Lamezia, Italia Nostra su commi antimafia cancellati dal Psc: “Tirati maldestramente in ballo dal sindaco Mascaro”

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Lamezia Terme – Le norme antimafia (commi 3,4,5) cancellate dal Psc, sono state in queste ultime ore oggetto di scontro tra il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro e i vari schieramenti politici. Lo stesso primo cittadino, in merito, ha avuto modo di chiarire sulla sua pagina facebook, dandone spiegazione dettagliata.

Sindaco Mascaro: “Proposta parte da osservazioni di Italia Nostra condivide da Crocioni”.

“L’Emendamento consiliare, approvato nella seduta del 28/11/13, aveva inserito all'art. 1 del PSC i commi 3, 4 e 5 riportati nell'articolo oggi pubblicato. L'osservazione n. 88 tempestivamente presentata da Italia Nostra aveva rilevato, tra svariati altri punti, che "i principi di legalità semplicemente enunciati nell'art. 1 del REU (commi 3 e 4) in ogni caso PLEONASTICI rispetto alla vigente normativa in materia di infiltrazioni mafiose". Il progettista Prof. Crocioni a pag. 40 delle controdeduzioni, nell'esaminare detta osservazione, afferma che la stessa "segnala giustamente il carattere pleonastico e retorico, rispetto alla vigente normativa in materia di infiltrazioni mafiose, dei commi 3,4 e 5 art. 1 REU, introdotti in accoglimento di un emendamento consiliare, su cui si conviene pienamente accogliendo l'osservazione con la soppressione dei tre commi citati".

La detta proposta – afferma ancora il Sindaco - che parte quindi da osservazione di Italia Nostra e che è sostenuta pienamente dal Prof. Crocioni, non certo ideologicamente vicino al Sindaco, è stata accolta nella delibera di giunta del 29 agosto 17 nella quale espressamente e con grande rilievo, in quanto l'amministrazione opera sempre alla luce del sole, si motiva: "dato atto che gli obblighi di richiedere e acquisire la documentazione antimafia non possono essere previsti al di fuori delle ipotesi espressamente disciplinate dal codice antimafia e pertanto questa PA DEVE uniformarsi al dettato normativo, procedendo alle acquisizioni della documentazione antimafia nelle ipotesi espressamente previste dal codice antimafia medesimo".

Pertanto, come appare elementare, si tratta di osservazione proposta da associazione di notoria serietà quale Italia Nostra, perorata e sostenuta pienamente da urbanista di grande spessore che aveva lavorato anni ed anni con la precedente amministrazione, ed accolta per evitare una possibile illegittimità derivante dall'imporre un ulteriore tassello rispetto a quelli previsti dalle norme di legge, e segnatamente dalla giustamente rigorosa normativa antimafia presente in Italia, evitando quindi – conclude Mascaro - probabili contenziosi”.

In merito è però intervenuto subito dopo Giuseppe Gigliotti, responsabile regionale e presidente cittadino di Italia Nostra, insieme al responsabile affari legali Nicolino Panedigrano, chiarendo la posizione dell’associazione sui commi cancellati dal Psc e rispondendo al sindaco Mascaro.

Italia Nostra: “Da noi nessun invito a cancellare norme, Sindaco dovrà rispondere a Magistratura”

“L’urbanista Crocioni ed il Sindaco Mascaro tirano maldestramente in campo Italia Nostra di Lamezia nella torbida vicenda che ha cancellato delle norme antimafia (i commi 3, 4 e 5 dell’art. 1) da quel Regolamento Edilizio Urbano (REU) che entrambi chiedono al Consiglio Comunale di approvare. Secondo loro a suggerire di cancellare quelle norme sarebbe stata proprio una osservazione di Italia Nostra al PSC allora adottato in prima battuta dal Consiglio. Niente di più falso. E se i due non si rimangeranno queste affermazioni dovranno risponderne dinanzi alla magistratura.

Nelle sue osservazioni Italia Nostra, infatti, ha attaccato frontalmente l’amministrazione Speranza che allora aveva adottato il PSC e il professore Crocioni che lo ha redatto, denunciando che esso fosse intriso di una serie di vizi e di illegittimità, che contraddicevano i principi di legalità enunciati proprio nell’art. 1 del REU. E siccome il REU non è stato ancora approvato, per evitare di sentirsi replicare che non si poteva denunciare la violazione di una norma non ancora vigente, ha aggiunto che comunque vizi e illegittimità sussistevano a prescindere, perché – aggiungono da Italia Nostra - quelle norme erano pleonastiche rispetto a tutta la normativa antimafia vigente. Punto.

Dove, in questo limpido e rigoroso ragionamento antimafia e anti illegittimità, stia nascosto un invito a cancellare quelle norme dal REU, Crocioni e Mascaro devono spiegarlo pubblicamente, se non vogliono poi farlo dinanzi ai magistrati. E comunque, anche se pleonastiche, chi gli imponeva di cancellare norme volute e votate dal Consiglio Comunale?

E’ lo stesso avvocato Mascaro a fornire incautamente nel corso di questa sua estrema difesa – precisano ancora - la prova della “innocenza” di Italia Nostra lametina. Il Sindaco, infatti, prima si fa schermo di Crocioni che ha (come ben si comprende, in modo del tutto autonomo) proposto di cancellare quelle norme, perché gli pesava troppo che fossero (secondo lui) una inutile ripetizione di quanto contenuto nel Codice Antimafia, ma poi riporta la motivazione vera con cui la Giunta ha deciso di farlo. E la motivazione vera è che la Giunta ha assunto la decisione di cancellarle dopo aver “dato atto che obblighi di richiedere e acquisire la documentazione antimafia non possono essere previsti al di fuori delle ipotesi disciplinate dal Codice Antimafia e pertanto questa PA (Pubblica Amministrazione) deve uniformarsi al dettato normativo, procedendo alle acquisizioni della documentazione antimafia nelle ipotesi espressamente previste dal Codice Antimafia medesimo” (testo da lui stesso virgolettato).

Il Sindaco aggiunge inoltre nel suo post che lui e la Giunta hanno così facendo inteso evitare di imporre un “inutile” tassello (immaginiamo volesse dire balzello) rispetto a quelli previsti dalle norme di legge, evitando quindi probabili contenziosi.

Ecco che allora Sindaco e Giunta non hanno cancellato quelle norme perché le ritenevano pleonastiche e ripetitive rispetto a quanto previsto dal Codice Antimafia, ma al contrario perché le ritenevano aggiuntive rispetto ad esso e non volevano né imporre “inutili” balzelli, né provocare eventuali contenziosi. Solo che quei balzelli sarebbero per i cittadini onesti solo un modesto sovraccarico di burocrazia, ma per i mafiosi un ulteriore ostacolo ad infiltrarsi nelle maglie della pubblica amministrazione. E in questa città (chi meglio di questo Sindaco dovrebbe saperlo!) più ostacoli si mettono alle infiltrazioni mafiose – concludono - e meno si corre il rischio di continui scioglimenti per mafia del Consiglio Comunale”.

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