Filippone (Udc): riforma per riorganizzare la gestione dei sistemi portuali

alessio-filippone-udc.jpgLamezia Terme - Pubblichiamo la nota di Alessio Filippone, responsabile giovani udc Lamezia, sulla riforma delle autoritá di sistema portuale.

"Recentemente il Ministero per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione ha presentato presso il Consiglio dei Ministri un decreto riguardante la riorganizzazione e razionalizzazione delle autorità portuali. Questa riforma ha lo scopo di riorganizzare la gestione dei sistemi portuali. Attraverso questa nuova riforma, le 24 Autorità portuali attualmente esistenti, di cui al 18 commissariate, verranno ridotte/accorpate in 15 Autorità di Sistema Portuale, che avranno il compito di gestire i 54 maggiori scali italiani. Inoltre, è prevista la formazione di nuovi centri decisionali strategici con sedi nelle maggiori aree portuali, alle quali con l’approvazione di tale riforma verranno accorpate ad altri centri, ai quali viene affidato il ruolo strategico di programmare e coordinare l’intero sistema dei porti inclusi nell’area di gestione. 

La realizzazione di questo nuovo assetto gestionale dei sistemi portuali prevede anche una riorganizzazione semplificata delle autorità di Sistema che include un presidente, un segretario generale, un comitato gestionale ed, infine, un collegio di revisori. Fra le possibili conseguenze di questa riforma vi è l’istituzione di due soli sportelli, ossia uno amministrativo ed uno doganale, in luogo della molteplicità di  strutture precedentemente impiegate al medesimo scopo.  Il vantaggio di questa nuova impostazione è una semplificazione e riduzione delle tempistiche richieste per le varie procedure che hanno luogo nei sopracitati uffici.  Per quanto riguarda la Regione Calabria, il decreto prevede l’istituzione della nuova Sede Autorità di Sistema Portuale dello Stretto presso il porto di Gioia Tauro, in cui verranno accorpati il porto vecchio e nuovo di Crotone, di Corigliano Calabro, di Taureana, di Vibo Valentia, di Reggio Calabria, di Villa San Giovani, di Messina, di Milazzo e di Tremestieri. Lo scorso 24 maggio  la riforma è già stata discussa in Senato, ed attualmente è in attesa di approvazione presso le commissioni parlamentari allo scopo di raggiungere la sua piena esecutività. Tuttavia, le varie Regioni interessate alle modifiche apportate dalla riforma, hanno richiesto una proroga di tre anni per l’entrata in vigore di questa stessa, con l’intenzione di mantenere entro la data stabilita gli attuali assetti gestionali. Ad oggi il decreto ha già incassato un parere positivo da parte del Consiglio di Stato, sebbene non manchino le critiche riguardanti la proroga richiesta dalle Regioni. Acconsentire a tale rinvio voluto da alcune Regioni piuttosto che altre, significherebbe aprire uno scenario paradossale, in cui convivrebbero autorità portuali nominate sulla base della vecchia legge 84/94 e della nuova riforma in attesa di approvazione.

In particolar modo i vari organi che si occupano della gestione portuale non godrebbero di totale autonomia nello svolgimento dei loro compiti: i commissari, infatti, potrebbero operare per le opere portuali ma non avrebbero accesso ai piani urbani retrostanti. Le autorità di sistema, previste dalla nuova norma, non avrebbero competenze amministrative complete, mentre le autorità portuali verrebbero disciplinate secondo la vecchia normativa. In questo modo l’agenzia delle entrate e delle Dogane dovrebbero adattare la propria organizzazione alle diverse scelte optate dalle singole regioni. Questo scenario genererebbe una grande confusione per gli investitori Internazionali che dovrebbero operare ed investire nel Paese. Questa riforma si rivela, dunque, funzionale alla semplificazione dell’organizzazione gestionale e burocratica del sistema portuale, pertanto l’auspicio è  che possa proseguire nel suo iter definitivo ed essere eseguita nei suoi schemi iniziali senza incorrere in veti incrociati, che bloccano il meccanismo decisionale delle democrazie. Gli esiti sarebbero indubbiamente positivi anche per la Regione Calabria, in quanto potrebbe registrarsi un rafforzamento del sistema economico e si potrebbe intraprendere un percorso di crescita e di sviluppo, che unito all’istituzione della ZES( con agevolazioni fiscali che ne comporta) e una rete di infrastrutture efficiente renderebbe la Calabria una punto nevralgico in cui confluirebbero Estremo Oriente, Africa e Nord Europa. Dunque, il porto di Gioia Tauro si rivelerebbe determinante per lo sviluppo della Regione, ma anche per l’intero Paese, poiché potrebbe influire sull’incremento del  PIL in un momento di grandi difficoltà economiche".

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