Bevilacqua cede il testimone di guida degli avvocati: “Lamezia è una città che non morirà mai"

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Lamezia Terme – “La gestione dell'Ordine degli avvocati di Lamezia è una cosa estremamente seria e importante”. Parola di Antonello Bevilacqua, che dopo quattro anni alla guida degli avvocati lametini, a breve cederà il testimone. Infatti, il 19 e 20 luglio ci saranno le elezioni per il rinnovo delle cariche. Il presidente uscente (che a livello nazionale fa parte dell'Organismo congressuale forense) traccia un bilancio positivo del suo mandato, ripercorrendone i punti salienti come, per esempio, la costituzione di parte civile dell’Ordine nel processo Pagliuso, con a fianco l’Organismo congressuale forense. Poi, Bevilacqua passa in rassegna il suo impegno per la difesa della categoria, e parla della “profonda stima” per la magistratura. Non solo. C’è anche spazio per un commento sul terzo scioglimento, anche se “questa è una città che non morirà mai, perché ha una forza intrinseca davveroimportante”.

Tracciamo un bilancio del suo mandato

“L’esperienza che ho acquisito durante gli anni in cui ero un semplice consigliere, e poi segretario, mi è servita naturalmente proprio per svolgere, con coscienza ed impegno, il mio incarico di presidente con, a quanto pare dalle attuali manifestazioni di affetto, un discreto gradimento da parte dei colleghi, ma sempre nel rispetto delle norme deontologiche e di quello che necessitavaesattamenteper la gestionedi un ordine di circa 700-800 avvocati, con tutti gli adempimenti amministrativi e poi il rapporto con i magistrati, la difesa in generale dell’avvocatura in un momento in cui la stessa veniva molto pregiudicata da provvedimenti legislativi francamente davvero discutibili”.

Un tema che lei ha sollevato più volte nei convegni dell’Ordine

“Sì, perché c’è stato un momento in cui sembrava che il problema dell’Italia fossero gli avvocati. Mi riferisco, per esempio, a quando l’on. Bersani, allora ministro della Repubblica, decise di abolire i minimi tariffari a suo dire per aiutare i giovani, sollecitando successivamente, con il nuovo governo, ed integralmente le tariffe professionali in nome di una non meglio identificata libera concorrenza. Insomma, in quel momento i nostri governanti mercificarono in maniera molto grossolana la nostra professione, creando una concorrenza spietata che non ha affatto aiutato i giovani bensì le grandi aziende, banche, assicurazioni, pubbliche amministrazioni. Oggi fortunatamente abbiamo ripreso in mano questa situazione e stiamo cercando di fare applicare la nuova normativa sull’equo compenso, nel frattempo approvata, e di porre un argine comunque a questa deriva”.

I vertici dell'Organismo congressuale forense ultimamente sono stati in città, dimostrando un grande interesse per le problematiche dell’Ordine lametino 

“È vero. Lo scopo è quello di tenere viva l'attenzione su tutti i problemi dell'avvocatura, perché i problemi degli avvocati lametini sono identici a quelli degli avvocati nazionali. La presenza dei vertici dell’Organismo congressuale forense a Lamezia è stato un fatto particolarmente importante. In quell’evento, sono state inserite altre iniziative, come, per esempio, il premio a ricordo del collega Carlo Mauro, che era un nostro consigliere dell’Ordine, un mio caro amico, purtroppo è morto prematuramente. Questo è un premio che noi ogni anno diamo al giovane collega lametino che prende complessivamente la miglior votazione all'esame di avvocato”.

Sempre in quella manifestazione è successo un fatto importante 

“Sì. È stata firmata la costituzione di parte civile nel processo Pagliuso dell’Organismo congressuale forense al fianco del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Lamezia Terme. Il delitto Pagliuso è raccontato anche in un libro molto importante che hanno edito gli avvocati romani nei quali si racconta la storia di 38 avvocati uccisi dal Dopoguerra ad oggi, nello svolgimento della professione. Tra questi c’è Fulvio Croce, presidente dell’Ordine di Torino, che morì per mano delle Brigate rosse. Ma ci sono anche colleghi, come il nostro Francesco Pagliuso, noto penalista, che è morto perché difendeva una parte in un processo penale e la “parte avversa”, in sostanza, almeno da quello che risulta dalle carte, non gradiva questa cosa. Il processo Pagliuso è stato portato così all’attenzione dei vertici nazionali dell’avvocatura”.

Come è il rapporto con la magistratura soprattutto alla luce delle numerose inchieste forti di questi anni?

“Ritengo che ci sia sempre stato, a Lamezia in particolare, un rapporto molto stretto e molto cordiale tra avvocati e magistrati. Naturalmente, ogni tanto l’avvocatura insorge per alcuni provvedimenti. È giusto farlo. Sta nel gioco delle parti. Ma è chiaro che si fa tutto con estremo rispetto, perché non abbiamo mai pensato che la magistratura con leggerezza prenda alcune decisioni. Riteniamo però di affermare con fermezza che prima di emettere un provvedimento che interessa la libertà personale ci si debba pensare non una, ma almeno due o tre volte. Questo perché siamo sempre stati garantisti e sempre lo saremo. Oggi la magistratura è fortemente provata da scandali nazionali. Credo che abbiano assoluto interesse di fare pulizia al loro interno. Noi saremo sempre al loro fianco, perché la magistratura è complessivamente sana tanto quanto l’avvocatura”.

Un commento sull’operazione “Asta la vista”, che ha coinvolto anche avvocati

“Il Consiglio da me presieduto, con la necessaria cautela del caso, ma dopo un primo approfondimento della questione, ha subito emesso un apposito comunicato con il quale, pur ribadendo la fiducia e la vicinanza alla magistratura, esprimeva perplessità per il coinvolgimento di molti colleghi e personale amministrativo del nostro Tribunale oltre che, segnatamente, per la particolare spettacolarizzazione dell’operazione e per il grande clamore mediatico che la ha da subito accompagnata. Nel contempo, dalla lettura dei capi di imputazione riguardanti numerosi professionisti abbiamo da subito ipotizzato che l’indagine fosse discutibile sotto diversi aspetti. Ed abbiamo avuto immediatamente ragione, atteso che lo stesso Gip che aveva emesso i provvedimenti cautelari ha in molti casi revocato e/o ridotto le misure dapprima emesse e soprattutto il Tribunale del Riesame ha successivamente azzerato le medesime misure per tutti i colleghi e gli altri professionisti coinvolti”.

Cosa pensa del terzo scioglimento?

“Questa è una normativa che personalmente contesto in maniera vibrata e fortunatamente ci sono moltissime proposte di legge migliorative. Ne ha parlato anche il procuratore Gratteri. Ritengo invero, che in un Paese così garantista come il nostro, non è accettabile che non ci sia un contraddittorio tra l’amministrazione e lo Stato, qualora lo Stato intenda porre l’attenzione all'attività amministrativa, perché chi ne paga le conseguenze poi non è solamente l’amministrazione colpita, ma l’intera comunità. Mi auguro che si possa ovviamente rivedere al più presto questa normativa. Non conosco tutti i casi nazionali, però posso sicuramente dire che a Lamezia, per esempio negli ultimi due scioglimenti, non sono mai seguiti procedimenti penali con condanne passate in giudicato. Così come non ci sono mai stati annullamenti di atti amministrativi di quelle amministrazioni”.

Il 19 e 20 luglio ci saranno le elezioni. Un augurio e un consiglio al suo successore

“I candidati sono tutti i colleghi stimati e vogliosi di dare un serio contributo alle questioni dell’avvocatura lametina. Auguro al nuovo presidente buon lavoro, consigliandogli di svolgere il suo incarico con grande passione ed impegno, perché è un impegno molto gravoso, che toglie tempo alla professione e alla famiglia. Il mio successore dovrà difendere sempre l'avvocatura, naturalmente qualora meriti di essere difesa, e invece essere duro con i colleghi che sbagliano e che infangano questa professione. Restando però sempre garantisti come il nostro ordinamento impone. Raccomando infine di mantenere saldi i rapporti con l’avvocatura nazionale, come ha fatto questo Consiglio per i quattro anni. L’Ordine di Lamezia oggi è molto conosciuto a livello nazionale. E dobbiamo mantenere questi rapporti”.

Giuseppe Maviglia

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