Lo Moro su presidenza commissione d'inchiesta femminicidio: "Io non gioco e dunque non ho perso"

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Lamezia Terme – La senatrice Doris Lo Moro dalla sua pagina Facebook interviene a seguito dell'esclusione dalla commissione sul femminicidio dichiarando che “Ricevo molti messaggi di solidarietà sulla mancata elezione nell'ufficio di presidenza della commissione monocamerale d'inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere. Nel ringraziare tutti, penso sia giusto fare conoscere il mio punto di vista”.

“Punto uno - spiega la Senatrice - ho dato un apporto decisivo per l'istituzione della commissione d'inchiesta. La proposta di cui sono stata relatrice è stata votata dall'intera aula. È un fatto molto importante nella storia parlamentare. Il Senato della Repubblica ha riconosciuto la gravità del fenomeno e la necessità che lo Stato si assuma le sue responsabilità in maniera più consapevole ed efficace. Non posso che essere soddisfatta di questo. Punto due: la presidenza di una commissione d'inchiesta non è un pennacchio. In questa stessa legislatura sono stata presidente di un'altra commissione d'inchiesta (sul fenomeno delle intimidazioni agli amministratori locali). Su mia proposta la commissione (contrariamente a quanto accade il più delle volte) ha avuto una durata limitata (un anno). Abbiamo prodotto una relazione apprezzata dall'intera aula del Senato sulla base della quale sono state presentate tre proposte di legge. La prima, che introduce una adeguata tutela penale nei confronti degli amministratori sotto tiro, è stata approvata dal Senato e dalla commissione giustizia della Camera e dovrebbe essere votata dall'aula della Camera prima dell'estate. Abbiamo dimostrato che si possono condurre indagini mirate in tempi brevi e produrre risultati nella stessa legislatura. La mia presidenza non è stata un pennacchio ma una assunzione di responsabilità.
Punto tre: Le scelte si fanno per convinzione e non per opportunità. In un'epoca in cui i cambi di casacca sono spesso premiati con incarichi, la mia scelta di lasciare il partito di Renzi e contribuire alla nascita di art.1 Mdp ha comportato dei prezzi. Gli accordi, da cui sono rimasta orgogliosamente esclusa, li hanno presi soggetti che da tempo eseguono ordini e a dare gli ordini qualcuno (e qualcuna) che vive la politica come un gioco d'azzardo. Io non gioco e dunque non ho perso. Si può fare politica diversamente? Io penso di sì. Concludo, non mi sento sconfitta perché non gioco in assoluto ma poi non potrei fare un'eccezione con gente che bara. L'augurio che l'istituzione della commissione d'inchiesta - che è in se' un fatto importante - non diventi un'occasione mancata. Il mio impegno sui temi d'indagine c'è e ci sarà tutto, dentro e fuori dalla commissione. La politica conoscerà tempi migliori”.

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