Lamezia, osservatorio edilizia centro sinistra: approvare psc già adottato o si rischia perdita finanziamenti

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Lamezia Terme – “Perdita dei finanziamenti per il recupero, la ristrutturazione e l’adeguamento sismico, un peggioramento dei conti del comune e della qualità dei servizi, un aumento di tassazione sui terreni e la negazione del principio di consumo di suolo zero. Questo sarebbe il risultato se la Giunta Comunale di Lamezia Terme dovesse approvare alcune delle osservazioni presentate al Piano Strutturale e reintrodurre le zone urbanizzabili”. Questo è stato il quadro che hanno ipotizzato i partecipanti all’Osservatorio sull’edilizia ed i Partiti di Centro Sinistra (Partito Democratico e Sinistra italiana) nella riunione di lunedì sera, richiesta dall’Osservatorio, “se la Giunta di centro destra – sottolineano - dovesse reintrodurre le zone urbanizzabili e consentirne una edificazione, anche ridottissima, nel piano strutturale”. Pertanto, i consiglieri comunali presenti, Nicola Mastroianni, Rosario Piccioni, Aquila Villella e Pino Zaffina, “si faranno carico – rendono noto - di  proporre al Consiglio Comunale di approvare il Piano Strutturale come già adottato e di chiedere al presidente della Giunta Regionale e Provinciale di modificare il parere già espresso adeguandolo ai nuovi strumenti di programmazione regionale approvati (quadro Territoriale Regionale Paesistico) per evitare un nuovo collasso alla città di Lamezia Terme”.

“Infatti – precisano- la Giurisprudenza ha chiarito che le zone urbanizzabili rappresentano, dal punto di vista del valore, una categoria intermedia tra i suoli agricoli e quelli edificabili e con questo parametro debbono essere tassate. Quindi, ad una possibilità ipotetica di realizzazione si contrapporrebbe immediatamente per, i proprietari, un aumento del carico fiscale per terreni su cui mai, probabilmente, sarà possibile realizzare alcunché””.

“A ciò si aggiunge che, - proseguono - l’ipotesi di consentire un’edificazione a macchia di leopardo nelle zone urbanizzabili, fa scattare immediatamente la penalità, per Lamezia, di un passaggio in una seconda fascia, ovviamente di secondo intervento con i finanziamenti pubblici, rispetto alle città che non hanno previsto di operare in tali territori. A ciò si aggiungere l’incapacità del comune di fornire servizi adeguati già all’esistente figuriamoci a gruppi di case sparse nella campagna. Quindi un peggioramento complessivo della qualità dei servizi accompagnata alla rinuncia ai finanziamenti per il recupero e l’adeguamento sismico”. 

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