Lamezia, Meetup 5 Stelle: “Ragionando sulla Sacal nell’era dei De Felice e Guadagnuolo”

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Lamezia Terme – Pubblichiamo la nota dell’avvocato Giuseppe D’Ippolito, attivista del Meetup 5 Stelle Lamezia e candidato a sindaco nelle scorse amministrative con il Movimento Cinque Stelle, che interviene sulla gestione Sacal. “Stiamo assistendo in questi giorni a un attacco concentrico del centro destra, del PD lametino, del comune di Lamezia Terme, dei soci privati e di altri, alla gestione della Sacal da parte del presidente del CdA, Arturo De Felice, assolutamente privi di presupposti e del tutto strumentali. Il Meetup di Lamezia e i parlamentari calabresi del Movimento 5 stelle, furono i primi a contestare fondatamente, mentre tutti applaudivano alla nomina, il procedimento di designazione del rappresentante della regione Calabria (appunto, De Felice), seguito dal presidente Mario Oliverio. Luna di miele finita o aspettative mancate? Accorpare le gestioni Lamezia, Crotone e Reggio non è affatto un danno e per Lamezia rappresenta una grande opportunità che risiede tutta nella saggezza e nella lungimiranza dei propri amministratori e di quelli di Sacal. Attualizzare i piani industriali, come dichiarato e richiesto pubblicamente dall’ing. Guadagnuolo (amministratore unico di Sacal GH e rappresentante comunale nel CdA), è operazione impossibile rispetto alla pendenza delle domande di partecipazione alle gare. Si potrà fare trascorso un semestre/un anno dall’avvio delle gestioni (quella di Reggio iniziata a settembre, quella di Crotone ancora sub iudice).  La gestione contemporanea di tre scali, comunque, può essere vantaggiosa sotto vari profili: la realizzazione di economie di scala; il risparmio di soldi pubblici nell’aver cancellato due organi amministrativi (con la consueta pletora di consulenti, collaboratori, addetti allo staff), che incidevano pesantemente sui costi della collettività; la famosa “intermodalità” nei trasporti stradali/aerei/ferroviari/navali, che verrebbe favorita da un unico gestore aeroportuale. Ne sono un esempio tangibile cui la Sacal può ispirarsi, quello della società Aeroporti di Puglia, che Guadagnuolo –benché pugliese d’adozione- evidentemente non conosce, che gestisce contemporaneamente gli scali di Bari (3,3milioni di passeggeri), Brindisi (1,5milioni) insieme a Taranto e Foggia (poche centinaia di passeggeri e utilizzati per l’aviazione minore); nonché quello della società SAVE che gestisce Venezia, Treviso, Verona-Brescia (ciascuno scalo con diversi numeri di passeggeri) e detiene inoltre il 27,65% dell’aeroporto belga di Charleroi essendo l’unica società di gestione aeroportuale italiana che partecipa alla gestione di uno scalo estero. E perché mai Lamezia perderebbe lo status di scalo primario se si gestiscono pure Crotone e Reggio, se le differenze le fa il mercato, cioè il numero di passeggeri paganti?  E anche sul cumulo delle funzioni di presidente e amministratore delegato in capo allo stesso De Felice, le affermazioni dell’ing. Guadagnolo, secondo cui (da sua personale ma non accurata verifica) in nessuna società aeroportuale si concretizza tale situazione, sono facilmente confutabili".

"Basti ricordare che anche il presidente Giuseppe Vitale, nel 2005, cumulava le funzioni di presidente e di amministratore delegato. E Vitale, sfiduciato dal proprio CdA, venne reintegrato da un Giudice, in entrambe le funzioni. Così come una distribuzione di deleghe tra presidente e direttore generale, si realizza nella già citata società SAVE (aeroporti di Venezia, Treviso, Verona-Brescia). E seppur è vero che la legge Madia (richiamata da Guadagnuolo) raccomanda la separazione tra le funzioni di gestione e quelle di controllo, proprio per questo principio le deleghe non possono essere esercitate “collegialmente” dal CdA (come chiedono i contestatori) che sempre organo di controllo è ma, semmai devono essere distribuite a altri soggetti, quali ad esempio, il direttore generale (nominato appena a settembre e ancora nei sei mesi di prova). Vorrei far notare all’ing. Guadagnolo, che proprio lui, da amministratore unico di Sacal GH e consigliere d’amministratore di Sacal spa, incorre nella confusione dei ruoli di controllore e controllato in violazione dell’auspicio della legge Madia, da lui citata però in chiave anti-De Felice. Dai verbali del consiglio d’amministrazione pubblicati sul sito Sacal, emerge poi che tutte le scelte operative di Sacal in questi 5 mesi, checché ne dicano l’ing. Guadagnuolo e gli altri detrattori, sono sempre passate dall’approvazione del CdA: è facile verificare che il Cda, non De Felice, nei 5 mesi di gestione, ha approvato 5 selezioni pubbliche (come da noi ripetutamente richiesto), attraverso bandi pubblici e griglie di valutazione che consentono la verifica e valorizzano (con punteggio predeterminato) il possesso requisiti obiettivi di specializzazione, professionalità e onorabilità (tra cui la mancanza di precedenti penali e di pendenze giudiziarie) dei candidati. E proprio tra questi avvisi pubblici, sempre sul sito Sacal si rinviene quello del 7 luglio scorso per la selezione del direttore generale. La successiva nomina dell’ing. Farabbi, indicato da un’apposita commissione esaminatrice dei titoli è dovuta alla collegialità del CdA e non alla scelta discrezionale di De Felice. Così come, non mi meraviglia affatto che Farabbi provenga da un aeroporto più piccolo di quello di Lamezia (altra contestazione mossa a De Felice); ritengo del tutto ovvia l’aspirazione di ogni professionista a progredire nella propria carriera e non a retrocedere. O forse qualcuno seriamente riteneva che alla selezione pubblica potesse partecipare, retrocedendo nel suo curriculum professionale, un direttore generale proveniente, ad esempio, da Fiumicino o da Linate, o da Venezia, o da Palermo, o da qualsiasi altro aeroporto di dimensioni maggiori di quello di Lamezia? E poi, perché i soliti noti contestano la professionalità di Farabbi, ingegnere aeronautico già direttore generale di società aeroportuale, ma non hanno avuto mai nulla a ridire quando allo stesso incarico è stato nominato, con successive due delibere di proroga fino alle sue dimissioni a seguito dell’inchiesta Eumenidi, Pierluigi Mancuso, ingegnere edile con ultimo incarico di commissario dell’AFOR, Azienda Forestale della Calabria? Provenienza più qualificante?”. E a proposito della Sacal GH mi sentirei di chiedere, insieme a tutto il nostro Meetup, a Sacal spa di riassorbire i dipendenti nella società-madre, di metterla in liquidazione e di chiudere così anche questa infausta pagina della gestione Colosimo & C.. Ci sfugge ancora (né Guadagnuolo lo spiega) l’utilità di una società autonoma, fortemente in perdita, che grava sul bilancio consolidato di Sacal spa, anche con il costo del suo amministratore (che lo somma a quello di consigliere). La GH era stata originariamente concepita per essere ceduta a terzi in quella perversa logica dell’ex presidente Colosimo; logica ormai fallita dopo l’esperimento di due bandi europei di vendita, andati entrambi deserti, come da noi ampiamente previsto in tempi non sospetti. Così come ancora ci sfugge come possano, i soci privati, pensare di ricavare un profitto investendo in una società che ha un capitale sociale e un patrimonio netto di poco superiore alla quota d’investimento privato e il primo è rappresentato dalle quote di sottoscrizione di tutti i soci".

"Tutti sanno, infatti, che la Sacal è una società concessionaria e questa realtà la pone naturalmente in una situazione di debolezza, sotto il profilo della patrimonializzazione. In altre parole: ove mai, malauguratamente, la Sacal non si vedesse rinnovata la concessione dall’ENAC, a tutti i soci, recuperato (forse) l’investimento iniziale, rimarrebbero poco più che un pugno di mosche. In tale quadro, i soci pubblici sono giustificati, perché partecipano per garantire un servizio efficiente alla collettività; ma i soci privati, perché lo fanno? Infine, vorrei confutare l’ulteriore affermazione, testuale, dell’ing. Guadagnuolo secondo cui lo scalo di Lamezia dovrebbe trasformarsi, con l’incremento delle attività commerciali e di servizi vari, in una “città-aeroporto”. Si tratta di una previsione infausta per la città di Lamezia. Trasformare l’aeroporto nell’ennesimo centro commerciale significa spogliare la città, significa allontanare i passeggeri dal centro cittadino, non avvicinarli. Non capiamo come questa posizione possa essere sposata dal sindaco Mascaro. Ma questa fantasiosa idea disvela un’altra verità nascosta (ma acclarata nella letteratura di settore): il vero profitto, i veri affari, i veri rendimenti per una società di gestione aeroportuale non sono le attività aviation ma le non aviation, come quelle, cioè, di cui stiamo parlando. Risiede in questo l’interesse dei soci privati, oltre che nella gestione degli appalti milionari per i prossimi lavori che chiediamo si realizzino solo dopo l’acquisizione delle massime garanzie di legalità e trasparenza nell’affidamento degli incarichi, anche se questo comporterà un ritardo nel loro avvio? La nostra idea è quella di una gestione di Sacal, estesa a Crotone e Reggio Calabria, fortemente patrimonializzata dagli enti pubblici che invitiamo decisamente a sottoscrivere le quote entro il prossimo 31 ottobre, pena forti guai per Sacal. Pensiamo a una connessione intermodale complessa tra città, scali aeroportuali e portuali, tra snodi ferroviari e autostradali, destinata a servire passeggeri e merci. Pensiamo alla centralità regionale dello scalo aeroportuale di Lamezia, al miglioramento e ampliamento delle infrastrutture destinate ai viaggiatori, in termini di spazi, di parcheggi, di zone di attesa in arrivo e partenza. Pensiamo all’integrazione dello scalo di Lamezia con la città, a uno scalo che viva con i servizi della città dalla quale dista soli pochi chilometri, non che si crei una propria autosufficienza e crediamo che ciò possa essere realizzato con una rete di servizi di trasporto capillare, efficiente e moderna che colleghi tutti i tre principali quartieri lametini e il resto della regione. Non siamo sulla stessa lunghezza d’onda degli Oliverio, dei Mascaro, dei Guadagnuolo, che hanno altri progetti e altre idee che ci porteranno all’isolamento”. 

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