Lamezia, Meetup 5 Stelle su scioglimento: “Disordine amministrativo, illegalità diffuse e mala gestio”

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Lamezia Terme – “Non bastava solo l’onta del terzo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, con il conseguente rischio di incandidabilità alle prossime elezioni: per gli amministratori ed i dirigenti uscenti del Comune di Lamezia la relazione della commissione di accesso certifica anche una “mala gestio” che, in linea di principio, potrebbe -e secondo noi dovrebbe- portare a breve all’apertura di un’indagine contabile da parte della Procura regionale della Corte dei conti per verificare i danni subiti dall’erario nella cattiva gestione dell’ente locale ed i danni di immagine subiti dal Comune a causa di questa ulteriore incresciosa vicenda”. È quanto affermano dal Meetup 5 stelle con un articolo nel loro blog, in riferimento alle vicende che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale.

“Il disordine amministrativo e le illegalità diffuse riscontrate in diversi uffici della struttura comunale, a cominciare dal settore appalti, la dicono lunga sui vizi storici della pubblica amministrazione locale e sul reale patrimonio di immagine che si sgretola sotto la tegola di questo scioglimento, che oltre al rapporto tra mafia e politica pone in primo piano anche il tema della corruzione”. “E’ evidente a tutti che il ruolo perverso e discrezionale della burocrazia e la cronica inefficienza della macchina comunale hanno favorito e alimentato più o meno consapevolmente ampie zone oscure nelle quali si inseriscono e nascondono conflitti di intesse e fenomeni distorsivi che costringono ciclicamente la città di Lamezia a ripartire da sottozero, danneggiando gravissimamente l’immagine di un’intera comunità che si vede assegnata, in ogni occasione, l’etichetta di città di ndrangheta”.

“Un autentico anello debole per tutte le precedenti amministrazioni, di centrodestra e centrosinistra, certificato anche in questo caso dai servizi pubblici di bassissimo livello, dal cattivo uso ed in certi casi dall’abuso di consulenze e di incarichi esterni, dal bubbone delle diverse partecipate, dalle irregolarità di vario tipo nella gestione della riscossione dei tributi, fino agli oneri assunti senza un impegno contabile affidabile, come i continui debiti fuori bilancio che ipotecano il futuro dimostrano. Con conseguenze, in termini economico-finanziari, tanto gravi da determinare negli anni passati lo sforamento del patto di stabilità e addirittura le situazioni di predissesto dell’ente”.

“Il pozzo senza fine degli appalti pubblici – continuano - è spesso l’origine di tutti i guai, e magari richiede una formazione più decisa degli apparati, visto che le azioni di contrasto previste dal Piano Comunale Anticorruzione approvato dal Consiglio Comunale nel maggio del 2017 – proprio nel bel mezzo dell’Operazione Crisalide- non hanno funzionato, ma in realtà l’unica soluzione possibile è di lungo periodo: serve un forte «recupero di valori» che deve partire dal Palazzo di Città ma passa anche per la scuola, per le famiglie, le imprese e le comunità di base. Serve un cambiamento culturale da parte di tutti”.

“Se il nostro Comune è stato sciolto tre volte per mafia, - aggiungono - del resto, non è solo perché i partiti candidano persone impresentabili, ma anche perché una parte consistente dei cittadini li votano, scambiando spesso i diritti per favori”. “Resta ancora molto da fare per superare il gap complessivo che la città ha accumulato nei suoi primi cinquanta anni, e di sicuro non basterà un paio d’anni di commissariamento per rimettere a posto ogni cosa e recuperare la giusta credibilità dell’istituzione locale. Ci vuole un impegno a tempo pieno da parte di tutti per spezzare in primo luogo il legame mafia-politica-corruzione e non ripetere mai più l’errore di consentire ai potentati criminali, affaristici e clientelari di utilizzare la cosa pubblica e gli interessi della collettività a proprio uso e consumo. Solo così – concludono - sarà possibile puntare ad un vero risanamento dell’ente e ad un reale rinascimento della città”.

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