Lamezia, Consiglio di Stato conferma scioglimento: si vota il 10 novembre

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Lamezia Terme - Lamezia si prepara alle elezioni. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso confermando lo scioglimento del consiglio comunale. Dopo due anni di commissariamento, che si apprestano a terminare, la città torna alle urne. Lo scorso 19 settembre era stata discussa l’udienza pubblica davanti al Consiglio di Stato. La sezione terza (presidente Franco Frattini, relatore Massimiliano Noccelli e consiglieri Pierfrancesco Ungari, Stefania Santoleri, Giovanni Pescatore e Raffaello Sestini) era entrata nel merito, al punto 18, dello scioglimento del consiglio comunale di Lamezia Terme. La decisione era attesa entro 23 giorni ma invece è arrivata ad una settimana esatta dall’udienza pubblica di giovedì scorso. Nessun esito favorevole, dunque, per il ricorso dell’ex sindaco Paolo Mascaro e di alcuni componenti della sua ex Giunta.

Il 10 novembre i lametini saranno chiamati ad eleggere il nuovo primo cittadino, con eventuale ballottaggio il 24 novembre. La prossima tappa è quella del 12 ottobre quando scadrà il termine per la presentazione delle liste. La campagna elettorale entra quindi nel vivo. Proprio questa mattina, inoltre, sono stati affissi i primi manifesti di convocazione dei comizi elettorali.

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza), si è così definitivamente pronunciato sull’appello, proposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero dell’Interno e dall’Ufficio Territoriale del Governo - Prefettura di Catanzaro: "accoglie e per l’effetto, in integrale riforma della sentenza impugnata, respinge il ricorso e i motivi aggiunti proposti in primo grado" da Mascaro, Costanzo, Petronio, Gullo, Cardamone e Cicco e "conferma la legittimità dello scioglimento del consiglio comunale di - Omissis (Lamezia ndr) - disposto con il decreto del Presidente della Repubblica del -OMISSIS- 2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del -OMISSIS (24 novembre ndr) 2017". Inoltre, i giudici hanno condannato i ricorrenti “a rifondere in favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri le spese del doppio grado del giudizio, che liquida nel complessivo importo di € 10.000,00”.

R.V.

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