Lamezia, consiglio comunale tra approvazione bilancio e spettro scioglimento

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Lamezia Terme – Nervi tesi, tesissimi come una corda di violino al Comune di Lamezia. L’operazione Crisalide scattata all’alba del 23 maggio è calata come una mannaia su tutta l’assise, gettando un cono d’ombra non di poco conto su quello che sarà il futuro dell’ente. Inevitabile che si parli di questo nel consiglio comunale fissato per domani nella sala Napolitano e che tra l’altro all’ordine del giorno ha uno scoglio fondamentale: il bilancio 2016, senza la cui approvazione si potrebbe comunque mettere fine anticipata all’amministrazione.

Il coinvolgimento della politica nell’operazione “Crisalide”

A quasi due anni di distanza dall’elezione del sindaco Mascaro, con diverse vicende giudiziarie che hanno già segnato il percorso dell'amministrazione, questa volta si rischia davvero forte. In ballo infatti, c’è lo spettro del terzo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Uno stralcio dell’inchiesta fa tutto riferimento ai rapporti intercorsi tra politici e alcuni elementi della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri. Nomi che scottano se si parla del vicepresidente del consiglio Giuseppe Paladino, di suo padre Giovanni e dell’ex candidato a sindaco Pasqualino Ruberto. Se quest’ultimo non risulta aver avuto contatto diretto in questo senso con la criminalità lametina per la corsa alle amministrative, manifestando tra l’altro di voler essere ascoltato presto in Procura, sono arrivate le dimissioni irrevocabili di Paladino da consigliere. “Dimostrerò la mia assoluta estraneità a tutti gli addebiti che mi vengono mossi e l’assoluta correttezza ed onestà del mio operato” ha fatto sapere tramite il suo avvocato.

Intanto a succedergli potrebbe essere nei prossimi giorni Patrizia Nicolazzo, la prima dei non eletti nella lista “Pasqualino Ruberto Sindaco”, la stessa che però risulterebbe indagata nell’inchiesta “Robin Hood” che riguarda Calabria Etica, cosa che, vista la situazione già parecchio elettrica, potrebbe portare alla scelta del secondo dei non eletti, Vincenzo Cutrì. Nella stessa lista civica “Pasqualino Ruberto Sindaco” risultava inoltre tra i candidati Antonio Mazza. Per lui solo 42 preferenze se non fosse che risulta tra i 52 fermati nell’ambito dell’inchiesta “Crisalide”. Nessuna implicazione diretta invece per la consigliera Maria Lucia Raso che siede nella maggioranza, ma che si ritrova ad ogni modo a ricoprire una posizione delicata, essendo la fidanzata di Alessandro Gualtieri, tra i fermati per la stessa operazione con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

Una tegola pesante dunque sull’amministrazione guidata da Paolo Mascaro, che stava appena appena raccogliendo i cocci dell’operazione Eumenidi e del relativo coinvolgimento di Emanuele Ionà, rappresentante del Comune nel Cda della Sacal. Negli ultimi mesi poi, lo tsunami scaturito dall’inchiesta “Robin hood” con l’arresto e le dimissioni di Pasqualino Ruberto da consigliere comunale, ma anche l’indagine ancora aperta a carico del padre di Francesco De Sarro, per una compravendita di voti proprio a favore del figlio, risultato il primo degli eletti alle amministrative 2015.

L’ombra dello scioglimento del consiglio

Sollevati più polveroni, quello che ora in molti evocano, all’indomani dell’inchiesta, è un’immediata commissione d’accesso al Comune, come i parlamentari calabresi del Movimento 5 stelle che non hanno usato mezzi termini: "Vogliamo sapere – affermano annunciando la presentazione di una specifica interrogazione al ministro Minniti - se abbiano avuto riflessi nella gestione del municipio i movimenti di 'ndrangheta per le elezioni comunali a Lamezia Terme, emersi dall'operazione 'Crisalide', e le altre vicende giudiziarie dei mesi scorsi”. “Questa consiliatura rischia di far tornare Lamezia indietro di anni, sul piano dell’etica pubblica, della legalità, della trasparenza” hanno affermato da Sinistra Italiana.

Il sindaco Mascaro, che ha affidato il suo commento alla pagina facebook, ha palesato la sua intenzione di fornire ogni ausilio o collaborazione per eventuali accessi antimafia, “pronto a dimostrare che non esiste atto o documento amministrativo che in 23 mesi non sia stato assistito dalla piena conformità a legge, sia da un punto di vista formale che sostanziale”. Per quanto solo gli avvisi di garanzia non possano bastare per lo scioglimento del consiglio, gli occhi sono ora tutti puntati sul Comune di Lamezia. Le verifiche non potranno più essere rinviate e il compito, se ci saranno i presupposti, sarà in caso affidato ad un’apposita commissione nominata dalla Prefettura. Non si può dimenticare che il Comune di Lamezia è stato già sciolto due volte per infiltrazione mafiosa, nel 1991 e nel 2002 e che una terza potrebbe rappresentare una vera e propria stangata per una città che sotto certi aspetti sta respirando a fatica.

Secondo l’articolo 143 del Tuel, che nel corso degli anni ha subìto però degli aggiornamenti, “I consigli comunali e provinciali sono sciolti quando, emergono elementi su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata o su forme di condizionamento degli amministratori stessi, che compromettono la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento delle amministrazioni comunali e provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi alle stesse affidati ovvero che risultano tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica”. Le premesse, (se come preannunciato dalla Procura ci saranno anche altri risvolti giudiziari dell’inchiesta) potrebbero esserci tutte.

L’approvazione del bilancio e la diffida prefettizia

Ma intanto domani, un ulteriore scoglio, oltre le vicende mediatiche, attende Sindaco e Giunta. All’ordine del giorno nel consiglio comunale fissato alle 9,30 nella sala Napolitano, vi è l’approvazione del bilancio 2016 senza il quale la macchina amministrativa non potrà andare avanti. A Mascaro non sono mai mancati i numeri e l’appoggio della sua maggioranza, ma visto il clima infuocato, si prevedono scintille. Dall’opposizione è già stato annunciato uno scontato voto contrario e nella maggioranza il gruppo di Forza Italia ha mostrato non pochi tentennamenti. “Ci riserveremo di determinare il nostro voto al bilancio consuntivo – hanno precisato Carolina Caruso e Francesco Ruberto in una recente nota - solo dopo aver valutato con attenzione sia l’azione amministrativa svolta che le future azioni di governo”. Domani sarà il momento di ascoltare con attenzione il parere dei revisori dei conti, perché ad incombere inoltre, c’è la diffida prefettizia notificata all’amministrazione l’8 maggio, per un documento che sarebbe dovuto invece arrivare in aula entro il 30 aprile. 

Alessandra Renda

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