Lamezia, professore Viola replica a D'Amico (Azione identitaria) su unificazione città

riccardo-viola.jpgLamezia Terme – Il professor Riccardo Viola interviene su quanto affermato in una nota da Pasquale D’Amico di Azione Identitaria in merito ai festeggiamenti per i 50 anni della città. “Premetto – afferma Viola - che non concordo con lui sulle critiche mosse al Comitato, pur non facendone parte, sostengo che è stato un bene averlo fatto ed aver affidato la presidenza al figlio del Senatore Perugini.  Piuttosto, non avrei inserito i rappresentanti dei vari consiglieri comunali, bastava il Sindaco a rappresentare il Comune; lo avrebbe fatto benissimo se l’Ente non fosse stato sciolto; lo hanno fatto benissimo i commissari che si sono da poco insediati e l’hanno ben sostituto anche perché sono stati presenti a tutte le cerimonie del 4 gennaio.

Qualcuno – aggiunge ancora - non ha capito o fa finta di non capire che il Comune e il Comitato sono due cose completamente separate, piuttosto l’unica cosa stonata della cerimonia del 4 è stata la presenza di qualche politico locale di lungo corso che avrebbe fatto benissimo a stare a casa. Quanto ai riferimenti al ventennio si intravedono delle contraddizioni, soprattutto quando si fa riferimento al senatore Renda. E’ vero che i borghi di S. Eufemia biforcazione, S. Eufemia del Golfo e S. Pietro Lametino esistevano fin dall’antichità, ma non c’era bisogno di andare a disturbare la città di Littoria (Latina), bastava inserire la città di S. Eufemia che D’amico vede sicuramente tutti i giorni, che fu una delle 75 città fondate dal fascismo (8 aprile 1935) dopo la grande bonifica dell’intera piana, dove oltre 76 mila ettari furono tolti alla malaria e affidati ai contadini. Tutto questo lavoro è stato fatto in soli 4 anni dal ’31 al ’35, in questo periodo la disoccupazione si ridusse a zero e alla fine del 37 fu varata la prima industria manifatturiera: lo zuccherificio, che operò fino agli anni 50 ed in piena guerra continuò sempre la produzione.

Contrariamente a quanto dice D’Amico, affermo che i presupposti della futura città di Lamezia sono nati proprio in quel momento e Arturo Perugini non fece altro che chiudere il cerchio 36 anni dopo, con la legge istitutiva della città di Lamezia. Diversamente a quanto afferma D’Amico il senatore Renda c’entra poco o niente. Devo ricordare al giovane di Azione Identitaria che il senatore Renda, politico di lungo corso nel Regno D’Italia che veniva dal mondo liberal- massonico non era fascista, ma aderì al fascismo solo nel 24: quando la rivoluzione fascista era stata completata. Con il solito salto della quaglia congeniale a tutti gli italiani di ieri e di oggi. Renda non trovò di meglio che saltare sul carro dei vincitori come tantissimi a quei tempi. Naturalmente fu eletto nelle elezioni del 24 poiché inserito nel listone fascista, immediatamente dopo cercò di darsi da fare con qualche iniziativa che lo rendesse visibile alla nuova classe dirigente politica italiana e pensò bene di predisporre una legge che unificasse Sambiase e Nicastro.

Più che unificazione sembrò una aggregazione o un accorpamento di Sambiase alla più grande città di Nicastro, operazione che falli in partenza perché i sambiasini non accettarono. Perugini fece da battistrada, ma la chiesa locale e la Diocesi fecero anche la loro parte. Se poi andiamo a guardare tutta l’operazione in profondità fu Perugini a pagare politicamente, perché i suoi avversari interni ed esterni al suo partito: catanzaresi, reggini e cosentini non gli perdonarono la creazione di una città posta al centro della Calabria, che sarebbe diventata una grande “minaccia” per i loro interessi. Durante il corso dell’anno avremo modo di schiarirci le idee, parleremo di tutto ciò che avvenne di sporco alla  spalle di questa sventurata città e ci confronteremo con tutti. Per quanto mi riguarda, rispolvererò nei prossimi mesi il torneo nazionale di tennis che ho organizzato negli anni 70/80 e 90, sostituendo il nome da Trofeo Nazionale del Golfo in Trofeo del Cinquantenario". 

La controreplica di D'Amico (Azione identitaria)

Pubblichiamo di seguito la controreplica di Pasquale D'Amico (Azione Identitaria) alle dichiarazioni del professore Viola. "Ho appreso, infatti, che il prof. Viola non condivide le mie critiche alla costituzione del comitato e, francamente, cio’ mi lascia esterrefatto poiché vorrei sapere dove, il prof., abbia letto di tale mia avversione dal momento che ho premesso che, noi di Azione Identitaria, non solo non ci siamo espressi alla nascita del comitato (le critiche e le rimostranze sono giunte, piuttosto, dai cittadini stessi) ma, anzi, ho anche sottolineato il fatto che ritenessi giusto che fosse proprio la politica ad occuparsi di organizzare una qualsiasi cerimonia di festeggiamento per il traguardo dei 50 anni della fondazione politica della città.

Ritengo altresì pleonastica e sconnessa la dissertazione che il prof. Viola ha voluto offrire riguardo all’attività politica del senatore Renda, in quanto la mia nota non era incentrata né sulla carriera né sulle strategie e tantomeno dall’ambiente di provenienza del senatore in questione (se fosse un fascista di comodo o meno resta una questione che non ci tange) ma ho voluto semplicemente specificare che l’unione dei piccoli agglomerati urbani fatti durante il ventennio hanno tutte funzionato (vedi Reggio Calabria), mentre questa voluta  dal senatore Perugini, del quale vengono tessute le lodi dallo stesso prof.Viola, a distanza di 50 anni presenta ancora criticità e lacune che sono sotto gli occhi di tutti.

Pertanto ogni considerazione manifestata dal professore resta sterile ed inutile poiché, ripeto, la mia riflessione è stata incentrata sull’antica storia del nostro territorio parlando dello splendore magno-greco. Invito, quindi, il prof. Riccardo Viola a leggere meglio i comunicati che vuole controbattere e di evitare contestazioni per il solo spirito di contrastarci o difendere una “certa” politica che ha portato solo danni e macerie dalla caduta del fascismo.

Trovo comunque simpatica l’iniziativa del professore Viola che ha voluto pubblicizzare gli eventi sportivi del torneo di tennis cogliendo al volo l’occasione di mettersi in mostra replicando (infelicemente) al mio intervento e colgo, io, l’occasione per fargli i migliori auguri per una buona riuscita". 

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