Lamezia, Nicotera (Patto Sociale): “Non si può commissariare anche l’anima della città”

nicotera-patto-sociale.jpgLamezia Terme – “Da cittadino avevo vissuto un altro commissariamento ma seppur visto come una frattura democratica, lo avevo percepito  diversamente da questo. Sarà perché io ero giovane, sarà stato perché  i Commissari erano sempre in mezzo alla gente anche nella quotidianità, nelle manifestazioni popolari ed in altri incontri fuori dai salotti, dagli schemi stereotipati e dal formalismo esasperato”.

E’ quanto dichiara Giancarlo Nicotera, ex consigliere comunale ora facente parte del gruppo “Patto Sociale” sulla situazione cittadina a seguito dello scioglimento del consiglio comunale e del commissariamento cittadino. 

Quasi sette mesi di Commissariamento non sono tanti ma non sono neanche pochi, soprattutto in relazione al tempo del Commissariamento che in genere è di 18 mesi, in cifre diventa più di un terzo. Sarà che il nome "Commissione straordinaria" può anche oggi indurre in errore. Certo non mi aspettavo cose "straordinarie", ma quelle ordinarie però sì.

Oggi Lamezia Terme – aggiunge ancora - appare sempre più una Città abbandonata, mal curata, mal assistita, imbruttita. La burocrazia asfittica che pone solo "niet" la fa da padrone. Una burocrazia distante dalla realtà, dalle necessità e dallo sviluppo che non pone mai possibili o praticabili soluzioni, ma solo "facili" chiusure che, lungi dal superarlo, favoriscono esclusivamente  la permanenza dello stato emergenziale.

Eppure se il Governo ha disposto un commissariamento ha messo in conto di dover fornire gli aiuti e gli strumenti necessari (nuovi dirigenti, maggiori risorse economiche) a chi amministra la Città, che a sua volta può e deve pretendere di avvalersene per poter operare con efficienza e autorevolezza. Non è così, purtroppo.

Se dovessi usare un'immagine, Lamezia Terme appare crudemente come un ammalato abbandonato a se stesso su una  barella in un grande Pronto Soccorso metropolitano; si trova lì perché i posti nei reparti sono tutti occupati e, contemporaneamente i medici, avendo avviato gli esami obiettivi e diagnostici conoscitivi, non sanno quali cure somministrare, sono fermi al dato che appura meramente quali farmaci non può assumere.

Se rimane ancora nei corridoi del Pronto Soccorso metropolitano il paziente (la Città) rischia di morire. A fronte di questo immobilismo amministrativo-gestionale, a fronte dell'emissione di continui divieti, quasi mai accompagnati da proposte o, come detto, possibili soluzioni, esiste l'anima della Città, quell'anima fatta di mille sacrifici che ha portato e sta portando Lamezia Terme alla ribalta nazionale nel campo dello sport, della moda, del cinema e della cultura, quell'anima che nessuno potrà mai sopprimere, quell'anima che nessuno potrà mai commissariare”. 

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