Masi a Barberio: tesseramento Pd, noi non stiamo a questo gioco al massacro

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Lamezia Terme – “Dispiace che Barberio per intonare un peana verso Enzo Bruno che lo ha nominato nella segreteria provinciale del PD come responsabile degli enti locale, nonché suo consulente giuridico alla provincia e da ultimo nel consiglio di amministrazione della Lamezia Europa, debba usare toni offensivi verso gli iscritti lametini del PD con il solo effetto di rendere evidente la pochezza del suo agire. Quanto alle accuse di fallimento nei miei confronti mi è proprio difficile replicare perché da Barberio mi distingue una diversa esperienza politica. Io sono un professionista prestato alla politica che non mi ha mai mantenuto avendo avuto ampi consensi o elezione tutte le volte in cui mi sono candidato. Mentre lui sta assumendo i connotati del politico di professione visto che colleziona incarichi politici, alcuni ben retribuiti”. E’ quanto afferma in una nota Gennarino Masi del Partito Democratico lametino, in risposta a quanto affermato da Tonino Barberio, Responsabile Enti Locali del Pd Federazione Provinciale Catanzaro, in merito ai tesseramenti al partito.

“Il solo risultato che riesce peraltro ad ottenere è quello di smentire posizioni da lui assunte in rappresentanza davanti ad una assemblea degli iscritti, conclusasi con una formale votazione che lo ha messo in minoranza (cosa che avrebbe meritato le sue dimissioni). E se Barberio e Bruno – afferma Masi - non sono in grado di onorare le decisioni delle assemblee è un problema che la dice lunga sulla loro affidabilità politica e concezione democratica del partito”.

“L'avvocato Reale – prosegue - ha posto questioni serie ed è del tutto evidente che le incompatibilità vengono meno quando cessano le cause che le hanno prodotte. E a tutt’oggi esse non sono cessate! Quanto al merito di ciò che è accaduto, ricordo, per l’ennesima volta, che Giovanna Viola non è affatto la segretaria del circolo Primerano e Barberio queste cose le sa bene perché è iscritto allo stesso circolo”. “La pesantissima sconfitta elettorale che il PD ha subito nella Città di Lamezia Terme non è, evidentemente, - sottolinea il dirigente di partito - bastata Barberio per suggerirgli  una inversione di rotta in grado di rimettere in piedi un PD curvo su se stesso ed incapace anche di esprimere, nella precarietà, un minimo di direzione di marcia. Ed è sintomatico e paradossale che soltanto per far partire le operazioni di adesione per l’anno 2015, ormai finito, si sia fatto ricorso a procedure che neppure il più pesante burocraticismo centralista poteva inventare e con palese violazione dello statuto nazionale e regionale (nomina di un commissario, tre sub commissari e due commissioni)”.

“Per mettere in piedi – aggiunge - gli uffici adesione nei due circoli della Città si è fatto ricorso a meccanismi che neanche il mago Merlino avrebbe potuto inventare e, per “cerchi concentrici”, si è proceduto con artifizi degni della migliore fantasia disneyana, con il tentativo, neppure tanto nascosto, di mettere all’angolo pezzi interi di Partito che, incolpevoli rispetto alla disfatta elettorale, non avrebbero potuto essere in alcun modo compressi o marginalizzati”. “Oggi ci troviamo di fronte – scrive Masi -  ai soliti catanzaresi che con il solito “trucco” di chi sa di perdere battaglie decisive tenta di trascinare tutti nella palude. Gli iscritti al PD liberi, quelli senza padroni, quelli che percepiscono uno stipendio lavorando, quelli che sono contro la “casta”, non ci stanno e condannano questo stato di cose. Deve essere chiaro che l’unità declinata, sul piano regionale, a Falerna, o si estrinseca, immediatamente, ovunque e dappertutto oppure si è in presenza di una mistificazione e del solito “trucco” di chi, avendo perso battaglie decisive, tenta di trascinare tutto e tutti nella palude dove tutto può confondersi in una omologazione verso il basso. Noi non ci stiamo - continua - a questo gioco  al massacro ed è per questo che denunciamo, pubblicamente, una condizione comatosa e resa intollerabile da “modalità” che immaginavamo essere state già spazzate via da un pezzo”.

“Tutto ciò avviene sotto la regia di Enzo Bruno – sostiene Masi - il quale si è prefisso lo scopo, dopo la sconfitta di Lamezia, di alimentare confusione ed improvvisazione. Evidentemente pesano vecchi retaggi e superate consuetudini che, coerentemente, ma negativamente, si ripetono. In merito alle affermazioni sui “tesseramenti di dubbia moralità” se il Barberio si riferisce a Cuffaro e compagni non posso che essere d’accordo. In ogni caso il suo ruolo pro tempore gli impone di fare nomi e cognomi altrimenti siamo alla saga del pettegolezzo. Inoltre, Barberio – conclude - dimentica di dire che sabato sera, quando il tesseramento è stato sospeso con una motivazione talmente risibile da essere ripreso il giorno dopo, si è proceduto in maniera trasparente alla preiscrizione dei cittadini (nessuno di dubbia moralità) recatisi in sede come da calendario il tutto  alla presenza di tutte le cariche istituzionali, di alcuni componenti di commissione a cui non era pervenuta alcuna comunicazione ufficiale del commissario, e del sub Commissario Aloi. Barberio avrebbe fatto bene ad essere presente al fine di dare risposte sulle decisioni (sempre illegittime), prese. Quando si rivestono alcuni ruoli occorrerebbe fare lo sforzo di essere super partes. Ma la scelta di Barberio di raccontare pro domo sua quanto accaduto ne lede definitivamente ed in maniera indiscutibile la sua credibilità politica”.

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