Lamezia: ‘Noi con Salvini’ in piazza per il No al referendum, il 5 novembre incontro con senatore Calderoli

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Lamezia Terme - I militanti di “NcS Lamezia” domenica 23 dalle 10 saranno a Sambiase in piazza 5 Dicembre per spiegare le ragioni contro la riforma della costituzione. Il 5 novembre, invece, si terrà a Lamezia un incontro pubblico alla presenza del Senatore Calderoli, membro della prima commissione permanente affari costituzionali, e del Senatore Raffaele Volpi, vice presidente Noi con Salvini, per spiegare le ragioni di un “No”.

Da NcS evidenziano che “in caso di vittoria dei Sì, grazie all’abnorme premio di maggioranza concesso dall’Italicum, tutti i poteri sarebbero concentrati nelle mani di una sola forza politica (anche con un consenso molto limitato) e del suo leader: questo modifica, di fatto, la forma di governo, passando da una democrazia parlamentare a una ‘democrazia plebiscitaria’ o ‘di investitura’. Il Senato non sarà abolito, ma trasformato in un ramo del parlamento non eletto dai cittadini, né realmente rappresentativo dei territori. In materia della formazione delle Leggi, la Riforma  presenta un testo,  scritto male, a tratti incomprensibile e ambiguo,  che complicherà enormemente, invece di snellire,  l’iter delle leggi, senza portare, nonostante i proclami, significativi risparmi sui costi della politica”.

“L’Italia necessita sicuramente di riforme – aggiungono - e revisioni anche costituzionali in senso maggioritario, ma nello spirito del bilanciamento tra i poteri e del rafforzamento della partecipazione popolare e della rappresentanza. Elementi fondamentali che con l’Italicum non solo non vengono salvaguardati ma risultano al contrario mortificati. Basti pensare al mantenimento del meccanismo per i capilista (si parla di 100 seggi) che restano nominati dalle segreterie dei partiti e che di conseguenza, salvo una piccola parte, privano i cittadini del potere di scegliere i loro rappresentanti”.

Secondo Domenico Furgiuele, coordinatore regionale NcS “la Riforma della Costituzione delineata da Renzi e dalla maggioranza governativa, si continuerà  ad avere un Parlamento prevalentemente di nominati e  non di eletti e un sistema assurdo che vale per la maggioranza e, paradossalmente, risulta ancor più stringente per l’opposizione, in netto contrasto con le indicazioni date dalla Corte costituzionale, che si pronuncerà sulla legge elettorale “Italicum”   dopo il Referendum costituzionale di domenica 4  dicembre”.

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