Lamezia, Nicotera scrive al presidente della Repubblica: “Chiudere uno spazio culturale vuol dire uccidere la speranza”

nicotera-patto-sociale.jpgLamezia Terme - Una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sottoporre alla sua attenzione “la situazione della Città di Lamezia Terme”. A scrivere è l’ex consigliere comunale Giancarlo Nicotera (Patto sociale), fortemente preoccupato soprattutto in merito al taglio dei quotidiani dalla Biblioteca comunale e alla manifestazione ‘Il Maggio dei libri’. “Esimio Presidente, scrivo per sottoporre alla Sua attenzione la situazione della Città di Lamezia Terme, che ha una popolazione di oltre 70.000 abitanti, governata dal novembre del 2017 dai Commissari prefettizi. Non Le parlerò delle loro ordinanze di chiusura immediata di campi sportivi, teatri, luoghi di aggregazione, alle quali – afferma Nicotera - non è poi seguito alcun rimedio o una seppur infinitesimale proposta di soluzione. Le parlerò di un caso emblematico di governo del territorio senza cuore e certamente non lungimirante: la chiusura dell’emeroteca cittadina. Sì, per risparmiare "l’enorme" cifra di 5,60 euro al giorno essi hanno deciso di chiudere anche questo luogo di incontro, informazione e formazione”.

“Uno spazio che non doveva certamente essere chiuso, ma andava, invece, ulteriormente pubblicizzato ed implementato perché, come Lei ci insegna, senza cultura non c’è futuro. Nondimeno, anche la manifestazione dedicata al Maggio dei libri è a fortissimo rischio. Ma davvero qualcuno pensa di combattere le illegalità, la mafia ed il malaffare, tagliando la cultura e l’informazione? Don Milani addirittura sosteneva che: "La cultura è l'ottavo sacramento" o ancora egli affermava giustamente: "Quando avete buttato nel mondo di oggi un ragazzo senza istruzione, avete buttato in cielo un passerotto senza ali" continua Nicotera.

“Eccellenti maestri ci hanno insegnato che la cultura apre nuove finestre sul mondo, crea e genera tolleranza, speranza, fratellanza, conoscenza, indipendenza, apertura mentale, libertà. Essa è il migliore antidoto contro ogni forma di illegalità e sopruso. Chiudere uno spazio culturale, tagliare per pochi spiccioli la cultura significa darla vinta alla criminalità; vuol dire uccidere la speranza, i sogni, le competenze e la voglia di crescere umanamente e moralmente di un’intera comunità. Chi taglia la cultura uccide il futuro. Grazie Presidente - conclude l’ex consigliere comunale - per aver prestato la Sua attenzione ad una Città che non vuole morire di mafia e che vuole risollevarsi anche e soprattutto con la sana aggregazione ed attraverso la cultura che è empatia e crescita e non semplici e risibili calcoli, come il risparmio (?!) di 5,60 al giorno”.

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