Lamezia, senatrice Lo Moro dopo scioglimento: “Un sindaco non può perdere la testa”

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di Alessandra Renda.

Lamezia Terme – Era la sera del 23 maggio 2015 e un infuocato Paolo Mascaro, ormai agli sgoccioli della sua campagna elettorale, puntava il dito contro la senatrice Lo Moro e il Pd, ribadendo la trasparenza di tutte le undici liste a suo sostegno. “Affacciati cara signora – urlava dal palco allestito su corso Nicotera – e guarda il futuro di Lamezia, qui dove questa sera c’è un’impressionante risposta di popolo e di piazza”. Il suo nervosismo, per quello che poi divenne uno dei comizi clou della campagna elettorale, era dovuto ad una manifestazione pubblica tenuta il giorno prima, proprio dallo stesso palco. 

“Lamezia è contro la mafia, no ad un nuovo scioglimento del consiglio comunale”. Un titolo “profetico” per l’incontro allora organizzato dal Pd, e al quale la senatrice Lo Moro (ora tra i fondatori di Mdp-Articolo 1), partecipò con il governatore Oliverio, Enzo Bruno, Tonino Scalzo e Pino Soriero per sostenere l’allora candidato Tommaso Sonni. “Siamo qui questa sera per pretendere chiarezza. Non è sufficiente che un candidato a Sindaco sia una persona perbene – asseriva la senatrice Lo Moro ripercorrendo le ultime inchieste giudiziarie – bisogna guardare quello che c’è intorno”. L’abbiamo intervistata, prendendo spunto proprio da quelle sue dichiarazioni alla luce del recente scioglimento subìto dalla città di Lamezia, per la quale è stata sindaco dal 1993 al 2001. 

Senatrice, che ricordo ha di quei giorni?

“Quei due comizi hanno segnato la vita politica della città. Con il senno di poi, le mie dichiarazioni potrebbero aver anticipato accuse presenti nel decreto di scioglimento, ma questo si vedrà a tempo debito, le dichiarazioni dell’ex sindaco Mascaro invece, un atteggiamento difensivo aggressivo, che è poi quello che ha tenuto nel tempo. Quel giorno ebbi un segnale negativo di quello che sarebbe stato il suo atteggiamento, perché un sindaco non può perdere la testa e le cose da lui dette preannunciavano una scarsa capacità di reggere un dibattito. Non mi sento di avere la “paternità” di quel manifesto e del titolo scelto per la manifestazione organizzata dal Pd, mi sembrava troppo allarmistico per i cittadini paventare un terzo scioglimento del consiglio comunale, ma ho invece la paternità di tutto quello che dissi, parole forti, che avevano un peso e lo hanno tuttora.

Quel giorno denunciai tante cose e chiesi diverse spiegazioni. Ho riascoltato di recente quanto dissi ed erano cose che avrebbero dovuto maggiormente turbare l’opinione pubblica, ma a questa città, manca soprattutto la consapevolezza della gravità di quello che sta vivendo. Il mio discorso fu comunque molto rispettoso nei confronti di Paolo Mascaro, che invece non mi restituì la stessa cortesia, replicando con un comizio fuori da ogni contesto e offensivo nei miei confronti, senza dare spiegazione ai miei interrogativi. Questo da allora incrinò completamente i nostri rapporti personali (lo conoscevo come avvocato) e sono proseguiti solo quelli istituzionali come era mio dovere, essendo un senatore che rappresentava la sua città prima ancora che tutta la Calabria. Da quel maggio ne ho ricavato l’impressione che questa città, rispetto agli eventi che la coinvolgono, non ha una capacità di reazione immediata”. 

pd_220515.jpgLa manifestazione organizzata dal Pd il 22 maggio 2015

Quella sera lei disse che non bastava che un candidato a sindaco fosse una persona perbene, bisognava guardare quello ci stava intorno. Alla luce di quanto accaduto oggi cosa ne pensa?

“Quello che sta accadendo non riguarda solo Lamezia, ma anche gli altri Comuni sciolti. Quando una persona decide di candidarsi, pensa di portarsi dietro la sua storia e la sua dignità, non badando ad una circostanza molto più grave: che i voti pesano. Ci sono tanti sindaci che stanno rivendicando la loro onestà che però spesso viene offuscata dall’avere liste inquinate. Questo aspetto, si è cercato di affrontarlo con l’incandidabilità degli amministratori coinvolti per evitare che ci siano sempre le stesse persone a ripresentarsi. Come accade spesso, gli stessi nomi tornano ad inquinare la vita politica della città. L’articolo 143 del Tuel indica però che l’incandidabilità deve essere dichiarata dall’autorità giudiziaria per essere valida, con tutta una procedura da seguire che spesso non viene portata a termine”. 

mascaro5_230515.jpgIl comizio di replica dell'ex sindaco Mascaro

La città sembra non aver imparato nulla dai precedenti scioglimenti

“Sento molti discutere della legislazione, ma io discuterei maggiormente di quanto sta accadendo in città. Dovrebbe essere la politica a dare risposte e invece il solo fatto che ci sia bisogno di una legge che ne disciplini le conseguenze è già un fatto di per sé grave. Ricordo che quando si verificò il secondo scioglimento vissi quel momento con autentica rabbia. Ci si illude di aver riportato le cose sulla strada giusta ma ci si rende poi conto che la città non ha imparato niente e continua a non aver imparato niente se le stesse persone erano presenti nel primo, nel secondo e nel terzo scioglimento. Dovremmo organizzare una riunione pubblica per capire dove stiamo sbagliando. Le accuse sono fuori tempo, l’attacco allo Stato fuori luogo, in realtà dovremmo guardarci dentro.

Per i comuni esiste lo scioglimento, ma le stesse persone e gli stessi voti si contano e pesano, ad esempio anche sulle regionali e sulle politiche con conseguenze differenti: si può essere nel consiglio regionale degli inquisiti e non accade nulla, mentre alle politiche non c’è alcuna conseguenza se non sul diretto interessato. In questo momento che sono al Senato della Repubblica, l’unico senatore arrestato è calabrese, dei 21 Comuni sciolti nell’anno ben 12 sono calabresi, se si continua così, resteremo sempre fanalino di coda perché quando si prova a fare una proposta per la Calabria è una proposta per una regione che è in mano alla 'ndrangheta. Ma tutti noi sappiamo che in realtà non è così e che si parla solo di una minoranza, ma in questa città abbiamo ancora molta strada da fare”. 

Secondo il sindaco Mascaro non c’erano i presupposti per lo scioglimento e ha annunciato ricorso al Tar. Cosa ne pensa dei suoi duri attacchi?

“Se pensa ci siano le condizioni farà bene a fare il ricorso ma la sua resta una reazione scomposta. Se gli atti amministrativi dovessero essere corretti come lui sostiene, cosa che io non posso accreditare fin quando non leggerò le motivazioni, vorrà dire che evidentemente è stato trovato qualcos’altro, perché una relazione non si può fondare sul nulla ed è già stata valutata dal Prefetto Latella, il Prefetto che più stimo a livello nazionale, e dal Ministro Minniti, che non credo abbia lavorato a cuor leggero”.

In che modo ha reagito Lamezia?

“Quanto sta accadendo in generale in Calabria è una reazione eccessiva, perché in realtà stanno reagendo i sindaci mentre io mi aspettavo e mi aspetterei reagissero i cittadini che oggi si trovano ancora una volta senza amministrazione comunale e si saranno fatti delle domande. Io non riconosco più la mia città. Quello che manca, rispetto a quando la lasciai, è la capacità di reazione. Ricordo che durante la mia amministrazione si discuteva di tutto ciò che facevo. Negli anni successivi, già quando si parlava di pericolo dissesto e non solo adesso con lo scioglimento, ho visto una città appiattita, rassegnata. Se spesso sono rimasta in silenzio o non sono stata un soggetto politico che animava le discussioni, rispondendo solo a chi me lo chiedeva, è perché io ero ex sindaco e sarebbe stato fuori luogo che proprio io aprissi discorsi del genere.

Oggi non governo più la città da 16 anni e mi sento in dovere di dire la mia se ci sarà spazio per aiutare questa città a ricominciare. Credo che a Lamezia si debba tornare a discutere. Creerò io stessa un’occasione non solo sullo scioglimento ma sulla situazione politica e sociale di questa città perché sto preparando un evento dell’attività svolta in questi ultimi 5 anni. Non si discuterà parlando a favore o contro, ma di meriti. Probabilmente adesso però non è il momento, perché non conosciamo nemmeno le motivazioni”. 

Cosa si potrebbe fare per prevenire gli scioglimenti dei consigli comunali?

“Ho presentato un disegno di legge frutto della Commissione che ho presieduto sugli atti intimidatori, una proposta di legge che prevede la possibilità, da parte del Prefetto, quando vi sono situazioni poco chiare, di emanare una diffida nei confronti dell’amministrazione. Il paradosso, spesso, è proprio questo. La Prefettura si trova solo dinnanzi alla scelta di sciogliere o non sciogliere mentre dovrebbe esserci uno strumento intermedio, già utilizzato in altre regioni d’Italia come a Napoli. Questo per intervenire a tempo debito, con uno strumento più agile e immediato”. 

La sinistra è ormai totalmente indebolita. Guardando alla fuga recente dal Pd in Calabria, pensa che Mdp possa mettere radici anche a Lamezia per le prossime elezioni?

“Questa città si deve radicare prima alla politica che alle singole sigle, perché è molto apatica. Il Pd era già debole ed è ovvio che Mdp, agli inizi, non può essere una forza talmente forte, ma non credo ci siano forze politiche forti in questo momento, soprattutto se si pensa al terzo scioglimento in corso: il centro-sinistra non stava bene ed è stato sconfitto, se la città ha capacità critiche, non penso nemmeno che possa premiare di nuovo il centro-destra. Ho seguito la vicende di Mdp da protagonista, essendo stata tra i fondatori, oltre che anche molto attiva sulle discussioni legate alla legge elettorale. E’ un movimento che nasce come forza di reazione a un  modo differente di fare politica e anche la recente reazione di Pietro Grasso è stata molto significativa. Spero che a Lamezia scatti una risposta, perché in questo momento è molto addormentata sotto questo punto di vista, e spero che Mdp, che ha anche qui i suoi rappresentanti, riesca ad aiutare la città ad uscire da questo torpore, ci conto”.  

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