Attacco hacker a Regione Lazio, i dubbi di un ingegnere informatico: "Nel campo cyber sicurezza spesso cattiva gestione soldi pubblici"

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Lamezia Terme - Cosa sta dietro l'attacco hacker subito dalla Regione Lazio e che ha mandato in tilt il sistema di prenotazione per i vaccini Covid? A dare alcune significative risposte è Lorenzo Giustiniani, ingegnere informatico esperto in cyber sicurezza, laureato all'Unical e con robusta esperienza in grandi aziende nel campo di gestione sistemi e sviluppo software.

"In questi giorni sentiamo parlare continuamente del presunto, ed uso appositamente il termine, attacco hacker subito dalla Regione Lazio che avrebbe compromesso il sistema di prenotazioni online. Da quando è partita questa vicenda - spiega Giustiniani - abbiamo sentito innumerevoli versioni che, partendo dall’attacco massivo da paesi remoti (“il peggior attacco della storia italiana”), arrivando sino all’intervento dell’FBI e dell’Europol (ci mancavano gli Avengers) si sono risolti dicendo “…abbiamo un backup”.  Chi lavora nel settore della sicurezza informatica o, semplicemente, chi ha lavorato un po' nel mondo dell’IT - aggiunge - ha capito che la storia raccontata sin qui è piena di stranezze. Un attacco hacker mirato di solito ha un obiettivo, trafugare informazioni e/o guadagnare e/o promuovere il proprio risultato. Come è possibile che una infrastruttura come quella che ci si aspetta per un servizio di prenotazione vaccini (e qui dovremmo parlare di certificazioni di processo come la 27001 o altro) in caso di problemi impieghino settimane per capire come ripristinare un servizio. Tutti gli attuali accusati di “errore” si sono discolpati immediatamente (come il povero dipendente la cui utenza VPN è stata trafugata sia Engineering colosso dell’informatica che avrebbe in qualche modo partecipato alla gestione dei sistemi)".

"In sintesi - spiega infine l'ingegnere Giustiniani - sulla sicurezza informatica e sugli attacchi hacker ne sentiremo ancora tante, purtroppo, a causa della cattiva gestione fatta sin qui, ma impariamo a capire cosa fanno con i soldi pubblici, pagando milioni di euro sistemi informativi che dovrebbero essere a prova di bomba e che invece si rompono e non si sa più come rimettere in piedi".

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