Intervista a Luigi Muraca (Fi): "Lamezia deve contare di più"

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Lamezia Terme – Ex presidente del consorzio industriale Asicat, esponente lametino di Forza Italia, l’avvocato Luigi Muraca fa parte della vita politica cittadina da diversi anni. Alla luce dei recenti cambiamenti politici, l’abbiamo intervistato per avere una sua opinione in merito, soprattutto per quanto riguarda il futuro di Lamezia, che lui racchiude con uno slogan che ha coniato e che spera diventi il leitmotiv delle prossime amministrazioni: “Lamezia deve contare di più”.

Il centrodestra, in Italia come in Calabria, si è diviso con la ricostituzione di Forza Italia da un lato e Nuovo Centro Destra dall’altro. Lei ha deciso di continuare a seguire Berlusconi. Come giudica questa scissione che ha visto Scopelliti in Calabria seguire Alfano nella costituzione del nuovo partito?

"Ci si deve muovere in una logica delle grandi famiglie europee. Il Pd ha avuto una direzione, secondo me anche molto importante, che è stata estremamente chiarificatrice in questo senso, aderendo al Partito Socialista Europeo. È chiaro che in Italia ci deve essere un’area che costituisce la “succursale” del Partito Popolare Europeo. Questa non poteva che essere il Pdl adesso Forza Italia. Per quanto riguarda Ncd, già la denominazione stessa che questo partito ha deciso di attribuirsi denota, a mio avviso, come non ci siano grandi ragioni politiche rispetto a questa scissione, quanto piuttosto un moto d’ incomprensione e insoddisfazione personale, rispetto anche a determinate aspettative. Secondo me è un ossimoro il fatto che riconoscendosi in uno schieramento di centro destra appoggi poi un governo dichiaratamente di centrosinistra. Ncd non ha spiegato i motivi del distacco. Vuoi rimarcare la tua appartenenza politica ma mi sembra incoerente poi appoggiare un governo di centrosinistra. Come spiega questa alleanza rispetto alle scelte in merito alle politiche economiche sociali. Un quesito che si fa stringente e va girato al partito Ncd. Su Scopelliti, invece, bisogna dire che è l’unico governatore ad aver fatto questa scelta. Immagino che rimanendo in FI avrebbe maggiormente rappresentato quel momento di sintesi che deve essere il presidente della regione all’interno della coalizione. Non è un caso che una volta passato “dall’altra parte” i dissensi si siano acuiti. Per quanto riguarda Forza Italia, tra le varie adesioni al partito, c’è da segnalare oltre a quella di Mario Magno, anche la presenza di un parlamentare esperto lametino, come l’onorevole Galati".

A suo avviso qual è la situazione attuale nell’area di centrodestra a Lamezia?

"A Lamezia ci sono state diverse posizioni: alcuni come Ruberto e Mazzei sono passati al Ncd mentre altri hanno deciso di continuare a militare nel partito di Berlusconi. Il quesito che mi ponevo prima riguardava più la situazione nazionale che locale. Nella vita politica lametina infatti non è cambiato moltissimo. Coloro che hanno aderito al Nuovo Centro Destra o, al contrario, a Forza Italia, a Lamezia rimangono dell’opposizione, in relazione ad una maggioranza che è di centrosinistra. A Lamezia non è cambiato molto, gli equilibri non sono mutati. Non vorrei però che questa alleanza nazionale di governo possa avere dei cascami, degli effetti che possano riverberarsi nelle alleanze locali o regionali".

Questo equilibrio cambierà in vista delle prossime elezioni amministrative?

"Adesso dovremo certamente dialogare per trovare una soluzione".

Ora la situazione sul dissesto sembra essere andata in stand by in attesa della sentenza sul ricorso presentato dal Comune che sarà comunicata il prossimo 9 aprile. Come si è arrivati, a suo avviso, a tale situazione?

"Il dissesto è un po’ come un suggello formale che ci auguriamo ovviamente non ci sia. Parlo di suggello formale perché è una situazione che dal punto di vista finanziario è gravissima. L’Amministrazione comunale non è riuscita a tenere in ordine i conti pubblici. La crisi finanziaria resta comunque grave anche senza la dichiarazione di dissesto. Non sono stati recuperati i crediti, ha lasciato troppo spazio ai dirigenti, che spesso hanno sconfinato dalla discrezionalità all’arbitrio, ha peccato di mancato controllo, e ha peccato di mancanza di rigore nella tenuta dei conti pubblici. Il sindaco adesso ha una grande responsabilità. Il nostro Comune ha il vizio di muoversi tardivamente, sotto la spinta e incalzato dagli eventi e dalle scadenze. Questa è una politica del differimento, perché è frutto dell’insicurezza. Questa è stata un’amministrazione gracile, che non ha avuto una traiettoria, quindi di conseguenza molto insicura. Non sono mai stati chiariti i termini di tante fratture e tante situazioni che si sono presentate. E poi c’è stata una mancanza di coraggio nell’affrontare i temi più importanti e delicati: il Psc, la Icom, l’area polifunzionale integrata che è rimasta una incompiuta. È mancata un’idea forte di città, che l’ha fatta, purtroppo, arretrare. Da avvocato posso dire che l’Amministrazione ha sbagliato ad affidare i temi più importanti ad un iter processuale. Pensiamo al caso Icom: questa situazione andava affrontata in altri termini. Andava affrontata con l’imprenditore Noto, non solo davanti ai tribunali. Guardiamo la questione Sacal: più volte ho detto che si è trattato di una gestione di spettacolare incoscienza. Perché andare a citare per danni l’ex presidente Speziali o il consiglio di amministrazione? Perché invece non proporre politiche alternative? Ricordo che il Comune ha lasciato all’interno del consiglio d’amministrazione un dirigente (D’Ambrosio) che non è neanche di Lamezia. Allora quali sono le politiche per il territorio su questa infrastruttura strategica? Era necessario proporre una linea politica gestionale alternativa, tenendo conto che il Sindaco è il maggiore azionista. Insieme a questo si aggiungono delle difficoltà oggettive a livello regionale".

A proposito di questo, di cosa ha bisogno Lamezia per vedersi accreditata a livello regionale? È un problema di politici o solo di classe dirigente con il complesso di inferiorità?

"Questa città avrebbe potuto trovare al suo interno le energie sulle scelte fondamentali, per porsi e presentarsi in una condizione diversa, di maggiore credibilità agli occhi della Regione. Però certamente è stata trascurata da questa amministrazione regionale. Lamezia non è stata valorizzata. Su questa città non sono stati compiuti interventi di programmazione comunitaria seri. E quelli che c’erano, per esempio due, nell’area industriale, la piastra logistica da 24 milioni di euro ed iI Prip (piano regionale delle infrastrutture produttive) che serviva a completare l’infrastrutturazione primaria e secondaria dell’area, sono stati definanziati. Questa città ha pagato un prezzo ed è sbagliato. Mentre su Cosenza o Catanzaro ci sono degli investimenti in programma, su Lamezia tutto tace ed è fermo. È stato sbagliato non portare avanti il Patto per lo sviluppo (500 milioni pubblici e 500 privati) sottoscritto nel 2009 da Regione, Provincia e Comune. Ognuno ha le proprie responsabilità, ma la Regione ha le maggiori colpe.  Chi governa una regione non deve prediligere una parte di territorio rispetto ad un’atra. Per esempio, prendiamo la questione aeroporto: Lamezia è baricentrica ma la Regione ha completamente bistrattato il nostro aeroporto, ignorandolo. Non si avverte una grande battaglia della Regione per lo scalo lametino, che ha, in realtà, una sua vocazione. A questo si aggiunge la mancata levata di scudi da parte degli esponenti politici locali".

Quale scenari prevede per l’immediato futuro per la città? Ci sono novità nella scelta del futuro sindaco almeno nella parte di schieramento che rappresenta?

"Non mi sbilancio sul nome del prossimo candidato a sindaco, è auspicabile che si punti ad un unico candidato. La persona che amministrerà la città deve avere una forte carica di innovazione. Penso che si debba creare un bel movimento per la città, che deve essere consapevole. Ho lanciato uno slogan: Lamezia deve contare. Perché la nostra città deve contare di più anche e soprattutto a livello regionale. Lamezia deve puntare su persone che abbiano una competenza adeguata. La città deve ritrovarsi facce nuove, trasparenti, indenni da contaminazioni di diverso genere, facce lontane dal malaffare e dalla mafia".

A questo proposito, con l’operazione Perseo, compiuta dalla DDA di Catanzaro, sono state portate alla luce determinate situazioni e sono state coinvolte diverse persone, anche esponenti politici, anche del suo partito.

"Si. È stato coinvolto un esponente del mio partito (Pdl all’epoca dei fatti), nella persona di Gianpaolo Bevilacqua, che è un mio caro amico e del quale, proprio ora, a maggior ragione, non rinnego l’amicizia. Sono convinto che riuscirà a dimostrare la sua innocenza, in caso contrario, da cittadino che opera nel campo della giustizia, mi atterrò acriticamente alle decisioni della magistratura ma da cristiano gli sarò ancora più vicino. Fermo restando però, che debba essere reciso ogni legame tra ambienti criminali e mondo politico e che vanno guardate con favore tutte le indagini portate avanti da magistratura e forze dell’ordine che vanno a colpire questi legami. Lamezia è fatta di tante persone per bene e la vita politica e sociale non può essere inquinata da una minoranza criminale rispetto alla maggioranza dei cittadini".

Quale auspicio per la città?

"Lo ribadisco: Lamezia deve contare di più. Per questo spero che il prossimo sindaco aderisca a questo slogan. Lamezia deve essere valorizzata e diventare baricentrica, non solo a livello logistico ma soprattutto a quello politico ed economico".

C.S.

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