Lamezia, Udc: sottodimensionamento sede Vigili del Fuoco è rischio per comunità

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Lamezia Terme – Giancarlo Nicotera e Pasquale Di Spena del gruppo consiliare Udc presentano una mozione su “Dispositivo di soccorso del Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Lamezia Terme per chiedere che non vengano eluse le Disposizioni Ministeriali con grave pericolo per l’incolumità della collettività lametina e di quella del versante Tirrenico”.

“L'ultima bozza di riordino del dispositivo di soccorso elaborato dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile datato Dicembre 2014, prevede, infatti, che la Sede del Distaccamento di Lamezia Terme, dipendente dal Comando Provinciale di Catanzaro, sia composta come numero “minimo” di Personale di 7 unità per turno di servizio”. Lo affermano i consiglieri comunali dell’Udc in una nota ed aggiungono “mentre la sede Lamezia Terme veniva sottodimensionata, quelle di Crotone e Vibo Valentia hanno visto il numero di personale e mezzi quadruplicato. Tutto ciò nonostante da tutti gli indicatori di riferimento stilati dal Dipartimento, risultava e risulta che il Distaccamento di Lamezia Terme è uno dei primi in Italia per il carico di lavoro molto alto (rapporto interventi annui/unità operative)”.

“Invero - sottolineano - nella parte Ionica lavorano 5 squadre di intervento (due a Catanzaro ed 1 ciascuna a Sellia Marina, Soverato e Chiaravalle C.), con tutti i supporti necessari (Autoscale, Autobotti, Autogrù), mentre nella parte Tirrenica (circa 1/3 del territorio e 1/3 della popolazione dell’intera Provincia) esiste solo la Sede di Lamezia Terme, che opera non solo  nella Città ma in tutti i Comuni del territorio Lametino , da Motta Santa Lucia, Conflenti, San Mango D'Aquino, Soveria Mannelli, Decollatura, fino a Curinga,  San Pietro a Maida, Maida, in  ben  ventuno Comuni. Inoltre si interviene di fatto su circa 50 (cinquanta) KM di autostrada A3 SA-RC  e S.S. 18 e su un tratto della S.S. 280 spesso purtroppo teatro di gravissimi incidenti stradali”.

“Come si denota - evidenziano Nicotera e Di Spena - esiste un forte sbilanciamento del dispositivo di soccorso Provinciale. Nell'ultimo periodo purtroppo la suddetta disposizione Ministeriale, che detta quelli che sono i numeri “minimi” da rispettare per quanto riguarda il dispositivo di soccorso di tutte le sedi in Italia, viene continuamente disattesa per la sede di Lamezia Terme, in quanto accade che  “di fatto”, per la mancanza di personale su altre sedi, vengano tolte due persone per turno, per quasi tutti i turni dalla sede cittadina, quindi con l'eliminazione di fatto del supporto alla squadra di intervento. Ci chiediamo pertanto: cosa potrebbe succedere se nel pieno di un incendio abitazione venisse a mancare l'acqua dell'unica autobotte al momento in servizio e si dovesse aspettare il supporto da Catanzaro? Oppure se fosse necessario un soccorso urgente in un appartamento posto ai piani alti di un palazzo senza l'ausilio dell'autoscala in dotazione alla sede cittadina in quanto inutilizzabile per mancanza di personale? In molte occasioni di interventi contemporanei il personale di supporto (che ripetiamo ora spessissimo manca) ha provveduto ad effettuare il primo intervento salvando di fatto cose, abitazioni e in alcuni casi anche persone”.

“Quello che chiediamo - proseguono - è il rispetto della disposizione Ministeriale che riguarda la dotazione organica che prevede almeno sette unità operative a turno e maggiore considerazione per quello che è l'operatività della sede di Lamezia Terme per il suo più alto numero  di interventi metropolitani e sul territorio; che si consideri la copertura della parte ionica da parte di  più squadre di intervento e che per tanto in caso di  necessità per il Comando di Catanzaro si attinga dal personale di  quelle Sedi. Il territorio di competenza è morfologicamente vario e vasto, con tempi di percorrenza notevoli,  oltre cinquanta minuti per raggiungere alcuni insediamenti urbani, in esso ricade un’area Industriale tra le più grandi del Meridione, già scenario d’incidenti rilevanti, in cui operano aziende ad alto rischio, impegnate nella lavorazione, trasformazione e stoccaggio di sostanze altamente pericolose e infiammabili oltre ad insediamenti commerciali di cui uno che, per la sua estensione, può certamente considerarsi il più grande della Calabria con un elevato numero di persone che lo frequentano”.

“Non dimentichiamo che Lamezia Terme - dichiarano infine i consiglieri Udc - è anche sede di un primario nodo ferroviario e di un aeroporto internazionale che in caso di emergenza il Distaccamento cittadino è il primo a essere allertato e ad intervenire con tutte le unità operative. Il mancato rispetto della Disposizione Ministeriale costituisce un grave rischio per il territorio e per l’hinterland lametino, ecco perché l’Udc, sapendo di trovare la condivisione di diversi altri Gruppi Consiliari e dell’amministrazione cittadina, chiederà con questa mozione un precipuo impegno alle Autorità competenti per far sì che la sicurezza della collettività della zona Tirrenica non venga meno e non venga messa in grave pericolo”. 

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