Ida D’Ippolito, battaglia Tribunale fu vinta da tutti non da uno solo

ida-d-ippolitopk.jpgLamezia Terme - Pubblichiamo l’intervento di Ida D’Ippolito su battaglia tribunale. “Con riferimento alle dichiarazioni, rese note a mezzo stampa, del sindaco uscente, prof Gianni Speranza, amore di verità mi impone di dissentire, pur ribadendo in premessa la mia assoluta estraneità ad ogni volontà polemica. La sofferta vicenda del Tribunale di Lamezia vide coinvolti, con intenti e spirito unitari, cittadini, magistrati, istituzioni, in una sinergica battaglia a difesa di un importante presidio di legalità, ma anche di funzionalità giuridica territoriale. Assegnare il merito di quella vittoria ad un solo calabrese, sia pure illustre ed autorevole, risulta per un verso ingeneroso verso quanti ci misero la faccia e si prodigarono nei limiti ad ognuno consentiti; per un altro, lontano da una verità storica facilmente riscontrabile attraverso formali atti parlamentari, per ciò stesso consacrati e inoppugnabili. Ricordo a chi l’avesse dimenticato, che altri Tribunali calabresi, che pure mobilitarono politici e masse, furono soppressi. Sicché, per ristabilire la verità occorre anzitutto ricordare che, per quello di Lamezia, c’erano ragioni oggettive che consentirono di fronteggiare una decisione, comunque negativamente orientata.

Quale componente dell’ufficio di Presidenza della Commissione Giustizia, competente per materia sulla questione, feci tutto il mio dovere di parlamentare lametino, condividendolo con colleghi anche di altre provincie e diverso schieramento, nonostante cadute di stile locali di chi inseguiva già altri obiettivi, come spesso, ahimè, accade. Mi piace perciò dire e ricordare, oggi più di ieri senza timore di essere fraintesa, che la “salvezza del Tribunale di Lamezia” fu il risultato di più sinergie e certo anche una vittoria della Buona Politica lametina che seppe evidenziare l’errore di un’eventuale soppressione e difese fino all’ultimo le ragioni del mantenimento. Infine affermare che il Ministro Severino fu sensibile solo alle parole dell’amico Antonio Catricalà significa non solo fare torto proprio al Ministro ed al rispetto dalla stessa sempre manifestato al Parlamento, ma anche negare per la contingenza elettorale, il protagonismo di chi doveva e poteva, solo nelle sedi opportune, fare il suo lavoro: i parlamentari lametini di destra e di sinistra”.

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