Lamezia, la settimana della verità sulle elezioni: e c'è chi lavora a un nome dell'antimafia

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Lamezia Terme - In un clima ancora ovattato muove i primi passi la campagna elettorale per le elezioni comunali. Da una parte, infatti, le forze politiche provano ad avviare la macchina elettorale, dall'altra la percezione dell'opinione pubblica resta felpata, quasi attendista. E ciò evidentemente per la tappa intermedia del 19 settembre, giorno in cui il Consiglio di Stato sarà chiamato ad esprimersi sullo scioglimento del Consiglio comunale. Soltanto allora i lametini sapranno se la data del 10 novembre, indicata dal prefetto nell'indizione dei comizi elettorali, sarà reale o meno. Soltanto dopo la pronuncia dei giudici amministrativi sul destino di Paolo Mascaro e della sua Giunta, la strada verso le elezioni potrà essere ufficialmente imboccata oppure sospesa fino alla scadenza naturale della legislatura in primavera 2020. di Lamezia Terme, il commissariamento per infiltrazioni mafiose si avvia alla conclusione, dal momento che la legge stabilisce in maniera perentoria la durata massima di un commissariamento in 24 mesi.

L'attesa, però, non è banale e costringe le forze politiche a una necessaria organizzazione perché il tempo non è affatto una variabile neutra in questa delicata e ancora confusa partita politica. Le tappe, infatti, potrebbero essere assai forzate, dal momento la road map tracciata dal prefetto prevede che entro la metà di ottobre - fra meno di un mese - debbano essere presentate le liste. Ecco, dunque, che forze politiche, movimenti e raggruppamenti civici - dopo mesi di totale assenza dal dibattito pubblico, salvo poche e sparute eccezioni - riprendono le file dell'impegno. Come e in che termini si concretizzerà l'offerta politica per le amministrative è ancora difficile da stabilire: per ora si assiste a rimescolamenti di forze, spostamenti di campo e deboli tentativi di coalizione. Nel centrodestra e nel centrosinistra: né le manovre romane che hanno portato alla formazione del nuovo Governo Conte bis sono prive di incidenza e ricadute sul territorio. In che termini si vedrà, non appena sarà superata la curva stretta del Consiglio di Stato.

Certo, dopo l'ennesima e dura esperienza del commissariamento per infiltrazioni mafiose e alla luce degli ultimi accadimenti di cronaca - lo scioglimento dell'Asp di Catanzaro con radici lametine per via dell'inchiesta "Quinta Bolgia" - la teoria predicata di più è quella di individuare liste e candidati al di sopra di ogni sospetto, elaborare programmi che della legalità fanno bandiera.  Ecco allora che in questo solco le indiscrezioni sui futuri candidati a sindaco fioccano. Il totonomi, come da tradizione, monta nei diversi schieramenti e si fanno largo i profili dei papabili destinati allo scranno più alto della città. Nel campo alternativo al centrodestra e alla Giunta uscente, ad esempio, ancora da comporre nella sua formazione c'è chi, ad esempio, avrebbe già iniziato a scandagliare desiderata e disponibilità e proprio in queste ore si fa largo l'indiscrezione in base alla quale in una futura rosa potrebbe essere inserita una figura, espressione dell'impegno civico lametino e chiaramente identificabile nel largo campo dell'antimafia militante.

Sull'altro fronte, il quadro è egualmente in movimento: Mascaro non ha mai fatto mistero di voler riproporre un suo impegno diretto, Forza Italia dal canto suo sarebbe pronta a spendere nuovi nomi, la Lega non starà certo a guardare vista la presenza del parlamentare lametino Furgiuele. In tutti i campi, in egual misura, la parola civismo è la più usata: in cosa si concretizzerà i lametini lo scopriranno presto, perché è da loro che passerà la responsabilità del futuro prossimo della città e mai come in questo caso quel segno sulla scheda elettorale sarà carico di valore e significati.

G.V.

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