Boom di ascolti per "Liberi di scegliere", il film contro la 'ndrangheta girato in Calabria

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Reggio Calabria - Per Domenico e altri ragazzi un futuro diverso in cui poter essere “Liberi di scegliere”. È andato in onda ieri sera in prima serata su Rai, il film tv su un giudice che si è opposto alla ‘ndrangheta. Apprezzato anche sui social, con 4,1 milioni di telespettatori (share 17,7%) il film contro la ‘ndrangheta ha superato “Adrian” su canale 5. Ispirato a una storia vera, quella del giudice Roberto Di Bella, presidente del tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria che giorno dopo giorno, non senza difficoltà, ha cercato di “strappare” tanti ragazzi calabresi alla ‘ndrangheta. Nel cast, al fianco di Alessandro Preziosi, anche Nicole Grimaudo. Tra gli attori anche una bambina cosentina di 9 anni che ha interpretato Teresa da piccola. Preziosi nel film è Marco Lo Bianco, un giudice che nella sua carriera ha visto così tanti ragazzini in quelle aule di tribunale, tutti con il destino già segnato e, stanco di lasciare che le cose si ripetano anche per il giovane Domenico Tripodi, interpretato da Carmine Buschini già protagonista della serie Braccialetti Rossi, decide di applicare un provvedimento che vede il 17enne affidato ai servizi sociali in un'altra regione, la Sicilia. Con una scelta che non ha precedenti, dispone quindi l’allontanamento del ragazzo dalla Calabria e il decadimento della responsabilità genitoriale non solo per il padre latitante, ma anche per la madre. Inizia una strada difficile che costringerà tutti ad abbandonare le proprie certezze. Scrivere un futuro diverso, lontano dalla propria famiglia per sfuggire alla stessa identica sorte, quella di finire in carcere o ammazzato. Così Domenico e la sorella Teresa decidono di costruire il loro futuro lontano dalla Calabria e dalla loro famiglia di ‘ndrangheta.

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Il film, diretto da Giacomo Campiotti, si interroga anche sulla dibattuta questione di togliere i figli alle famiglie di mafia e a un destino apparentemente già scritto per ricostruirsi una vita lontani dalla propria terra d’origine perché “la ‘ndrangheta non si sceglie, si eredita”. Le famiglie si assicurano il potere sul territorio grazie alla continuità generazionale, costringendo i figli a fare il “mestiere” dei padri. Dall’altro lato c’è lo Stato fatto di persone pronte anche ad aiutare a sognare tanti giovani e a renderli “liberi di scegliere”. Le riprese del film sono state effettuate anche in Calabria, in particolare a Reggio, facendo emergere non solo il degrado nella vita di uomini e donne di mafia, ma anche il fascino della natura e dei paesaggi immersi tra mare e montagna. I mafiosi, in questo film, non emergono come uomini “duri” da “rispettare” ma sono uomini che scelgono di vivere nell’ombra, lontani dagli affetti, sempre con la paura del carcere o della morte che su di loro incombe.

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Il presidente della Regione, Oliverio, alla vigilia della messa in onda si è detto pieno di "orgoglio e soddisfazione aver contribuito attraverso la Calabria Film Commission alla realizzazione di Liberi di scegliere". “L'esperienza del giudice Di Bella del tribunale dei minori di Reggio Calabria  - ha aggiunto - è molto significativa; racconta dell'impegno di un uomo delle istituzioni per sottrarre minori provenienti da famiglie mafiose ad un destino apparentemente già scritto. E', dunque, una storia di emancipazione e libertà, di frattura di stereotipi e di riscossa. Lo stesso solco nel quale noi stiamo lavorando, anche attraverso azioni mirate nel campo delle politiche culturali, nella proiezione dell'immagine della nostra regione libera da stereotipi. L'azione della Calabria Film Commission si inserisce come strumento indispensabile per affermare il vero volto della Calabria, una terra di uomini, donne, giovani e ragazze che, con il loro lavoro, competenza ed entusiasmo, vogliono impegnarsi per renderla ogni giorno migliore”.

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