Lamezia bene comune: no all’approvazione del Psc dalla commissione straordinaria

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Lamezia Terme – Sul Psc e sul possibile via libera che la commissione straordinaria starebbe per dare interviene anche il movimento “Lamezia bene comune” per il quale “se tale notizia dovesse essere confermata, sarebbe una decisione incomprensibile e deleteria per la città, a pochi mesi ormai dalla fine del mandato della gestione commissariale. È doveroso da parte della terna un atto di chiarezza verso i cittadini: su una questione così delicata per il futuro della città, non si può procedere per rumors o per sentito dire”.

Per il movimento, in particolare “c’è un dato su cui si dovrebbe quantomeno dare spiegazioni alla città: si va ad approvare una  proposta di Psc che è quella partorita dall’amministrazione disciolta due mesi prima del decreto di scioglimento, quando già si era insediata la commissione di accesso. E vale la pena ricordare in quale contesto politico venne fuori questa proposta di Psc, tra dimissioni di assessori all’ordine del giorno, tra cui anche quelle dell’assessore con delega all’urbanistica, e una situazione di generale fibrillazione dovuta a uno scioglimento ormai nell’aria. Che messaggio etico si dà alla città andando ad approvare una proposta di Psc nata in un contesto del genere? Basterebbe solo un elemento: da quella proposta di Psc approvata dalla giunta Mascaro, furono stralciati i commi antimafia, voluti dall’amministrazione di centrosinistra nel piano adottato nei primi mesi del 2015, per sancire in maniera inequivocabile che tutte le attività urbanistiche disciplinate dal Psc del Comune di Lamezia Terme operano in contrasto con gli interessi della criminalità organizzata. Nel merito, è fortemente preoccupante dare il via libera a un Psc che, da quanto abbiamo appreso negli anni scorsi, va ad approvare, attraverso le osservazioni, una serie di costruzioni private in aree urbanizzabili. L’operazione portata avanti dall'amministrazione disciolta e che con una eventuale approvazione la commissione straordinaria farebbe propria, stravolge il piano già adottato nel 2015, che ha cancellato le aree urbanizzabili trasformandone, una piccola parte,  in urbanizzate, laddove erano previsti insediamenti produttivi e le condizioni di prossimità e di utilizzo parziale del territorio lo consentivano. Attraverso le osservazioni, si va a creare un insediamento diffuso che, oltre ad aumentare il costo dei servizi comunali sempre a spese dei cittadini, entra in contrasto con l’articolo 20 del Quadro territoriale regionale con valenza paesistica, che espressamente prevede una posizione di vantaggio per i Comuni che non prevedono alcuna area urbanizzabile nell’assegnazione dei fondi destinati alla rigenerazione urbana ed alla valorizzazione dei centri storici”.

Secondo Lamezia bene comune, tutto ciò “fa perdere un vantaggio enorme nell’assegnazione di finanziamenti cancellando, oggi e in futuro, un’opportunità che potrebbe valere  molte decine di milioni di euro.  Con questa scelta, Lamezia entrerebbe in contrasto con la linea di tendenza di tutti gli urbanisti, del governo nazionale e regionale, e si farebbe un danno incalcolabile alla gran massa dei proprietari di edifici già realizzati, molti dei quali hanno bisogno di manutenzione ordinaria e straordinaria,  rendendo difficili interventi di recupero generalizzato in aree che hanno un tessuto urbano in difficoltà. Oltre al merito del provvedimento, è evidente che c’ è  una questione di opportunità. Si tratta di un atto di grande valore politico, che va a disegnare la città dei prossimi decenni, che deve dare risposte ai cittadini e alle realtà sociali e produttive della città. Perché approvarlo a pochi mesi dalla scadenza della gestione commissariale? Un atto di tale portata, per il suo impatto sulla vita della città e sulle future generazioni, richiede il via libera da parte del massimo organo democratico di una comunità che è il consiglio comunale. Un’approvazione oggi, probabilmente a pochi mesi dall’insediamento di un nuovo consiglio e di una nuova giunta comunale, non giova a nessuno. Anzi. Si rischia di approvare un documento urbanistico “senza padri”, slegato da qualsiasi legame con il tessuto vivo della comunità lametina. Se quanto trapelato - si legge infine nella nota - dovesse essere vero, ci appelliamo alla commissione straordinaria: ci ripensi immediatamente. Si dia la possibilità al prossimo consiglio comunale eletto di esprimersi e confrontarsi su una questione decisiva per il presente e il futuro di Lamezia, portando la voce e le istanze dei cittadini”.

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