Lamezia, al chiostro dibattito a più voci sul futuro della città: dalle liste pulite a un programma di sviluppo

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Lamezia Terme - Quasi in un clima da campagna elettorale, si è svolto nelle sale del Chiostro di San Domenico l’incontro organizzato dall’associazione Centro Riforme Democrazia e Diritti, per interrogarsi sulle possibili cure per una Lamezia che il Vescovo Emerito Mons Cantafora durante le celebrazioni della festa di San Antonio, ha definito città sofferente. Ma quali sono le malattie da cui è affetta? Quali le possibili terapie?

L’ex parlamentare Costantino Fittante, presidente dell’associazione, in una lunga disamina di vecchi e nuovi problemi della città ne analizza il processo di continua decadenza a partire dalla crisi istituzionale di cui è protagonista fino a quella di carattere etico-morale. É in questo contesto disastroso, che sembra cristallizzato nel tempo (in 35 anni si sono susseguiti tre scioglimenti per un totale di sei anni di sospensione della democrazia), dove l’illegalità diffusa è storia antica e moderna e i commissari prefettizi durano più dei sindaci, si sente la necessità di invocare un codice etico a cui fare capo perché i partiti possano stilare liste pulite epurate da malavitosi ed affini, per dare il via ad una campagna elettorale trasparente e scongiurare il rischio dell’ennesimo scioglimento. Con un comune sull’orlo del dissesto economico, il bene collettivo deve diventare per tutti i partiti la strategia comune per riprendere in mano le chiavi della città. Si susseguono una sfilza di interventi di personaggi della vecchia e nuova scena politica più o meno allineati all’idea di siglare un patto sociale culturale indipendente dal colore politico di appartenenza tra tutti coloro che si vogliono spendere per il bene della città e non fare politica per auto affermarsi. Presenti Amedeo Colacino Liberi e Forti ed ex sindaco di Motta Santa Lucia, il giornalista Salvatore D’Elia, la scrittrice e docente Daniela Grandinetti, il presidente del movimento legalità e riscatto Mario Magno, l’architetto Giuseppe Moraca, l’avvocato Giancarlo Nicotera, l’imprenditore Giuseppe Panarello, Vittorio Paola ex vice presidente della provincia ed ex consigliere comunale.

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Tutti concordi in linea di massima su quelle tematiche e problematiche che rappresentano da anni il ritornello della campagna elettorale: sfruttare il flusso turistico di stazione ed aeroporto, puntare sulla valorizzazione dell’area termale, ricollocare la città nel giusto contesto di importanza regionale, riservare maggiore attenzione e coerenza allo sviluppo urbanistico, fare lotta a pugno duro contro la speculazione edilizia e contro la ’ndrangheta, scommettere sulle risorse del territorio, restituire valore ai beni culturali ed archeologici. Spicca per freschezza l’intervento del giovane giornalista Salvatore D’Elia, denuncia il mancato interesse dei giovani per la politica e propone di riattivare i canali della partecipazione democratica alla ricostruzione della città. La nuova amministrazione, secondo D’elia, dovrebbe prima di tutto dedicare un periodo all’ascolto delle esigenze dei cittadini per costruire una democrazia partecipata che plasmi una progettazione da condividere attivamente con tutta la comunità. In coda a tutti gli interventi programmati si inserisce la partecipazione accorata dell’ing. Pasquale Matarazzo, ex sindaco di Lamezia, che si preoccupa di sottolineare la ridondanza delle tematiche affrontate, carenti, a suo dire, di soluzioni concrete. Lamenta la mancanza di tecnici che possano valutare l’intervento su questioni pratiche come ad esempio la viabilità e l’urbanistica e denuncia la mancata azione politica contro gli evasori fiscali. Poi tuona: “Parlate tanto di dissesto senza prendere in considerazione alcuna soluzione” e, tra gli esempi citati, la Multiservizi, che - a suo dire - attraverso una gestione più oculata potrebbe portare grandi risparmi alle casse dell'Ente.

Dora Coscarelli

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