Teatro Grandinetti, D'Ippolito in Procura a Lamezia: "Troppe anomalie, tutti sapevano ma nessuno ha agito"

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Lamezia Terme – “Già dal 2010 il Comune di Lamezia era a conoscenza che le vie di fuga del teatro Grandinetti erano ostruite da un’opera abusiva. Su questo avevano sottaciuto l’amministrazione Speranza, Mascaro, Alecci, e solo una settimana fa è stata emessa ordinanza per questa demolizione”.  Il deputato pentastellato Giuseppe D’ippolito esce dal Tribunale di Lamezia dove ha incontrato il Procuratore Curcio. Ai giornalisti annuncia di aver esposto alcune cose che non gli quadravano sulla ormai tormentata storia che ruota attorno al teatro Grandinetti e alla sua inagibilità. Se le associazioni lametine, infatti, traslocano con i loro spettacoli al teatro comunale di Catanzaro, resta un grande punto di domanda il come sbrogliare questa intricata matassa, alla luce anche delle ultime dichiarazioni rilasciate dall’ingegnere Grandinetti dopo l’incontro avuto con il Comune in Prefettura a Catanzaro.

“Ho posto la mia attenzione sulla gestione del teatro – spiega – proprio perché intorno a questo ruotano i fondi di un avviso pubblico della Regione Calabria con finanziamenti complessivi di 4 milioni e 800 mila euro destinati anche a Lamezia. L’ingegnere Grandinetti – aggiunge ancora – nell’incontro avuto in Prefettura, aveva dato, come sempre, massima disponibilità in merito agli ostacoli emersi sull’inagibilità, che non sono a lui imputabili”. D’Ippolito riprende la problematica legata alle vie di fuga ostruite da un manufatto abusivo. “Di questo – aggiunge l’esponente del M5S – il Comune di Lamezia non ha mai parlato. Ho le prove che ne era a conoscenza sin dal 2010, quando ha acquisito dal Tribunale di Lamezia la proprietà del teatro. All’atto di vendita era stata infatti allegata una nota che segnalava l’esistenza dell’opera abusiva realizzata all’interno delle vie di fuga, ostacolo per le uscite di sicurezza”. D’Ippolito chiama così in causa le responsabilità di sindaci, dirigenti e uffici. “Dal 2010, a soli tre giorni fa, il Comune di Lamezia ha sottaciuto questa circostanza e ha aspettato esattamente il 13 novembre 2018 per chiarire gli impedimenti sul teatro, emettendo ordinanza di demolizione per il manufatto. Ciò – aggiunge ancora – mi pare un comportamento strano da parte di Speranza, Mascaro, Alecci e anche degli uffici che sinora non hanno sentito il dovere, di fronte ad alcune segnalazioni fatte, di rivolgersi qui in Procura”.

D’Ippolito non tralascia nemmeno la questione legata ai finanziamenti pubblici regionali, ripercorrendo tutto l’iter che ha coinvolto le tre ditte escluse in seguito dalla gara. “Nel maggio 2017 – evidenzia ancora D’Ippolito – le associazioni fanno richiesta di finanziamento per un bene di cui non avevano di fatto la disponibilità. E in seguito – aggiunge poi – il sindaco Mascaro, a settembre 2017, con delibera di Giunta, fa affidamento con trattativa privata gratuita ad una ditta che era stata precedentemente esclusa dalla gara, la stessa a cui oggi il commissario Alecci ha deciso di voler rinnovare in attesa di procedere con l'esproprio. Quindi – sottolinea – di nuovo una trattativa gratuita, cosa censurata anche all’interno della relazione della commissione d’accesso. Alecci - prosegue - indirizza questa lettera alle ditte interessate, al Prefetto di Catanzaro e anche all’assessore regionale preposto perorando la cause delle associazioni che correvano il rischio di perdere finanziamenti che a mio parere possono essere stati raggiunti in maniera assai dubbia. Ed è per questo che ho chiesto alla Procura di verificare". D’Ippolito evidenzia poi l’incongruenza sull’inagibilità. “Non si riesce a capire come mai gli stessi uffici reputano il teatro agibile nel 2017 e inagibile nel 2018. Alla luce di quanto accaduto – ha concluso il deputato lametino – anche la Regione avrebbe infine dovuto controllare chi erano i destinatari di questi finanziamenti”.

Alessandra Renda

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