Elezioni in 4 sezioni a Lamezia: dubbi sul ballottaggio, bloccata per ora proclamazione di sindaco e consiglieri

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Lamezia Terme - A quattro giorni ormai dallo scrutinio nelle 4 sezioni dove si è rivotato (2, 44, 73 e 78) in seguito alla decisione del Tar prima e del Consiglio di Stato dopo, Lamezia attende ancora la proclamazione degli eletti, sindaco in testa. La mini tornata del voto amministrativo del 3 e 4 ottobre scorsi sembra aver creato più confusione che chiarezza. Intanto, se pur esclusa l'eventualità del ballottaggio dal decreto della prefettura (in un primo momento prevista), essa in qualche modo torna a far discutere giacché il candidato più votato (Mascaro), non ha raggiunto il 50 + 1 per cento. E questo avrebbe dovuto far scattare appunto il ballottaggio che nella sentenza del Consiglio di Stato non è però menzionata.

Impasse giuridica

Senza ballottaggio, e con la situazione uscita fuori dalle 74 sezioni + le 4, significherebbe assegnare i seggi con il cosiddetto metodo D'Hondt (quindi utilizzano il sistema proporzionale). Ciò comporterebbe una sensibile variazione della geografia del Consiglio comunale, ovvero verrebbe meno l'attribuzione del "premio di maggioranza" al sindaco eletto. A questo punto, dovrebbe essere la prefettura a fare chiarezza e "rivedere" le disposizioni contenute del decreto di indizione delle elezioni e indicare chiaramente invece il turno di ballottaggio. Oppure validare il quadro attuale procedendo con una proclamazione che scaturirebbe dall'esito della divisione dei seggi col sistema proporzionale.

La situazione attuale sta determinando pertanto un blocco anche in virtù degli effetti scaturiti dalla sentenza del Tar, come per esempio l'annullamento del verbale dell’Ufficio elettorale centrale del 5 e 9 dicembre 2019, ovvero il verbale di proclamazione degli eletti (sindaco e consiglieri) comportando ulteriori discrasie in un contesto già di per sé poco chiaro.  Una matassa ingarbugliata, una impasse giuridica che in queste ore, presumibilmente, è oggetto di interlocuzioni fra Tribunale e prefettura, tra quest'ultima e il ministero dell'Interno.

A.C.

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