Lamezia, associazione Graziella Riga su sentenza incandidabilità: "Altro che toni trionfalistici, centrodestra si interroghi su proprie responsabilità"

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Lamezia Terme - In merito alla sentenza emessa nei giorni scorsi dal tribunale lametino che ha rigettato l’incandidabilità dell’ex sindaco Mascaro dal coordinamento dell'associazione "Graziella Riga" in una nota affermano che “emergono alcuni elementi incontrovertibili, sui quali occorre soffermarsi mettendo da parte i toni trionfalistici e le interpretazioni fuorvianti venute fuori nelle ultime ore da esponenti cittadini e provinciali di Forza Italia”.

“Noi abbiamo sempre massimo rispetto per le sentenze. Proprio per questo non possiamo lasciare che vengano utilizzate – proseguono - ad uso e consumo, magari estrapolando singole frasi e parole, da parte di quelle stesse forze politiche responsabili dello scioglimento. Ben venga che Mascaro sia di nuovo candidabile. Ma basta leggere le motivazioni della sentenza per capire che tutti gli elementi che hanno portato il governo a sciogliere il consiglio comunale a novembre scorso, restano in piedi e addirittura vengono rafforzati. Nella sentenza, richiamando la relazione del Ministro e del Prefetto,  si parla espressamente di “un rilevante condizionamento dell’azione amministrativa del Comune” e si evidenzia come l’ingerenza delle cosche si è concretizzata sia al momento della composizione delle liste e quindi della formazione del consiglio comunale sia nell’azione amministrativa della consiliatura Mascaro”. 

Per il coordinamento dell’associazione politico-culturale ‘Graziella Riga’: “lasentenza accoglie la richiesta di incandidabilità per Pasqualino Ruberto, candidato a sindaco del centrodestra alle ultime elezioni amministrative, e per l’ex vicepresidente del consiglio comunale Giuseppe Paladino, già dai primi mesi della consiliatura organico alla maggioranza a sostegno dell’amministrazione Mascaro. Il tribunale lametino rigetta l’incandidabilità dell’ex sindaco, ma certifica in maniera netta che c’erano tutti gli elementi per arrivare allo scioglimento del consiglio comunale. Dal “sistema discutibile di gestione degli appalti” all’inquinamento del voto, fino addirittura alla “continuità” con personaggi e situazioni dei precedenti scioglimenti, tutti gli elementi già messi in evidenza nei mesi passati dal Prefetto e dal Ministro dell’Interno, vengono ribaditi nella sentenza del tribunale. Il fatto che Mascaro possa di nuovo candidarsi – ribadiamo ben venga - ma non cambia nulla sul piano politico.  La responsabilità politica di Mascaro e della sua maggioranza per lo scioglimento del consiglio comunale da questa sentenza viene ulteriormente confermata”. 

“Altro che toni trionfalistici – concludono - altro  che voler far credere che non sia successo niente. Il centrodestra si interroghi piuttosto sulle proprie responsabilità politiche che, come confermato dalla sentenza, per la terza volta hanno portato allo scioglimento del nostro consiglio comunale.  C’è un dovere di chiarezza e di verità nei confronti dei cittadini. Chiarezza e verità indispensabili per non ricadere negli stessi errori e dare alla città l’occasione per rialzare la testa e riscattarsi”.

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