Faglia di Lamezia, progetto-studio per la definizione della pericolosità

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Lamezia Terme - “Negli ultimi quattro anni le Università calabresi hanno condotto in stretta collaborazione con enti di ricerca ed aziende private, una serie di studi e ricerche di carattere applicativo, finalizzati all’individuazione e soluzione di specifiche problematiche territoriali. Tali attività sono state sviluppate principalmente nell’ambito del Quadro strategico nazionale 2007-2013 per le regioni della convergenza, nell’ambito del programma operativo nazionale ricerca e competitività attraverso Progetti operativi nazionali (PON)”. Informano in una nota dall’amministrazione comunale di Lamezia Terme.
 
“I PON SIGIEC ed AMICUS - spiegano dal Comune - oltre a istituire Corsi di Alta Formazione per decine di giovani tecnici nel campo del monitoraggio climatico-ambientale, hanno permesso di investire nella messa a punto di sistemi avanzati di monitoraggio e di sensoristica innovativa, promuovendo il potenziamento di azioni di trasferimento tecnologico e sviluppo industriale. In particolare, lo studio è stato rivolto alle aree costiere e alle piane alluvionali calabresi, perché essendo aree maggiormente occupate da insediamenti urbani e da attività economico-produttive, richiedono una costante osservazione dei processi naturali che possono influire sulla loro evoluzione. Nell’ambito del progetto AMICUS (resp. Scientifico Prof. Rosanna De Rosa), il Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra (DiBEST) dell’UNICAL e l’Istituto Ambiente Marino Costiero di Napoli di Napoli (CNR-IAMC) hanno condotto importanti studi nella Piana di Lamezia ed in particolare nell’area prossima alle terme di Caronte”.

“Lo studio, finalizzato alla ricostruzione di un modello stratigrafico degli acquiferi della piana, delle relazioni con l’area termale e delle potenzialità geotermiche, grazie alla passione del dott. geologo Pietro Gallo, ha permesso al gruppo di lavoro composto da ricercatori del DiBEST e CNR-IAMC e di diversi studenti e laureati in Scienze Geologiche, di iniziare ad investigare su una specifica problematica del territorio comunale della città di Lamezia Terme. L’area comunale lametina presenta, infatti, una fascia di circa 600 metri con vincolo di completa inedificabilità dovuto alla presenza della “Faglia di Lamezia”, una faglia sismogenetica (potenzialmente attiva negli ultimi 40.000 anni e capace di originare terremoti e deformazioni in superficie) mappata su base geomorfologica su cartografie di piccola scala. Il rilievo sismico integrato con rilievi geologici tuttora in corso, consentirà però di ricostruire l’attività recente della faglia, l’entità dei rigetti e cercherà di schematizzare la geometria delle aree di rottura e di deformazione del suolo”.

“Lo studio - evidenziano ancora dal Comune di Lamezia - rappresenta il primo e più importante passo per la definizione della pericolosità della Faglia di Lamezia Terme e la conseguente disciplina degli usi del suolo, lungo la zona di faglia attiva e capace dal punto di vista urbanistico. L’analisi dell’entità della deformazione sull’intera lunghezza della faglia potrebbe, infatti, essere decisiva nel ridefinire la zona di vincolo di inedificabilità del comune di Lamezia Terme e dei comuni limitrofi. Il Sindaco, Paolo Mascaro, l’Assessore all’urbanistica, Anna Maria Scavelli e l’Architetto, Laura Abramo, dell’ufficio tecnico comunale, hanno accolto con grande interesse il progetto-studio che è stato analizzato e discusso, ponendo le basi di una possibile collaborazione.  E’ stato, infatti, concordato che nelle prossime settimane, dopo una serie d’incontri tecnici con gli enti preposti alla mitigazione del rischio sismico e dei tecnici responsabili dei Piani di Microzonazione Sismica e PSC dei comuni attraversati dalla Faglia di Lamezia, il ricercatore geologo, Rocco Dominici del DiBEST e il Ric. Geologo, Vincenzo Di Fiore dell’IAMC, presenteranno un progetto di studi finalizzato alla definizione del rischio sismico lungo l’area della faglia di Lamezia”.

“Conoscere il Territorio nella sua profondità ed interezza - ha dichiarato Mascaro - è il punto di partenza per leggerne le esigenze e rispettarne le peculiarità, così da mantenerne la bellezza naturale e tutelarne il patrimonio storico-umano. L’Amministrazione Comunale ha prontamente accolto tale progetto di analisi e studio, ritenendolo di grande importanza per la sicurezza della città e dei suoi cittadini e, naturalmente, per mantenere sempre desta l’attenzione sull’importanza del rispetto delle direttive in materia di difesa del suolo e prevenzione del rischio sismico ed idrogeologico. E’ necessario - ha concluso Mascaro - fornire una lettura scrupolosa dell’ambiente fisico per contrastare ogni forma di accanimento urbanistico e supportare la pianificazione architettonica con indagini e studi geologici, per garantire un utilizzo del territorio nel rispetto delle sue dinamiche naturali. Di una città a misura d'uomo in una dimensione naturalmente rispettosa degli aspetti identitarie del luogo, ha parlato anche l’Assessore Scavelli che ha sottolineato la necessità di uno sviluppo urbano come espressione umana delle potenzialità delle risorse del territorio”.

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