoli politici e incarichi e cooptazioni istituzionali".

"Noi, come democratici calabresi, appassionati alla politica e al servizio della nostra regione - si aggiunge - non ci sottraiamo ad un'analisi cruda ed impietosa, autocritica e severa, nella convinzione che solo se il Pd saprà recuperare autorevolezza ed autonomia potrà aiutare la Regione a dare le risposte che oggi mancano. Non ci interessano riti sterili ma una svolta di metodo che ricrei un percorso di servizio alla Calabria e una ricostruzione democratica dello strumento partito, per potere credibilmente aiutare e sostenere la Regione e contribuire a rappresentare la Calabria. Notiamo l'assenza di un'interlocuzione e perfino di un confronto tra la Regione e il Governo a causa dell'assenza di una strategia e di un'adeguata proposta calabrese. Non ci rassegneremo ad assistere ad un silente svuotamento della politica e delle ragioni vere per cui è nato il Partito democratico in Calabria ed a settembre ci rivolgeremo con una proposta sulle questioni sociali e politiche irrisolte a quanti nel PD e tra le forze sociali vogliono concorrere a migliorare la nostra Calabria".

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